Per il Golfo, l'Europa ostenta ottimismo di Fabio Galvano

Ufficialmente i Dodici dicono di credere alla soluzione diplomatica, ma dietro le quinte c'è incertezza Ufficialmente i Dodici dicono di credere alla soluzione diplomatica, ma dietro le quinte c'è incertezza Per il Golfo, l'Europa ostenta ottimismo Al summit avanza l'unione politica, meno quella militare VENEZIA piuttosto l'amaro senso di una comune riflessione su cui gli altri ministri hanno ritenuto di gettare un manto di riserbo? Il britannico Douglas Hurd, come De Michelis, ha voluto sottolineare che l'effetto dell'embargo contro l'Iraq comincia a farsi sentire: «Ho le prove - ha detto in un trasparente riferimento a fonti dell'Intelligence - che l'embargo comincia a colpire l'efficienza delle forze irachene, perché fa venire meno i pezzi di ricambio e altri materiali essenziali». Egli ha sollevato un interrogativo: che succederà, si è domandato, se Saddam si ritirerà in seguito a una soluzione pacifica («che non vuol dire di compromesso», ha precisato)? Ma poi non ha esitato a sollevare e anzi difendere «la legalità di un intervento armato», sancito - ha detto dalla Carta dell'Onu. Quello che è sicuro, del dibattito a porte chiuse di Villa Barbaro, è che i Dodici hanno convenuto sulla necessità di guardare oltre il caso contingente, di trovare una soluzione nel Golfo e nell'intero scacchiere mediorientale che crei una situazione di maggior sicurezza. E soprattutto - in fondo, il leitmotiv di questa riunione rimasta orfana di un dialogo con la Lega Araba per il quale si era invano adoperato il ministro De Michelis - si è discussa la necessità di affrontare future DAL NOSTRO INVIATO L'Europa ha gettato i primi semi dell'unione politica, raccogliendo consensi di massima anche se ampie divergenze permangono sui met' di e sui tempi - al progetto di un ?ntegrazione che coinvolga anche gli aspetti della sicurezza e della difesa. Ma ad emergere come un acuto dalla riunione dei ministri degli Esteri della Cee, conclusasi ieri nello splendore palladiano di Villa Barbaro presso Asolo, è un grido d'allarme sulla situazione del Golfo che invano i Dodici hanno cercato di smorzare. «Il tempo gioca a favore nostro e di una soluzione diplomatica», ha dichiarato nella conferenza stampa conclusiva Gianni De Michelis, che faceva ieri gli onori di casa; e sullo stesso tono si sono mantenuti i commenti di tutti gli altri ministri. Tutti tranne uno. «Ogni giorno che passa fa diminuire le possibilità di una soluzione pacifica», ha dichiarato lo spagnolo Francisco Ordonez: «Saddam va trattato come si trattano i terroristi: personalmente sono pessimista su un accordo politico. Nella Comunità europea, anzi, esiste sempre più l'impressione che questa crisi sfocerà in un conflitto». La sua voce isolata riflette un parere del tutto personale o DAL MONDO mmm Ruanda: ancora scontri al Nord NAIROBI. Proseguono nelle province settentrionali, per l'ottavo giorno consecutivo, gli scontri tra le forze governative e i ribelli che hanno invaso il Ruanda dalla frontiera ugandese. Lo scontro fra l'etnia maggioritaria dei Bamotu e quella minoritaria dei Vatussi, che 30 anni fa persero il potere, si era riacceso il 30 settembre, quando i Vatussi rifugiati in Uganda avevano passato il confine. Mentre prosegue la fuga degli stranieri, nella capitale Rigali la situazione è tornata tranquilla: l'ordine è assicurato da 500 paracadutisti belgi e da 300 uomini della Legione straniera. Un'operazione di «intervento umanitario» che però suscita polemiche, soprattutto da parte dei Verdi del Belgio. [Ansa] mmm «Vecchi confini per la Germania» ERFURT (Germania). Il Partito nazionaldemocratico di Germania (Npd), una formazione di estrema destra, nel corso del suo primo congresso sul territorio dell'ex Repubblica democratica tedesca, ha chiesto il ritorno ai confini prebellici. Secondo gli esponenti dell'Npd, che nella Germania comunista era stato posto fuorilegge, l'unificazione deve essere il primo passo verso la restituzione alla nazione tedesca dei territori che le furono tolti alla fine del conflitto. Per le elezioni regionali del 14 ottobre il presidente del partito Martin Mussgnug prevede - almeno in Turingia e Sassonia - risultati superiori al 7% ottenuto nel marzo 1989 a Francoforte. [Agi] mmm Maschere antigas agli israeliani GERUSALEMME. In tre piccoli centri d'Israele, Yokneam (al Nord), Kfarjyona (Centro) e Ofakim (Sud) è cominciata la distribuzione di maschere antigas. Il primo ministro Shamir ha ribadito che Israele «giudica con la massima serietà» le minacce dell'Iraq contro lo