Festival e il cinema sfavilla Ecco Biraghi

Festival, e il cinema sfavilla Nate da esigenze meramente culturali, le rassegne servono oggi da cassa di risonanza per lo spettacolo Festival, e il cinema sfavilla Da Cannes a Venezia, Berlino e Locamo I manifesti promettono bellezza, gioia ed esotismo. Gli spot trasudano di ottimismo e di sorpresa. Nei giornali autori e attori riprendono il primo piano. E' bella da sempre la vigilia della stagione cinematografica. I film sfavillano, in questo secolo confuso, sicuri come i regali di Natale. Li aspettiamo, non c'è che dire. Accanto a questo aspetto vitaminico e consumistico, proprio in questa stagione con l'appprossimarsi di Venezia si leva altrettanto petulante il richiamo dei festival. Nati con esigenze meramente culturali, essi servono oggi da cassa di risonanza per lo spettacolo. Questo in linea generale ma, presi uno por uno, dimostrano di essere uguali e diversi rispetto alle primitive ambizioni in un innegabile crescendo d'interesse e di partecipazione. Il festival che batte la grancassa, in uno scambio di messaggi e di programmi, assomiglia talora al festival nato in un'aula di studio. Che senso hanno gli uni e gli altri? Venezia, che riprende orgogliosamente nella dizione ufficiale la parola «arte», non pretende più di essere immacolata. Se ha modo di strappare alla concorrenza un film che non ha valori estetici ma risvolti merceologici, lo fa con tempestività (parliamo di Dick Tracy). Deve mantenersi severa sul piano storiografico, nell'esigenza di documentare la storia del cinema. L'anno scorso la proposta del Dekalog di Kieslowski come corpus unico valeva più del concorso. Cannes, che primeggia in senso assoluto, non ha che problemi di scelta e di crescita. Ha l'occasione di varare un mercato europeo, di allestire una vetrina rilucente. A volte ne approfitta, a volte si compiace della grandeur. E a ogni edizione si ripresenta più pimpante e più completa che mai. A sua volta Berlino, che per una generazione intera puntò sull'antagonismo su Est e Ovest offrendo cavalleresca disponibilità alle voci di ogni dissenso, si trova ad aver giocato tutte le carte buone. La Storia in questo scorcio di secolo marcia in avanti, Berlino svilupperà un diverso anticonformismo. A Locamo i giovani autori e le giovani cinematografie hanno trovato una trentennale ospitalità. Autori e cinematografie saranno però in futuro ambiti da tutte le rassegne indistintamente. Chi sarà così autenticamente «anarchico» da privilegiare secondo tradizione il rifugio elvetico? Con il proliferare dei Festival poi le singole intestazioni finiscono con il collimare: Nuovo Cinema a Pesaro e Cinema Indipendente a Montecatini, mistero a Cattolica e giallo a Cognac, film d'autore a Sanremo e settimana della critica a Venezia non fanno discorsi dissimili. Non presentano problemi gravi i diversi festival specialistici. Se Pordenone ripercorre la filologia del muto e Trento l'epopea della montagna, si tratterà semplicemente di acuire gli stru¬ menti dello studio. Per di più certi steccati, tornando agli appuntamenti di vasto respiro, cadono in nome del buon cinema tout court. A un festival torinese di cinema sportivo l'apertura venne affidata a Chorus Line perché si riferiva genericamente all'agonismo della vita in sé ma soprattutto perché si trattava di un ottimo musical. Così sempre a Torino un Festival di Cinema Giovani fu concluso da II gabinetto del dottor Caligari, nella restaurata edizione muta delle origini. Discorsi semplici che richiedono impegni e trattative stressanti. La lotta per accaparrarsi i migliori titoli scomoda appoggi politici e disponibilità finanziarie. Non vorremmo trovarci qui a stilare un'amara conclusione, legata al mercato e non all'estetica. Ogni festival - anche Venezia, anche Berlino, a tratti persino Cannes - si trova purtroppo a pescare nella disponibilità stagionale di pellicole. E stavolta la stagione va intesa nel significato proprio di tre mesi e non di annata: se cioè nel giro di un tale breve lasso di tempo, esistono buoni film liberi, non saranno certo i direttori artistici a lasciarseli sfuggire. Se però queste perle latitano, i festival oscurano senza colpe particolari i loro schermi. Piero Perona

Persone citate: Caligari, Dick Tracy, Kieslowski, Piero Perona