E adesso il divo è diventato l'interlocutore ideale

E adesso il divo è diventato l'interlocutore ideale E adesso il divo è diventato l'interlocutore ideale «Ormai ho esaurito il carattere del gangster; ancora un paio e mi ritiro» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Robert De Niro compie al Lido l'ultima delle sue memorabili trasformazioni. E' diventato l'interlocutore ideale: semplice nell'atteggiamento e nel vestire, che consiste in uno scamosciato bruno portato su una maglietta verde, con il mento appoggiato alla mano per esprimere attenzione cordiale. Trasformiamolo noi in uno dei suoi personaggi preferiti. Con GoodFellas siamo ormai al quarto mafioso, dopo Mean Streets, Il Padrino 2 e Gli intoccabili. Non subirà per caso il fascino d'un tipo tanto pericoloso? «Credetemi. Se entrassi in una stanza dove si trovano soltanto tre gangster, non avrei l'impressione di vivere in una comunità malavitosa. Avvertirei piuttosto qualcosa di specifico in ognuno dei tre e (se dovessi generalizzare) mi sembrano proprio loro i tipi capaci di esprimere il massimo di contraddizione». Quelli di Scorsese poi sono gangster particolari. «Scorsese non dipingerebbe mai un gangster con la barba lunga e le spalle imbottite. E' un roman¬ tico che non si trova a suo agio con i duri alla James «Jagney. Così facendo comunque, a furia di sfumature e di dettagli, oggi ho esaurito il carattere del gangster. Ci sono ancora dei duri in giro? Non credo e mi ritiro; anzi di gangster ne faccio ancora un paio al massimo, e basta». In che cosa è consistito stavolta il lavoro di immedesimazione, che ha prodotto ritratti memorabili come in Toro scatenato e in Missioni «Difficile crederlo — e si toglie lo scamosciato —, ma si trattava d'un lavorio fatto al telefono. John Pileggi, autore del libro del soggetto, mi aveva informato sulle abitudini delle "famiglie". Mi mancava però l'esperienza diretta con il protagonista, che il governo proteggeva dalle ritorsioni degli amici denunciati. Allora di tanto in tanto parlavo con questo Hill, mi diceva lui di chiamarlo a numeri sempre diversi. Discutevamo a lungo, non mi piace inventare». Che impressione ne riceveva? «Che, né più né meno di altre persone, si trovasse bene unicamente nel proprio mon¬ do. Si era conquistata una stabilità di giorno in giorno. Strano, certo». E con Martin Scorsese? «Niente per 7-8 anni, da Re per una notte. Abbiamo parlato e riparlato di tanti progetti e a sorpresa si è aperta la possibilità di girare insieme nuovamente sulla malavita. L'interruzione non si ripeterà più e già in dicembre faremo insieme Il promotorio della paura». Ecco Scorsese. A differenza di due anni or sono, quando dovette difendere da tutti L'ultima tentazione di Cristo, non veste più in bianco verginale e non porta più la profetica barba. E' in nero, con camicia abbottonata e senza cravatta. Chiede che le domande gli vengano rivolte in italiano, non lo imbarazza il chiacchierio dell'interprete. Si collega con il passato prossimo, discute con un sorriso tirato. Se il Cristo aveva la tentazione della normalità, il gangster impersonato da Ray Liotta deve rientrare nella normalità. Lo fa chiudendo con i compari, legato all'esigenza di dire la verità: in caso contrario il governo cesserà di proteggerlo ed entro dieci mi¬ nuti i suoi lo faranno fuori. Anche per questo — qui il regista si rivolge a De Niro e Liotta — abbiamo un gangster diverso. «Non è mai stato e, a maggior ragione, non sarà mai uno di quei duri che non sorridono. Risulta agghiacciante, osceno. Io e il mio pubblico ridiamo con lui e non di lui. Il conflitto è interessante, il mio sarà un film sui fanti e non sui generali». Robert De Niro e Martin Scorsese, con Liotta e la comproduttrice Barbara De Fina, si prestano a una forsennata seduta per i fotografi. Calmi, ironici, forse stanchi. Ma non ci sono unicamente loro alla Mostra. Athina Cenci, interprete de I tarassachi, ha paura che il film venga giudicato per il problema della droga che dibatte e non per la realizzazione cinematografica in sé. Si accalora e si confonde: «Non per niente la produzione ha scritturato un fotografo come Spinotti» (e indica Giuseppe Lanci) e poi «e poi, gli attori non sono male». Piero Perona De Niro. Ultima trasformazione

Luoghi citati: Venezia