Quale pista per Simonetta?

Quale pista per Simonetta? Le indagini sul delitto di via Poma si avviano ad una svolta con i risultati di nuove perizie Quale pista per Simonetta? E il portinaio potrebbe uscire di scena ROMA. Procedono le perizie sulle tracce di sangue trovate nell'appartamento di via Carlo Poma dove, con ventinove coltellate, venne seviziata e uccisa Simonetta Cesaroni. Dall'esame ematologico il pubblico minisi -o Pietro Catalani spera di ottenere elementi che gli consentano di restringere la rosa degli indiziati. E un momento estremamente delicato delle indagini perché dall'esito della perizia l'indiziato numero uno, il portiere Pietrino Vanacore, potrebbe uscire definitivamente di scena. Le analisi disposte dal magistrato dovrebbero confermare se, oltre al gruppo sanguigno della giovane vittima, dalle tracce di sangue spedite ai laboratori scientifici si possa risalire ad altre persone. Dopo la scarcerazione del portiere disposta dal tribunale della libertà, le indagini infatti sono state indirizzate su più ipotesi. Gli inquirenti non escludono che l'assassino della giovane impiegata romana possa aver avuto un complice. Proprio per questo stanno esaminando con attenzione i diari e le lettere che Simonetta aveva scritto negli ultimi anni. Polizia e magistrato, dopo la parziale sconfessione del lavoro svolto sinora e culminato nella scarcerazione del primo degli indiziati, cercano nuove piste. Le indagini, ormai, abbracciano un orizzonte molto vasto. E per gli inquirenti il lavoro si complica. Ricostruire gli ultimi anni della vita di Simonetta non è facile. Ma a questo punto tutto è possibile. Sul fatto che Simonetta conoscesse il suo assassino, gli inquirenti hanno pochi dubbi. Solo lei avrebbe potuto aprire la porta dell'ufficio, in quel deserto pomeriggio di agosto, a quello che di lì a poco sarebbe diventato il suo carnefice. Nelle macchie di sangue trovate dalla Scientifica in via Poma, c'è traccia dell'assassino? E' quanto dovrà stabilire in settimana un gruppo di esperti, tutti docenti dell'Università di Roma, ai quali il pubblico ministero Pietro Catalani ha affidato nei giorni scorsi il delicato esame. Nelle intenzioni del magistrato, la perizia dovrebbe servire se non altro a escludere una volta per tutte, i sospetti sul portiere che ha già scontato venti giorni di carcere prima di essere rimesso in libertà per mancanza di prove. In settimana, insomma, il delitto di via Poma potrebbe far registrare clamorosi sviluppi. Nel senso che le accuse che magistrato e polizia avevano elevato nei confronti del portiere, che rimane comunque l'dndagato» numero uno, potrebbero essere confermate, oppure l'attenzione potrebbe rivolgersi su qualcun'altra delle persone già entrate nel mirino della polizia. Gli inquirenti, difatti, dopo la scarcerazione dell'enigmatico portiere stanno seguendo la strada delle testimonianze incrociate. Mettendo a confronto le versioni di tutti i testimoni di questa vicenda. Il vicequestore Nicola Cavaliere sta perciò in questi giorni riesaminando alcuni particolari che erano sino ad ora stati lasciati da parte e che con la scarcerazione di Vanacore potrebbero assumere di nuovo importanza. Giuseppa De Luca, la moglie del portiere, dichiarò infatti di aver visto uscire dallo stabile di via Poma un giovane che camminava con una andatura dinoccolata e con un sacchetto in mano. La portiera disse che poteva trattarsi di Fabio Forza, un geometra che lavora in uno studio del palazzo, ma che in quei giorni era in vacanza in Turchia. La testimonianza della donna fu interpretata come l'estremo tentativo di discolpare il marito ormai in galera. Ora gli inquirenti stanno ripercorrendo quella pista. Proprio per non tralasciare niente, al di là dei loro convincimenti. A magistrato e polizia, comunque, rimane poco tempo a disposizione. Le indagini, come ha stabilito il giudice dell'inchiesta preliminare, Giuseppe Pizzuti, che il 12 agosto ha convalidato il fermo di Pietrino Vanacore, dovranno essere concluse entro il 12 settembre. Sino a quel giorno, ri- petono alla squadra mobile cui non è andata giù la scarcerazione del portiere, Pietrino Vanacore resterà sempre il primo degli indiziati: le sue bugie e il buco nel suo alibi sono gli indizi maggiori. Ma prove più convincenti, a quasi un mese di dstanza, non sono state ancora trovate. [r. r.] Pietrino Vanacore, il portinaio di via Poma, in auto con la moglie

Luoghi citati: Roma, Turchia