Udine, in 200 mila a vedere le «Frecce» di Giuliano Marchesini

Udine, in 200 mila a vedere le «Frecce» La pattuglia acrobatica ha 30 anni Udine, in 200 mila a vedere le «Frecce» Ma non sono mancate le polemiche «Ramstein? Una maledetta fatalità» UDINE. Hanno lasciato strisce rosse, verdi, azzurre, nella campagna. Il sibilo dei reattori, le capriole in mezzo alle nuvole, le fumate. Tutto come sempre. La pattuglia acrobatica è tornata a volare sulla base di Rivolto, sopra circa duecentomila persone sparpagliate per qualche chilometro. Così si è festeggiata la trentesima stagione di attività delle «Frecce Tricolori». Alle spalle della nostra pattuglia acrobatica c'è lo scontro terrificante di Ramstein, in Germania: il 28 agosto dell'88, nella base tedesca, il grande rogo, più di 70 morti, tra i quali tre piloti delle «Frecce». E, da queste parti, la recente tragedia di Salgareda, nel Trevigiano: l'aereo sovietico che s'è schiantato, due vittime e otto feriti. Ci hanno provato i verdi, i comunisti, gli esponenti della sinistra indipendente a fermare questa manifestazione, rivolgendosi al ministro della Difesa Rognoni. Hanno protestato anche sindacalisti e persino sacerdoti friulani, che chiedevano ai piloti della Pan «un segno di pace». Ma le manifestazioni non hanno avuto seguito. A Rivolto, dunque, si torna a volare, a fare acrobazie in un pezzo di cielo grigio, con un «solista» che ha preso il posto di quello che lasciò la vita a Ramstein. Il tenente colonnello Gianfranco Dal Forno dice che ormai non si fa più il «cardioide», la figura la cui esecuzione provocò il disastro di Ramstein. «Al posto di quella esibizione, adesso, si fa la grande mela». Tra le autorità non c'è alcun rappresentante del governo. «Ma questa è una festa nostra», precisa il col. Dal Forno. Una festa accompagnata dal rombo degli aerei, per quasi tre ore. E le misure di sicurezza? «Le abbiamo prese tutte, non c'è di che preoccuparsi. Tutte le volte che i velivoli rivolgono il muso verso il basso, si evita di puntare sulle zone dove c'è la folla. E si badi che nessuna nazione ha cambiato le norme per le esibizioni delle pattuglie acrobatiche: lo abbiamo fatto soltanto noi, di nostra iniziativa. Così abbiamo modificato i programmi: la cosa importante era eliminare certe figure acrobatiche. Però siamo riusciti a mantenere la spettacolarità delle esibizioni». Ma per le «Frecce Tricolori» restano le polemiche, le contestazioni, anche la paura. «Questi discorsi - dice il tenente colonnello Roberto Scaloni - sono ciclici. Tuttavia, non c'è alcuna indicazione su un ridimensionamento delle Frecce. Bastano le nuove misure di sicurezza e il cambiamento di programma». Renato Rocchi è stato per sedici anni «speaker» della pattuglia acrobatica italiana. «Gli incidenti? son cose che capitano, purtroppo. Come nella Formula 1. Non dimentichiamo, però, che quelli che volano qui sono tutti professionisti perfetti. E poi, vedete quanta gente? Viene qui per passione. Dimentichiamo Ramstein: quella è stata una maledetta fatalità». Decine di migliaia di persone sull'erba, tra gli alberi, a prendere parte a questa «festa». La gente di qui, dicono, è molto legata alle Frecce Tricolori. La pattuglia francese passa radente la pista mandando sbuffi d'azzurro, di rosso. Poi, la spettacolare presentazione del G-222 del Reparto sperimentale di volo. Riprendono le pattuglie: la formazione «a razzo», il volo rovesciato, sopra Rivolto. Qualcosa che lo speaker definisce «un festival sincronizzato». Un festival al quale partecipano, spericolatamente come sempre, la «Patrulla Aguila» di Spagna, le «Red Arrows» inglesi, le «Alpi Eagles», che con queste capriole danno l'addio alla loro attività, poi la «Patrouille Suisse». Per ultime, le «Frecce Tricolori». Il solista, capitano Maurizio Guzzetti, è succeduto a Ivo Nutarelli, morto nello schianto di Ramstein. Sopra la pista, Guzzetti esegue il «volo folle», poi la figura del «pilota ubriaco». Ancora fumi, bianchi, rossi e verdi. Lo spettacolo è finito. Ed è finita anche l'ansia. Giuliano Marchesini

Persone citate: Aguila, Dal Forno, Gianfranco Dal Forno, Guzzetti, Ivo Nutarelli, Maurizio Guzzetti, Renato Rocchi, Roberto Scaloni, Rognoni

Luoghi citati: Germania, Salgareda, Spagna, Udine