Pittori dalla Bulgaria ma non li fan esporre

Pittori dalla Bulgaria ma non li fan esporre Pittori dalla Bulgaria ma non li fan esporre con majorettes, arti marziali, giochi. E pittori bulgari. Il gruppo (nove diplomati all'Accademia di Belle Arti di Sofia, tutti della città di Jambol) arriva venerdì con otto casso di quadri e sculture a Trieste: «Ci spiace, ma per far entrare queste opere ci vuole un visto e il funzionario non c'è». Soltanto a sera una speranza: «Partite per Torino, sdoganeranno là». Il gruppo arriva a Torino alle 7 di sabato. In stazione spiegano che deve interessarsi la sede centrale della Dogana. Gran viavai e poche speranze. Ma qualcuno gentile spiega: «Basta un visto dalle Belle Aiti». Peccato sia già sabato sera. Così i pittori bulgari trascorrono la notte a dipingere nuovi quadri, per aver qualcosa da esporre. Ieri mattina il professor Francesco Pugliese, primario alle Molinette, cerca di aiutare gli artisti, telefona a due ispettrici delle Belle Arti, «si¬ E' finita all'italiana, con due «Alberto Sordi in gonnella» che dicono: «Non è ora d'ufficio. Come si permette di chiamarmi a casa la domenica mattina?». Brutto film per i nove pittori e scultori bulgari invitati in Italia alla festa organizzata ieri mattina in via Di Nanni dal circolo «La voce del borgo». I bulgari sono arrivati venerdì a Trieste, in treno, da Sofia, non hanno mai dormito, hanno combattuto con i nostri uffici, si sono sentiti presi in giro e ieri hanno partecipato alla «festa» dopo aver improvvisato quadri per tutta la notte. Oggi ripartiranno per la Francia con le loro opere rimaste imballate in stazione. La storia è breve. La «Voce del borgo» riunisce un centinaio di famiglie della zona di via Di Nanni e si occupa di cultura, arte, sport. Con il patrocinio del Comune, inventa, fra le altre iniziative, una domenica quelli di un ispettore delle Belle Arti che forse guarda troppo in tivù quel birbante di Vittorio Sgarbi. Si erano dati da fare tanti amministratori (dalla Spagnuolo a Matteoli a Marzano), ma Pugliese ha dovuto rinunciare: né di sabato né di domenica l'arte si sdogana per un quartiere ancora capace di far festa «in questo stagno che è Torino», come dice Vincenzo Bruno, «il Rospo», gallerista di via Di Nanni, [m. nei.] gnore» Ragusa e Astrua, una cui firma basterebbe al via libera per la manifestazione. Ma lo assaltano: chi crede di essere per chiamare a casa funzionari dello Stato alle nove della domenica per problemi d'ufficio che si discutono il lunedì? Il professor Pugliese non spiega di essere uno che salva la vita alla gente senza guardare orologio e calendario. E' abituato ad ansie e ire di malati con problemi più grandi di )