«Mercantinfiera» di Maurizio Lupo

«Mercantinfiem» a Parma ritorna la «borsa» delle antichità «Mercantinfiem» II mercato dell'insolito PARMA DAL NOSTRO INVIATO Per otto milioni e mezzo è in vendita un pesce di due metri, pescato da Ernest Hemingway a Cuba, negli Anni 50. Era un bell'esemplare di marlin, una sorta di pesce spada che piace tanto agli americani, ma che Hemingway volle regalare a un amico avvocato. Non lo mangiò nemmeno lui. Preferì farlo impagliare in onore dello scrittore. Ora quel bestione è in Italia. E' una delle innumerevoli curiosità della nona edizione del «Mercanteinfiera», la rassegna che, da sabato scorso fino al 7 ottobre, con 500 stand su 40 mila metri quadri espositivi, si annuncia come uno dei più grandi mercati dell'antiquariato e del collezionismo, dell'insolito, del bizzarro e, soprattutto, del modernariato. Quest'anno la mostra prevede di accogliere 50 mila visitatori, forte di una fama, ormai europea, che accredita questo appuntamento come una sorta di «borsa» che fa tendenza con i suoi prezzi. In otto edizioni del «Mercanteinfiera» è comparso di tutto: dai monili dei grandi Bugatti alla sala da pranzo di Gina Lollobrigida, dalla Maserati del 1946 di Evita Peron fino ad un intero circo antico, con tamburi, costumi e attrezzature. Questa volta c'è anche un cassettone del '700, venduto nel 1965 dalla famiglia di Wiston Churchill a Christie's. Il prezzo è degno del rango. Invece per un milione e 800 mila lire si può acquistare la sagoma in legno di Armando Maradona, servita quest'anno come supporto per i fuochi artificiali sparati per festeggiare lo scudetto del Napoli. Chi voglia gloriarsi di essere andato a letto con Jean Mansfield per 350 mila lire può trovare la «boule» in gomma per l'acqua calda che riproduce tutte le curve della supermaggiorata. Ai patiti di giocattoli d'epoca non sfuggirà il raro modellino Ferrari prodotto dalla ditta Marchesini nel 1948, gommato Pirelli e presentato da un espositore di Firenze. Dicono che a Montecarlo un esemplare simile abbia spuntato 10 milioni. A Parma però si accontentano di 4 milioni e mezzo. Ce ne vogliono 10 invece per avere la collezione di 50 simboli da cofano delle più care berline del mondo, compresa la vittoria alata della Rolls Royce. Chi ha gusti ancor più particolari può sceglire fra una collezione di pennelli Pilsen di Norimberga, garantiti Anni 20, e una scelta di sciaccianoci dell'800, il più originale dei quali vanta un prezzo di 350 mila lire. Poco distante un espositore modenese, specializzato in cimeli militari, offre la cartella della cancelleria reale di Eugenio Beauharnais, ma il prezzo lo dice solo agli acquirenti. Discreto sui prezzi è anche il torinese che propone cimeli della Coca Cola, fra i quali spicca un originale divanetto ricavato da una vermiglia ghiacciaia, privata di un fianco e del coperchio. Rivaleggia con un di- vano analogo, realizzato con il frontale di un'auto americana Anni 50. Invece con il manubrio e il fanale di un motorino retro il fotografo milanese Maurizio Lamponi Leopardi ha creato una lampada da tavolo, in vendita per un paio di milioni. Fra gli antiquari giungono da Roma quattro bronzi particolari, alti circa 70 centimetri. Ritraggono un lanciere, un bersagliere, un fante e un granatiere. Sono identici a quelli giganteschi che ornano il monumento di Carlo Alberto a Torino. I venditori lo sanno e chiedono 30 milioni. In bronzo e avorio è una statua, opera di Rand Rivière, composta da un giullare sbeffeggiante a cavalcioni di un globo terrestre. Chi lo espone annuncia orgoglioso: «E' un pezzo che è piaciuto a Sgarbi». E allora? Fanno 50 milioni. Altrove la firma di Picasso è venduta per tre milioni, ma è su due mattonelle di serie. La girandola dei prezzi è varia: propone qualche occasione, ma più sovente, specie nei pezzi d'antiquariato «doc», sottolinea cifre che sembrano giunte a piena maturazione, anche per aree agiate come quelle del Nord Italia. Comunque l'acquirente consapevole trova amplissima scelta e confronto. Gli espositori si dicono entusiasti. La clientela professionale nelle giornate riservate in anteprima ai mercanti ha fatto girare parecchi assegni. Ora tocca al pubblico. Fra le tentazioni non mancano le rassegne collaterali: una collezione di cimeli, autografi e documenti di Garinei e Giovannini; una serie di cartelloni pubblicitari disegnati da Carboni, Dudovich, Boccasile per reclamizzare prodotti immaginari; una passerella di disegni dello scrittore Carlo Levi e una raccolta di cestini per la merenda, in latta, usati dai bimbi americani negli Anni 50. A stuzzicare ci prova anche una mostra di disegnatori erotici della rivista Glamour, alla quale fa eco una cruda carrellata di foto scattate nelle case di tolleranza del secolo scorso. Maurizio Lupo