Un quinto bimbo da rapire?

Un quinto bimbo da rapire? Un nome e una data nel taccuino della banda dei «guanti bianchi» Un quinto bimbo da rapire? Le indagini dei carabinieri di Genova GENOVA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per i banditi «in guanti bianchi», che l'avvocato generale dello Stato Rainero Tedeschi vuole trascinare nuovamente sul banco degli imputati per il sequestro di Federica Isoardi, la figlia dell'amministratore delegato dell'«Alpitour», rapita a Cuneo il 12 gennaio del 1984 e rilasciata due mesi dopo a Celle Ligure (il magistrato ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza del giudice Daniela Inderli che ha condannato gli autori del sequestro a 20 anni di reclusione), il «kidnapping» di Patrizia Tacchella, liberata dai «Gis» nella villa di Santa Margherita lo scorso 17 aprile, non doveva essere l'ultimo di quelli messi a segno (4) e di quelli in programma. E' una pista che i carabinieri della sezione anticrimine di Genova, autori delle indagini che hanno permesso di liberare Patrizia Tacchella e id scoprire i componenti della banda, battono con insistenza. In un'agenda sequestrata dopo l'arresto di Bruno Cappelli, Franco Maffiotto, Ornella Luzzi e Carla Mosso (le due donne sono state rimesse in libertà pochi giorni dopo) e le ripetute perquisizioni negli appartamenti a loro disposizione, gli inquirenti hanno trovato il nome di un ragazzo e un'annotazione con una data precisa. Ritengono che l'appunto indichi la vittima designata e il giorno del sequestro. Le indagini in corso hanno permesso di trovare riscontri obiettivi a questa ipotesi. Ora, è al vaglio della magistratura competente per territorio. Potrebbe essere il sostituto procuratore della Repubblica di Torino, Ugo De Crescenzo, il magistrato che si occupa dei sequestri di Pietro Garis (gennaio '75) e di Giorgio Garberò (ottobre '77). Ma è solo un'ipotesi di cui è impossibile trovare conferma a causa dello stetto riserbo del magistrato e dei ca¬ rabinieri. Di certo, invece, c'è che le «prigioni» dei due ragazzi sono state scoperte. Giorgio Garberò è stato tenuto prigioniero in un appartamento del centro storico affittato da Bruno Cappelli. Pietro Garis, invece, era guardato a vista in una tenda canadese installata dai banditi in un piccolo centro al confine fra le Provincie di Torino e Alessandria. Gli autori del primo sequestro sono stati Valentino Biasi e Franco Maffiotto. Al secondo partecipò anche il Cappelli. Nel ricorso in Cassazione, l'avvocato generale dello Stato, fra l'altro, afferma: «Non basta una confessione, frutto di interessato e tardivo pentimento (6 anni dopo il sequestro e la liberazione di Federica Isoardi, ndr) a giustificare la sentenza di Cuneo. La mancata indagine sulle sofferenze dei congiunti di Federica Isoardi rende, inoltre, del tutto trascurabile la condotta non disumana nei confronti della sequestrata». Ma, oltre all'«indagine mancata», lamentata dall'avvocatura generale, ce ne sono altre. Chi era la donna dalla «borsa rossa» che ha passato giorni interi insieme alla piccola Federica nella Villa - prigione di Santa Margherita, di cui la bimba ha parlato insistentemente e che ha visto anche Patrizia Tacchella? I tre «banditi in guanti bianchi» ne hanno sempre negato l'esistenza, ma gli inquirenti, al di là delle affermazioni di Federica Isoardi e Patrizia Tacchella, hanno acquisito la certezza della presenza di quasta donna nella villa di Santa Margherita Ligure dalle testimonianze degli abitanti del luogo. Poi, un'ultima circostanza sul pentimento di Bruno Cappelli, Franco Maffiotto e Valentino Biasi: i tre hanno confessato il sequestro Isoardi soltanto quando la bimba aveva riconosciuto nella villa di Santa Margerita la sua «prigione». Bruno Balbo Franco Maffiotto Valentino Biasi

Luoghi citati: Alessandria, Celle Ligure, Cuneo, Genova, Santa Margherita Ligure, Torino