«Torino deve contare di più» di Luciano Borghesan

«Torino deve contare di più» Finisce stasera con l'elezione del sindaco la maratona delle giunte per Comune, Regione, Provincia «Torino deve contare di più» La sfida di Zanone, un liberale dopo 26 anni Oggi la città avrà un nuovo sindaco. L'esapartito, ieri, ha depositato in Municipio la proposta di delibera per l'elezione della giunta. In sala rossa, l'appuntamento è per le 16. Sarà Valerio Zanone a succedere a Maria Magnani Noya alla guida della città. Il voto, palese, non dovrebbe riservare sorprese. Appartiene a un partito, il pli, di grandi tradizioni ma che a Torino ha avuto poche occasioni per esprimersi al vertice del governo pubblico. L'ultimo eletto fu Riccardo Cattaneo nel 1920, nel '43 Villabruna resse il Comune per un mese come «podestà», infine nel '64 il professor Jona svolse le funzioni di sindaco per 4 mesi. Zanone ha 54 anni, laureato in lettere, iscritto al pli dal '55, segretario nazionale del partito dal '76 all'85, consigliere regionale dal '70 al '76 quando fu eletto in parlamento, è stato ministro all'Ecologia (85-86), all'Industria (86-87), alla Difesa (87-89), attualmente è presidente della commissione Difesa alla Camera. Sposato, ha tre figlie e due nipoti. Ieri ha appreso la notizia della raggiunta intesa a Roma, dove abita. Arriverà a Torino stamane, nel pomeriggio inizia la sua nuova avventura. Sindaco liberale: che cosa muterà rispetto ai predecessori de (l'ultimo fu Picco nel '75), pei (Novelli fino all'85), psi (Cardetti e poi Magnani Noya)? «Come liberale — risponde Zanone — intendo garantire il buon governo, trasparenza e attenzione ai diritti della cittadinanza, e fare di Torino una metropoli europea». Con quale programma? «Lo illustrerò in consiglio comunale. Le priorità: la grande innovazione istituzionale che dovrà dare a Torino lo statuto anche in preparazione del futuro governo metropolitano; l'organizzazione del territorio, la tutela ambientale, la solidarietà sociale; il sostegno a grandi esperienze culturali. Opere: realizzare i grandi progetti: dalla cittadella giudiziaria ai parcheggi, al metrò». E' stato ministro, è parlamen- tare: cercherà un rapporto con i colleghi piemontesi per far sentire maggiormente la voce di Torino a Roma? «Torino deve essere rappresentata in sede centrale in modo proporzionato al suo ruolo nazionale e internazionale. La città deve avere un complesso di forze attive». Cercherà il dialogo con l'opposizione anche dopo i recenti attacchi fattigli? «Le polemiche sono state fatte su argomenti da poco destinate a durare poco. Farò il sindaco secondo quanto previsto dalla legge: con l'opposizione cercherò collaborazione, specie sulle regole istituzionali». Lei vive a Roma con la famiglia, si trasferirà? «Dovrò cercare una sistemazione, è un problema che sto risolvendo». La famiglia lo seguirà? «Vorrei che la scelta coinvolgesse solo me». A cedergli il timone della città è Maria Magnani Noya. Europarlamentare, resterà sui banchi socialisti della sala rossa. Lascia malvolentieri un incarico che lei, donna di carattere, ha cercato di adempiere nel segno delle opere da realizzare anche forzando certe decisioni sul consiglio quando le riteneva importanti per la città. Una volontà che a volte ha dato fastidio, altre ha provocato impopolarità. «La gran parte dei cittadini mi ha capito, e a loro va il mio ringraziamento» ha più volte detto a chi le chiedeva se non era stanca delle critiche. «Magnani Noya — afferma oggi il segretario provinciale del psi, Franco Tigani — ha retto con forza, coraggio e dedizione un ruolo resogli difficile da problemi interni ai partiti e alla maggioranza. E nonostante ciò lascia a Torino opere importanti, tra cui gli impianti della Continassa, la Torino-Ceres e altri progetti awiatissimi». E oggi, cielo sereno? A sentire i leader di partito sì. Bonsignore (de): «E' l'occasione delle grandi trasformazioni se si vuole anticipare, a differenza del passato, una crisi economica preannunciata. Con realizzazioni che diano occasioni di lavoro e siano strumenti poi per un ruolo europeo di Torino. Penso a come si potrebbe fare dell'Università un riferimento a livello mondiale. Mi auguro che maggioranza e opposizione sappiano essere entrambe forze di governo». Soddisfatto Prowisierio, il segretario cittadino de: «L'intesa rappresenta l'intero nostro partito e ci rende autorevoli interlocutori dei nostri alleati». «E' merito nostro — afferma il collega del pri, Ferrara — se la de ha risolto le sue divergenze interne. Su loro richiesta, abbiamo rinunciato a un assessorato proprio per favorire l'armonia di governo per il bene della città». Tigani (psi): «La nuova giunta ha elementi ed esperienze per lavorare bene. Nei prossimi sei mesi dovrà impostare l'attività, per poi risolvere le grandi questioni». Eppure qualche nuvola permane. Il psi spera di avere dalla de la delega per i «giovani», al posto di quella del «personale», non ancora assegnata. E per gli scudocrociati temporale in vista per la riunione da cui uscirà il nuovo capogruppo. Ieri l'area di Forze Nuove, cui spetta l'incarico nella logica della ripartizione dei ruoli tra correnti, ha indicato il candidato in Porcellana, ma il suo ex delfino Gaiotti si è autoindicato e annuncia battaglia: «Porcellana ha già litigato con tutti, c'era da aspettarselo che prima o poi avrebbe cercato di litigare con me. Decida autonomamente il gruppo, io non ritiro la mia candidatura». Luciano Borghesan L'ex-ministro Valerio Zanone, da stasera nuovo sindaco, riceve le congratulazioni. Succede a Maria Magnani Noya