Riforma economica, esame Cee per Mosca di Enrico Singer

Riforma economica, esame Cee per Mosca URSS MI 112 temono i rischi della «seconda rivoluzione»: l'impreparazione dei burocrati e i nazionalisti Riforma economica, esame Cee per Mosca Gorbaciov promette a Delors: tra 45 giorni avremo il mercato MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nessuno ha intenzione di spingere l'Urss «ai margini dell'economia mondiale», ma una «cooperazione più intensa» potrà essere decisa solo dopo la riforma economica che il Cremlino presenterà in settembre. Il «verdetto» di Jacques Delors sul programma di interventi Cee a favore della perestrojka è interlocutorio. E non poteva essere altrimenti. Il presidente della Commissione europea ha lasciato Mosca al termine di tre giorni di colloqui - con Gorbaciov, il premier Ryzhkov e il ministro dell'Economia Abalkin - con la convinzione che l'Urss vuole «sinceramente rinnovare le sue strutture di mercato». Ma in economia contano i fatti più che le intenzioni. E i fatti sono in sviluppo. Gorbaciov ha ammesso che la perestrojka attraversa una fase critica. «Ci attendono 45 giorni di duro lavoro per definire i nuovi meccanismi della riforma», hanno spiegato i dirigenti sovietici. Meccanismi che il vertice dell'Urss non ha ancora stabilito in tutti gli aspettichiave e che un manipolo di esperti della Comunità seguirà passo per passo in modo da completare lo «studio» avviato da Delors, che servirà come base per la decisione che i Dodici prenderanno a Roma. Abalkin ha fatto una sola anticipazione: l'amministrazione sovietica si è convinta che «bisogna riformare l'economia per risanarla e non risanarla per poi riformarla». Questa formu¬ la significa che il nuovo progetto di riforma dovrebbe essere «più incisivo» di quello annunciato in giugno e bocciato dalle proteste della gente e dal Parlamento. La riforma-bis dovrebbe puntare direttamente alla trasformazione del sistema. Ma Delors è prudente: «Si dovrà vedere quale sarà la reazione dell'opinione pubblica» e ci vorrà tempo per «cambiare mentalità e comportamenti». Il passaggio ad un'economia —j_r~ di mercato, per quanto «controllata» come dice Gorbaciov, è sempre una rivoluzione per l'Urss. E sono in agguato molti rischi. C'è l'impreparazione dei quadri economici: «L'economia sovietica avrebbe bisogno di una joint-venture con l'Occidente», ha detto Delors. Manca quella «massa critica di proprietà privata» per far funzionare il mercato. Ci sono anche i pericoli dei nazionalismi: secondo Delors, la creazione di «monete repubblicane» alternative al già fragile rublo sarebbe negativa per la riforma. Lo «stato di avanzamento» del progetto economico sovietico, ieri, è stato esaminato anche in una riunione del Consiglio presidenziale e del Consiglio federale presieduta da Gorbaciov. Ryzhkov ha assicurato che «il piano per il sistema di mercato» sarà pronto per i primi di settembre ed ha annunciato che, per realizzarlo, saranno necessari dei decreti del presidente, oltre alle leggi che saranno discusse dal Soviet supremo. Poi è stata affrontata anche quella che Gorbaciov ha definito «l'altra faccia della stessa medaglia»: la riforma del Trattato dell'Unione che lega le 15 Repubbliche sovietiche. Il responsabile della politica per le nazionalità, Nishanov, ha affermato che «il concetto dell'unione di Stati sovrani sarà la base del nuovo Patto». Gorbaciov ha detto che la riforma del trattato «dovrà essere realizzata in tempi brevi», ma non ha ipotizzato scadenze. Enrico Singer

Luoghi citati: Mosca, Roma, Urss