Primavera grigio-perla

Colori e preziosità del prèt-à-porter fra indossatrici e stilisti riuniti in passerella a Milano Collezioni Colori e preziosità del prèt-à-porter fra indossatrici e stilisti riuniti in passerella a Milano Collezioni Primavera grigio-perla Versace, Valentino e gli altri MILANO DAL NOSTRO INVIATO Colori, luci, preziosità. Gianni Versace ha chiuso ieri sera la seconda giornata di Milano Collezioni, la manifestazione milanese che fino a mercoledì vedrà sfilare i massimi stilisti di casa nostra impegnati a proporre il nuovo look del prèt-à-porter per la prossima primavera-estate. E ancora una volta è riuscito a stupire, pur rimanendo fedelissimo a sé stesso, grazie ad una collezione ricca e coloratissima, dove le gonne non superano mai la coscia e i pantaloni lasciano il posto alle affusolatissime calzemaglie variopinte. La donna di Versace quindi occhieggia ingenua nei suoi cortissimi abitini diritti e fascianti sormontati da soprabiti minimi nello stesso stampato fantasioso, che a tratti va ad illuminare nei polsini e nei colli i rigorosi completini blu. La tinta unita non ha mai mezzi termini: o è gialla, verde, viola, fucsia, o decisamente blu scuro o nero. Entrano nella collezione per la prima volta i jeans, stretti da cinture a più giri dorati e sormontati da favolose camice in tutte le lunghezze e larghezze, leggerissime e naturalmente coloratissime. Sfilano anche i costumi da bagno e sono cose da mille e una notte se li si infila in una calzamaglia della stessa fantasia sgargiante. E per la sera è sufficiente spargere qualche luccichio qua e là, allargare un po' le gonne a palloncino, sfasare gli orli e il gioco è fatto. Sabato avevano sfilato Maurizio Galante, Massimo Monteforte, Marina Spadafora, Paola Marzotto, Enrica Massei, Mariella Burani. Oriente e Nord Africa ispirano le collezioni di Galante e della Spadafora, mentre la Marzotto, che dopo la linea cocktail si lancia per la prima volta nello stile giorno, pensa a piccoli tailleurs con giacche in piquet bianco o in seta a mano di pesca, leggere e vaporose. Monteforte scaccia dai suoi modelli qualsiasi ostentazione, la sua donna quindi è quasi spoglia, nascosta in tuniche lunghe e vaporosi abiti di chiffon senza vita. Valentino - che il prossimo anno festeggerà i trent'anni di attività e al quale la rivista tedesca «Stern» ha dedicato un servizio di ben 17 pagine - ha scelto, per mostrare la collezione Oliver, la sua sede di via Brera. Una sfilata breve, appena venti minuti, dedicata alle giovani, con pochi capi essenziali, fortemente ispirati agli Anni Sessanta ma rivisitati con la consueta classe. Resistono quindi per la prossima primavera-estate i tailleur cortissimi, in versione super minigonna o pantaloncini, con giacche senza collo e solo lievemente sciancrate a coprire i cortissimi short. Resistono anche i leggerissimi spolverini colorati (non più lunghi della coscia) e i parka. Torna il raffinatissimo grigio perla, il verde acqua reso cangiante dal rasatello in cotone e bordato di rosa confetto. Dagli Anni Sessanta rifanno capolino gli abitini corti sopra il ginocchio, dritti, senza maniche, bordati allo scollo e in vita da un colore in netto contrasto e sormontati da minute giacchine ugualmente rifinite; rispuntano anche i maliziosi «Saint-Tropez», con pantaloni o minigonna, che lasciano scoperto l'ombelico sottolineato da alte cinture in tessuto che chiudono gli shorts o le mini. Ancora sullo stesso tema i completi in lurex tinta fucsia e turchese, con pantaloni aderentissimi e top bordati da una fila di perle ondeggianti. Sono nuovissimi e faranno certo furore i tailleurs con pizzo applicato sui pantaloni, sulle gonne e e sulle giacche. Insomma, una collezione che seppure non enorme centra con precisione gli obiettivi cari a Valentino: rinnovare ma senza stravolgere quella sua linea che ormai da trent'anni è nota e amata nel mondo. Ieri mattina in passerella sono passati Giorgio Armani con il suo Emporio, Complice, Laura Biagiotti, Max Mara, Alma, Mario Valentino e Gianmarco Venturi, oggi sarà la volta, fra gli altri, di Mila Schòn e Missoni; mentre per martedì è molto attesa la sfilata di Gianfranco Ferrò. In questi giorni però Milano non è solo grandi stilisti ma anche Modit e Milanovendemoda, i due saloni di impronta più commerciale e che raccolgono le proposte di un numero eccezionale di ditte e creatori made in Italy. L'italian style piace sempre, lo dimostrano i numerosissimi stranieri presenti, tantissimi giapponesi, che si aggirano fra gli stand in cerca di novità e di quell'innegabile buon gusto che caratterizza la nostra industria di abbigliamento; nonostante ciò i prezzi strangolano questo settore trainante della nostra economia, la lira (troppo forte secondo qualcuno) danneggia le, esportazioni, i costi di produzione in Italia sono più alti che in qualunque altro Paese. Per questo motivo, gruppi come il Gft che produce le linee Armani, Valentino, Ungaro e Claude Montana -, gli stessi Benetton e chiunque ne abbia la possibilità, aprono centri di produzione all'estero (Spagna, Cina, Germania, persino Stati Uniti), dove i costi di lavorazione sono inferiori e le consegne molto più veloci. Fra gli stand si sente anche parlare di crisi del Golfo e di Borsa, argomenti che sul piano dei prezzi non lasciano intravedere niente di buono e che soltanto la creatività, la fantasia e la provata qualità della confezione made in Italy possono in parte sconfiggere. Tiziana Longo Un modello di Complice presentato ieri a Milano e un tailleur rivisitato da Mariella Burani utilizzando ricami e trafori