Stato ebraico; ma la consegna delle maschere alla popolazione non significa che Israele si accinge a lanciare un attacco preventivo. La distribuzione si concluderà tra alcune settimane, dopo che tutti i 4,7 milioni di israeliani avranno ricevuto le maschere in confezioni sigillate. [Ansa] mmm Rimpasto governativo a Tripoli TRIPOLI. Nella giornata dedicata alla «Festa della vendetta», in cui la Libia celebra il 20° anniversario dell'espulsione degli italiani, è stato varato a sorpresa un rimpasto del governo e sono stati annunciati importanti cambiamenti ai vertici. Alla presidenza dell'Assemblea generale, il segretario, Mufta Elosta Omar, è stato sostituito da Abd El Razak El Sosaa. Nel governo sono stati sostituiti ben 19 ministri su 23, compreso il primo ministro, Omar El Montazir. [Ansa] mmm Scoprì l'Aids: è sotto inchiesta NEW YORK. Il National Institute of Health (Istituto nazionale per la Sanità) darà l'avvio quanto prima ad un'ampia inchiesta su possibili irregolarità nel laboratorio del dr. Robert Gallo, il noto scienziato americano specializzato in ricerche sull'Aids e già al centro di forti polemiche. Lo scienziato ha sempre negato d'aver avuto mai a che fare con irregolarità d'alcun genere, in particolare nel campo delle ricerche «indipendenti» con cui a suo dire nel 1984 riuscì a scoprire il virus dell'Aids. L'inchiesta mira ad appurare se tale scoperta venne facilitata o meno da basilari dati a suo tempo forniti da scienziati francesi. [Ansa] mmm Rispediti i veleni della «Karin B» LONDRA. Sono state rispedite dall'Italia in Inghilterra tonnellate di veleni scaricati dalla «Karin B», la nave respinta due anni fa dal governo di Londra dopo una sorta di sollevazione popolare. Lo rivela il Sunday Times, secondo cui 150 tonnellate di rifiuti saranno smaltiti dalla Rechem International, la maggiore industria britannica per lo smaltimento di rifiuti tossici. [Ansa] mmm Truppe di Doe mangiano i leoni MONROVIA. Le poche restanti truppe che ancora rimangono a Monrovia del defunto presidente liberiano Samuel Doe ucciso il 9 settembre da uomini del leader ribelle Prince Johnson sono così malridotte da doversi cibare con carne di leone e di cane. Nella zona della capitale liberiana dove si trovava la residenza presidenziale di Doe, continuano a resistere - al limite della sopravvivenza - un migliaio di soldati e circa 6 mila civili, circondati I da forze dei gruppi ribelli. [Ansa-Reuter] emergenze con voce unica, con la prontezza che di fronte alle azioni di Saddam è talora mancata; di inserire gli aspetti della sicurezza - la proposta è dell'Italia - nel processo che attraverso la Conferenza intergovernativa di dicembre dovrebbe portare all'unione politica. E' uno dei progetti più significativi per il futuro della Cee e dell'Europa. Ed è stato con evidente soddisfazione che De Michelis ha parlato ieri di una di¬ De Michelis con il presidente della Comunità Europea, Jacques Delors scussione «estremamente importante e fruttuosa». Era, per i ministri, la prima occasione di discutere il progetto di unione politica messo a punto dai loro rappresentanti personali e destinato ad essere rifinito nella successiva riunione ministeriale del 22 ottobre prima di un avallo definitivo da parte del vertice europeo di Roma (27 ottobre). Non era quindi il momento di prendere decisioni, ma - nelle parole di De Michelis - di «mettere a fuoco problemi e scelte possibili», di «individuare le opzioni»: «Ci sono punti di vista diversi, sensibilità diverse, ma nessuno si è sottratto dall'impegno di entrare nel merito». Nella visione del francese Roland Dumas, la situazione si può sintetizzare con una curiosa formula: «Le resistenze sono a due e mezzo». I due sono Irlanda e Gran Bretagna, la prima bloccata da una Costituzione che le prescrive una stretta neutralità, la seconda convinta - come ha detto Hurd - che «la politica estera non deve diventare competenza classica della Comunità» e che, forse, «sarebbe meglio un'intensificazione della Cooperazione politica». Il mezzo è la Danimarca, che teme forti reazioni al suo Parlamento - il Folketing - di fronte a eventuali impegni in quel senso. Ma quello che nessuno ha negato, nella riunione di ieri, è l'opportunità di introdurre una dimensione politica nella Cee: con un approccio «flessibile, graduale e pragmatico», come ha detto De Michelis. Perché, nelle parole di Genscher per la prima volta in veste di ministro della Germania unita, nel mondo di oggi «esiste una responsabilità storica di fare avanzare l'Europa come centro di ogni altra possibile integrazione». Fabio Galvano