I fans della 500
I fans della 500 Per la settima volta insieme a celebrare il culto della più amata utilitaria Fiat I fans della 500 Dal mondo a Garlenda GARLENDA. Qualcuno, come Judith Bajai Novàknè, Lajos Novak e Istuan Zozma, è partito domenica scorsa per arrivare a Garlenda in orario. E non gli si può dare torto, visto che il «via», per loro, era a Budapest. Altri, oltre cento, sono partiti, sempre domenica, da Kiel, in Germania, per dare vita al secondo «Tour Europa», un serpente di auto che attraverso Olanda, Francia, Lussemburgo e Svizzera è arrivato a Garlenda, sulle alture dietro Albenga, per il settimo raduno internazionale. Ad unire tutti, è una «fede» laica: la Fiat 500. «Uno strumento della "glasnost" prima che Gorbaciov arrivasse al potere», dice Domenico Romano, sindaco di Garlenda e «papa» laico delle celebrazioni dedicate al culto della 500. Secondo lui, che sulla utilitaria Fiat ha scommesso fortune politiche e «immagine» di Garlenda, sono almeno un milione e 200 mila le 500 ancora su strada. In Italia e all'estero. Al parco di Villafranca, sede del raduno annuale, erano poco più di 400. «Ma non era possibile accoglierne di più. I problemi organizzativi sarebbero stati troppo grandi per il nostro piccolo Comune», spiega Giancarlo Tassistro, presidente della Pro loco. A Garlenda, ogni anno, l'appuntamento con il raduno è una festa. Tutto il paese si mobilita per accogliere gli ospiti. Alle 10 di ieri una lunga carovana di appassionati si è mossa da Garlenda e ha percorso una ventina di chilometri per le vie del Ponente savonese. La fila di 500 ha toccato Alassio, Villanova, l'entroterra. Per molti è stata l'occasione per un viaggio strombazzante nel verde della collina ligure, per altri un momento di divertimento. Il corteo è stato aperto da Giampaolo De Capitani, presidente del Fiat 500 Club Italia. La sede è a Garlenda. De Capitani, che possiede una storica «Gamine», considerata la «Rolls Royce» della 500, è in «pole position» per la presidenza di una nuova associazione europea, un «Fiat 500 Club Europa» che sta nascendo in questi giorni. A differenza degli anni scorsi la settima edizione è stata caratterizzata da meno fantasia, ma da più originalità. Sino allo scorso anno, infatti, le Fiat 500 venivano proposte al raduno con «vestiti» strani, frutto di fantasia. Quest'anno, invece, le macchine cercavano soprattutto di essere identiche a quando, tra il 1957 e il 1975, uscivano dalla fabbrica. Alberto e Luca Piazza, padre e figlio proprietari di una delle prime 500, sono arrivati da Roma a bordo di un'auto uscita da Torino nel 1957. E' perfetta. Non la venderebbero nemmeno per 8 milioni, il prezzo stimato dai collezionisti. Certo, al raduno c'è anche chi prosegue sulla strada della fantasia. Un tedesco è arrivato su una splendida 500 bordeaux (un colore mai uscito dalla produzione Fiat) e al traino aveva una piccola roulotte fatta con una seconda 500. Maurizio Ghirardi, da Motta di Rivenza in provincia di Padova, è arrivato con una giardiniera del 1962 attrezzata a fuoristrada. Vincerà il premio dedicato alle «station wagon» anche se ha fatto storcere il naso a molti «puristi» della 500. Accanto alle Fiat 500 vere quest'anno c'erano anche quelle di carta. Pubblicate in un libro, edito da Bacchetta, curato da Romano Strizioli. Nonostante il prezzo, non proprio popolare, l'opera, con prefazione di Alberto Bellucci, è andata a ruba. Stefano Pezzini Le «gloriose 500» sfilano durante la festa di Garlenda
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