Concluso il dispiegamento Usa

Con l'arrivo ieri nel Golfo Persico delle ultime navi cariche di mezzi corazzati Con l'arrivo ieri nel Golfo Persico delle ultime navi cariche di mezzi corazzati Concluso il dispiegamento Usa Ma secondo Cheney sarà Baghdad ad attaccare WASHINGTON. L'imponente dispiegamento di forze terrestri Usa in Arabia Saudita, deciso dopo l'invasione del Kuwait, è concluso. Fonti militari americane hanno reso noto che, con l'arrivo ieri delle ultime navi con i mezzi corazzati pesanti, la prima fase dell'operazione «scudo del deserto» ha toccato il punto culminante. Il dispositivo Usa nel Golfo comprende, a seconda delle fonti, da 175.00 a 200.000 uomini: un potenziale di fuoco sufficiente a lanciare un'offensiva terrestre contro le truppe irachene con prospettive di successo. «Stiamo superando la fase di dispiegamento e passiamo a quella di consolidamento», ha commentato un ufficiale della Marina, confermando che per quanto riguarda il trasporto di mezzi e uomini via mare il più è fatto. Il segretario alla Difesa, Dick Cheney, considera «realmente possibile» un attacco militare da parte dell'Iraq, sotto la pressione delle sanzioni internazionali. In un'intervista alla rete televisiva «Cnn», il capo del Pentagono ha dichiarato: «Dall'inizio ci siamo preoccupati per due periodi di tempo che avrebbero potuto essere veramente pericolosi: i primi giorni dopo l'invasione del Kuwait, quando non c'era alcuna forza fra il presidente iracheno Saddam Hussein e l'Arabia Saudita, e il momento in cui le sanzioni avrebbero cominciato ad avere un impatto. E' possibile che adesso l'Iraq intenda usare la forza militare per rompere l'embargo. E dobbiamo essere preparati». Cheney non ha voluto pronunciarsi circa il possibile ricorso ad azioni militari da parte Usa qualora interessi americani dovessero essere colpiti da gruppi terroristici sostenuti dall'Iraq. Così come non ha voluto entrare nel merito di una previsione sulla permanenza delle forze Usa in Arabia Saudita. Cheney tuttavia non spiega perché Saddam per lanciare un attacco avrebbe atteso il massimo dispiegamento della forza americana. Se davvero questo accadesse, un'iniziativa tanto autolesionistica potrebbe solo spiegarsi come gesto «disperato» e irrazionale. Ma Baghdad nella Jaber al Sabah è riuscito a fuggire dal Kuwait gr Il segretario alla Difesa, Dick Cheney crisi in corso ha viceversa dato prova di estremo pragmatismo conducendo, dopo l'invasione del Kuwait, attacchi soltanto sul piano propagandistico. Che tipo di iniziativa militare ci si potrebbe attendere dall'Iraq? Il settimanale tedesco «Der azie a un radar su un pal Spiegel», in edicola oggi, «imbeccato» dai servizi segreti americani, sostiene che gli iracheni dispongono di coltivazioni di bacilli e batteri che provocano, fra l'altro, la peste, il colera e il tifo e che dall'inizio dell'anno prossimo saranno in grado di lanciare nella regione del Golfo la guerra biologica. Le epidemie, sempre secondo le informazioni diffuse da Washington, possono esser causate introducendo le coltivazioni nelle testate dei missili o nei proiettili di artiglieria, oppure lasciandole cadere dagli aerei che sorvolano il territorio «nemico». Gli esperti che lavorano per il governo di Saddam Hussein avrebbero concentrato le loro ricerche sulle «micotossine», in particolare sull'«ht-2» e la «t-2», che provocano il cancro, anche in quantità minime, che sopportano temperature molto elevate e possono causare la morte al solo contatto con la pelle e con le vie respiratorie. Queste «micotossine», naturalmente, sono state fornite all'Iraq dall'Occidente, cioè dalla società tedesca «Sigma Chemie». (Agi-Ap-Efe) allone frenato

Persone citate: Cheney, Dick Cheney, Saddam Hussein