Appalti, tre anni a Ciancimino

Appalti, tre anni a Ciancimino Colpevole di abuso in atti d'ufficio per aver favorito due ditte che si aggiudicarono commesse del Comune per miliardi Appalti, tre anni a Ciancimino E' la prima condanna per l'ex sindaco di Palermo PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Vito Ciancimino è stato condannato per la prima volta, ma non perché sarebbe mafioso, accusa per la quale dev'essere ancora giudicato. La terza sezione del tribunale di Palermo gli ha inflitto 3 anni e 2 mesi di reclusione per abuso innominato in atti d'ufficio, al termine del processo sui grandi appalti affidati, in un vortice di miliardi, a due ditte, dal Comune di Palermo, fra il '70 e l'84. Degli altri tre ex sindaci processati, tutti de, ne è stato condannato uno solo, Carmelo Scoma, pure a 3 anni e 2 mesi. Assolto perché il fatto non sussiste e con un altro capo d'imputazione caduto in prescrizione, esce a testa alta Nello Martellucci. Per la prescrizione se l'è cavata anche Giacomo Marchello. Dei tre ex assessori processati, Giacomo Murana e Salvatore Midolo sono stati condannati a 3 anni e 2 mesi, mentre Salvatore Bronte è stato assolto per non aver commesso il fatto. La stessa pena è stata comminata all'ingegner Manlio Tocco, all'epoca dei fatti capo ripartizione del Municipio. Due anni ha avuto l'ingegner Pasquale Nisticò, amministratore delegato della Lesca-Farsura che nei 9 anni in cui gestì l'appalto per la manutenzione di strade e fognature incassò dal Comune 1200 miliardi. Nisticò è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di truffa che era stata elevata pure a suo suocero, Arturo Cassina, la cui posizione è stata stralciata per la sua salute precaria. L'imputazione di truffa è costata molti guai a Cassina, uno dei più ricchi e intraprendenti costruttori siciliani. Ora l'assoluzione del genero da quest'accusa potrebbe anche spianare la strada al gruppo edilizio, che dal dibattimento ha ricevuto pesanti contraccolpi, sino alla cancellazione dall'albo degli appaltatori, poi revocata. E' stato infine assolto, perché il fatto non costituisce reato, l'anziano presidente della società Icem, Francesco Paolo Massa, che gestiva l'appalto dell'illuminazione pubblica e il cui direttore generale, l'ingegner Roberto Parisi, presidente del Palermo, fu assassinato dalla mafia cinque anni fa. Nessuno dei dieci imputati era presente alla lettura della sentenza. Ciancimino è a Roma per «impegni». I suoi difensori, Orazio Campo e Delfino Siracusano, proporranno appello, come gli altri condannati. Il pm Agata Consoli, dieci giorni or sono, aveva chiesto per Ciancimino 4 anni di reclusione, la sola assoluzione di Massa e la condanna degli altri otto imputati a pene fra i 3 anni e i 3 anni e 10 mesi. Il tribunale ha disposto per Ciancimino, Scoma, Midolo, Murana e Tocco, l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. I nove condannati dovranno pagare le spese processuali e risarcire il comune di Palermo che si era costituito parte civile. Il dibattimento ha registrato alcuni momenti d'un, certo interesse, specie quando Ciancimino ha negato di essere stato il «grande vecchio» degli appalti di Palermo e di avere provocato le crisi delle giunte e dei sindaci Elda Pucci e Giuseppe Insalaco, assassinato in un agguato della mafia due anni fa. Sulla fragilità delle pubbliche amministrazioni in Sicilia, intanto, sono state diffuse ieri a Palermo le ultime 12 relazioni dell'ispettore regionale Giovanni Bonsignore, assassinato in un agguato di stampo mafioso il 9 maggio. L'assemblea siciliana le renderà pubbliche quanto prima. Bonsignore, tra l'altro, aveva mosso rilievi all'Aseoc, Agenzia per lo sviluppo economico e occupazionale di Catania, varata dalla giunta del repubblicano Enzo Bianco. Secondo il funzionario, vi erano i margini per approfondire «una possibile responsabilità connessa all'utilizzo del pubblico denaro». Quattro miliardi e mezzo furono stanziati ma non spesi dal comune di Catania. L'Aseoc fu poi sciolta dal Consiglio comunale etneo. Antonio Ravidà Vito Ciancimino durante un'udienza del processo (PUBUFOTO)

Luoghi citati: Catania, Comune Di Palermo, Palermo, Roma, Sicilia