La morte assurda di Puig

La morte assurda di Puig Aveva lasciato l'Argentina nel 73, perseguitato dai peronisti La morte assurda di Puig Lo scrittore, che divenne famoso con la riduzione cinematografica de «Il bacio della donna ragno», è morto per una banale operazione CITTA' DEL MESSICO. E' morto all'alba di ieri per i postumi di un banale intervento chirurgico. Manuel Puig era considerato uno dei più interessanti scrittori del dopoguerra. Romanziere e autore teatrale e cinematografico. Aveva 58 anni e aveva raggiunto lo notorietà relativamente tardi. A quanto hanno reso noto i famigliari dello scrittore, il decesso si deve alle complicazioni sopraggiunte alla asportazione chirurgica della cistifellea. Manuel Puig si era stabilito da alcuni anni a Cuernavaca, non lontano da Città del Messico, dopo aver vissuto in numerose città europee e americane. Fra i suoi romanzi più famosi figura «Il bacio della donna ragno», la cui versione cinematografica ha avuto un successo strepitoso, il «Bacio» era il suo quarto romanzo ed era uscito un po' in sordina. Il regista Héctor Babenco decise di adattarlo per una versione cinematografica. Era la storia di un omosessuale e di un rivoluzionario rinchiusi nella slessa cella in un carcere ddi Buenos Aires. Non sembrava essere una storia destinata al successo. Neppure Puig ci credeva. Invece, il film incontrò i favori del grosso pubblico. E anche la critica fu subito entusiasta. La fortuna letteraria di Manuel Puig è incominciata così. Improvvisamente. Gli editori di tutto il mondo scoprirono anche i suoi tre romanzi precedenti. «Il tradimento di Rita Hayworth», del 1968, «Sangue di Amor corrisposto» (pubblicato in Italia da Einaudi), «Fattac- ciò a Buenos Aires», sono diventati best sellers in tutti i continenti. Puig era nato in un paesino sperduto nella pampa, General Villegas. Aveva abbandonato l'Argentina nel 1973, quando fu costretto a prendere la via dell'esilio per le contestazioni (e le intimidazioni) dei descamizados peronisti proprio in seguito alla pubblicazione di «Fattaccio a Buenos Aires», messo all'indice perché accusato di diffamare il Paese. Dal 1973 Puig incominciò a girare per il mondo, tentando varie esperienze. Era soprattutto il cinema ad affascinarlo. Si era anche recato a Roma per studiare cinematografia: grazie ad una borsa di studio seguì le lezioni di Cesare Zavattini al centro sperimentale di cinematografia. Ma questa esperienza non ebbe una con¬ clusione positiva. Dopo Roma, fu a Parigi, poi a Città del Messico, poi a New York, infine a Rio de Janeiro. Pareva che nella città brasiliana avesse trovato il «luogo ideale» della sua vita. Invece, la sua inquietudine lo spinse a muoversi di nuovo e a stabilirsi a Cuernavaca. In Argentina non avava mai più voluto tornare stabilmente. Anche se i regimi erano cambiati, anche se dopo la giunta militare era tornata la democrazia con Alfonsin. Del suo Paese rimpiangeva la «perdita di identità» degli scrittori. «Fino all'inizio degli Anni Settanta, diceva, gli autori di romanzi erano, in Argentina, famosi e riveriti come divi del calcio o dello spettacolo. Oggi il marketing, la ragione del denaro, ha preso il sopravvento su tutto. E quei tempi non ritorneranno mai più». Lo scrittore Manuel Puig