Contratto non a sesso unico

Confronto a distanza sulle nuove richieste delle metalmeccaniche Confronto a distanza sulle nuove richieste delle metalmeccaniche Contratto non a sesso unico Molestie, pari opportunità sul lavoro ROMA. Sarà il primo contratto dei metalmeccanici non a sesso unico? 0 le richieste delle metalmeccaniche sulle molestie sessuali, sulle pari opportunità saranno «sacrificate» in un negoziato difficile? Le delegate Firn, Fiom e Uilm temono che possa prevalere la seconda ipotesi e si sono date appuntamento a Roma per il prossimo venerdì in un'assemblea nazionale. Vogliono far sentire le esigenze di quel venti per cento della categoria che vuoi far pesare la sua differenza sessuale, mentre sembra ormai scontata la ripresa, mercoledì, del dialogo tra sindacati e imprenditori. «Non vedo il rischio di un possibile "sacrificio" di questa materia, che peraltro deve rientrare anch'essa in una valutazione globale delle soluzioni contrattuali», rassicura Laura Mengoni, incaricata dall'amministratore delegato della Federmeccanica, Mortillaro, di coordinare le trattative in merito all'occupazione femminile. Ma a che punto è questo confronto al femminile? Ne parliamo con Lilli Chiaromonte, del Coordinamento nazionale delle donne Firn, Fiom e Uilm e con Laura Mengoni. Ma facciamo un piccolo passo indietro. L'avvio era stato positivo. Nel mese di luglio la Federmeccanica aveva ribadito in un documento consegnato ai sindacati che la materia «diritti delle donne e parità» ha «la stessa dignità delle altre richieste della piattaforma». Incaricata a trattare in merito, una commissione ad hoc, formata da sindacaliste e da rappresentanti della Federmeccanica. Un confronto che ha dei precedenti con la Commissione per le pari opportunità paritetica, istituita dal precedente contratto da cui, tra l'altro, è partita una ricerca commissionata di comune ac- cordo (primo caso in Italia), per fotografare attraverso sessanta domande rivolte a un campione di 1200 donne, la realtà del lavoro femminile (esigenze, aspettative..) nelle aziende del settore. E ora un salto ulteriore. Per la prima volta nella piattaforma dei metalmeccanici è entrato il tema delicato delle «molestie sessuali»: quei comportamenti verbali o fisici di natura sessuale offensivi per chi li subisce, in quanto indesiderati o imposti (lo precisa anche una raccomandazione Cce), capaci di determinare una situazione di obiettivo disagio e d'incidere sulle condizioni di lavoro della persona cui essi sono diretti. Un fenomeno diffuso, come è emerso anche in un recente sondaggio in alcune grandi aziende di Torino. «Vogliamo far valere un diritto di libertà oltre che di dignità della lavoratrice: a noi in¬ ln Italia, le donne occupate nel settore m etalmeccanico sono circa il venti per cento teressa far emergere i casi di molestie e ricatti, e soprattutto prevenirli, piuttosto che punire o cercare "vendette". C'interessano quindi gli interventi dissuasivi, e per questo insistiamo molto sulle responsabilità dell'azienda rispetto a certi comportamenti riferiti a rapporti interpersonali, all'ambiente e alle condizioni di lavoro», spiega Lilli Chiaromonte. Secondo le sindacaliste, la Federmeccanica, invece, «riduce in sostanza i casi di molestie sessuali alla casistica delle sanzioni disciplinari, senza prendere in considerazione il diverso peso che ha il ricatto sessuale operato dai superiori, il più frequente e quello che danneggia maggiormente la donna. La proposta della Federmeccanica finisce con l'attribuire all'azienda un potere unilaterale e discrezionale senza considerare il soggetto donna. Il che è per noi inaccettabile». Come replica la Federmeccanica? «Non abbiamo mai sostenuto che il problema delle molestie sessuali in azienda possa o debba essere automaticamente risolto con il ricorso a sanzioni disciplinari - dice Laura Mengoni - ed è nostra convinzione che non si tratti di un problema tipicamente aziendale, ma di malcostume presente in ogni ambiente misto e in quanto tale vada in primo luogo affrontato e prevenuto a livello di educazione e di civile convivenza. Se poi si vuole un più preciso impegno da parte delle aziende - aggiunge la dirigente della Federmeccanica -, non si può prescindere da una soluzione in termini contrattuali che inserisca le molestie tra i comportamenti da inibire. Questo significa definire una nozione sufficientemente certa di "molestia sessuale" che si configuri come violazione degli obblighi contrattuali, alla quale dovranno essere collegate sanzioni disciplinari graduate in relazione alla gravità del caso. Naturalmente nei confronti della persona ritenuta responsabile dovranno valere tutte le garanzie previste dalla legge e dai contratti in merito. Insomma, nessuna "giustizia popolare"». Le metalmeccaniche non chiedono certo una «giustizia sommaria», ma si preoccupano anche di tutelare chi si spinge a fare denuncia contro un eventuale molestatore. «Un compito questo che dovrebbe spettare alle commissioni per le pari opportunità per le quali noi chiediamo anche un ruolo operativo e di qualificazione della contrattazione del lavoro femminile. Dovranno essere previste a titolo sperimentale nelle grandi imprese e realizzate su tutto il territorio nazionale», precisa la sindacalista Chiaromonte. E' d'accordo la Federmeccanica? «Nella nostra proposta la commissione nazionale e quelle che dovranno essere costituite sperimentalmente in sede territoriale avranno compiti sia di studio sia di proposta. Tra i campi d'intervento - chiarisce Mengoni - abbiamo individuato in particolare quello dell'orientamento e della formazione professionale. E abbiamo anche proposto di affidare a un gruppo di lavoro "super partes" la presentazione di un progetto per promuovere le pari opportunità nel settore metalmeccanico». C'è un altro punto che sta particolarmente a cuore alle metalmeccaniche, quello sulla riduzione dell'orario di lavoro «su cui ha particolarmente pesato la riflessione e la cultura delle donne». La risposta alle prossime trattative per il contratto. Stefanella Campana

Persone citate: Chiaromonte, Laura Mengoni, Lilli Chiaromonte, Mengoni, Mortillaro, Stefanella Campana

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino