Deauville fascinoso e convenzionale vetrina Usa

Deauville# fascinoso e convenzionale vetrina Usa Deauville# fascinoso e convenzionale vetrina Usa Dal 31 agosto, nella cittadina francese, titoli di richiamo e divismo DEAUVILLE. L'annuale Festival del Cinema Americano che si terrà quest'anno da venerdì 31 agosto a domenica 9 settembre, è al tempo stesso il più affascinante e il più convenzionale dell'intera stagione. Affascinante perché mai come in quest'ultimo decennio del suo primo secolo il cinema segue le tecniche e le tematiche di Hollywood: facilone perché, stabilito un conveniente tramite diplomatico, basta chiedere i titoli proiettati negli ultimi due mesi in America (dove siamo in alta stagione) per varare una rassegna di prestigio. Quest'anno una sola preda l'ambito Dick Tracy dai fumetti di Chester Gould con Warren Beatty durissimo e Madonna ambiguissima - sembra sia sfuggita alla rete di Deauville. In fondo Venezia vanta il fascino d'una regale decadenza ed è parso giusto accontentarla. Sennonché gli ultimi grossi af¬ fari cioè i pochi non conclusi negli uffici di Los Angeles e New York, saranno trattati sulla spiaggia francese. I film prescelti sono, come si dice, tutto un programma. Si tratta di Sur un arbre perché di John Badham con Mei Gibson; Days of Thunder di Tony Scott con Tom Cruise; Flatliners di Joel Schumacher con Julia Roberts; The Freshman di Andrew Bergman con Marion Brando; Ghost di Jerry Zucker con Whoopi Goldberg; Presunto innocente di Alan J. Pakula con Harrison Ford; Pretty Woman di Gary Marshall con Richard Gere; Total Recali di Paul Verhoeven con Arnold Schwarzenegger; Where the Heart is di John Boonnan. I motivi d'interesse sono i più diversi e possono riferirsi a intellettuali sofisticati, giovanissimi buontemponi, persone di una certa età amanti del genere tradizionale. Ai primi piacerà ritrovare il Marion Brando protagonista di storie con emozioni assolutamente uniche: il rivoluzionario Zapata del film di Kazan, il burlone Cielo Masterson che cade nella trappola religiosa e sentimentale di Jean Simmons nel musical Bulli e pupe, l'increscioso generale ribelle annidato nel fondo della giungla vietnamita in Apocalypse Now. Stavolta con The Freshman Brando si è forzato di riprendere un personaggio simile al «Padrino», il film della sua precoce apoteosi: sarà un veterano della mafia che alleva nello studio e nella serenità il giovane protetto Matthew Broderick. Tom Cruise, attore intelligente se mai l'ultima generazione ne ha espresso uno, lascia il genere impegnato di Rain Man e Nato il 4 luglio per tornare a storie più semplici e di largo respiro. Se in «Top Gun» era pilota di aerei da guerra, in Days of Thunder è pilota di auto da corsa. Ghost e Flatliners rispondono alle esigenze del pubblico teen-ager, che in America come in Francia e come altrove, non si fa pregare per mettersi in coda e consumare il prodotto preferito. Ghost è una vicenda allegra con fantasmi diretta da uno degli artefici de «L'aereo più pazzo del mondo» e Flatliners una divagazione sulle carriere e sulle delusioni dei giovani medici. In primo piano per Ghost, sul pallido sfondo di fantasmi, la nera mole della brillante Whoopi Goldberg e in primo piano per Flatliners l'emergente Julia Roberts, ugualmente privilegiata dalla regìa di Pretty Woman. In questo film diretto da Gary Marshall che, detto in quattro parole, ricorda ora Pigmalione ora Cenerentola, abbiamo la sorpresa d'un Richard Gere brillante. E abbiamo una sorpresa forse meno vistosa nell'affermazione di Julia Roberts, l'aggraziata sorella del bel tenebroso Eric, che conferma i progressi registrati tra Mistic Pizza e Fiori d'acciaio. Ma torniamo al divismo maschile. Harrison Ford interpreta la parte d'un avvocato accusato dell'omicidio dell'amante in Presunto innocente, con la regìa di Alan J. Pakula regista di La scelta di Sophie; non c'è Arnold Schwarzenegger ma Peter Weller in Robocop 2 diretto da Irvin Kershner che firmò con l'episodio dello Jedi il n° 2 della saga di Guerre stellari; Mei Gibson, in attesa di spopolare con Air America di Roger Spottiswoode e addirittura con Shakespeare neU'Hamlet di Zeffirelli, si presenta forte di incassi miliardari in Sur un arbre perché di John Badham. Sono meno noti, e perciò felicemente da scoprire, sia Where the Heart is di John Boorman sia l'opera prima da regista di Martin Sheen intitolata Cadence. Facilmente immaginabile l'effetto sui mezzi di comunicazione di massa che produrrà l'arrivo d'uno soltanto preso a caso tra i divi che animano queste rassegne. Del resto, avvicinandosi in questo a Cannes, il festival di Deauville coltiva con attenzione i miti e i personaggi del recente passato. Quest'anno sono previsti omaggi a Sidney Lumet, John Boorman, Richard Widmark, Bugs Bunny che ha compiuto i 50 anni, agli Universal Studios e a Jane Russell. Per i giovani la bruna antagonista di Marilyn Monroe ne Gli uomini preferiscono le bionde rischia di essere una sconosciuta. Capiranno subito perché in America era soprannominata «il seno» e perché il suo primo film s'intitolava II mio corpo ti scalderà. Ir. s. s.]