I TESORI DEL MONFERRATO

I TESORI DEL MONFERRATO ITINERARI I TESORI DEL MONFERRATO Chiese e abbazie romaniche tra vigneti e dolci colline I L Basso Monferrato, cioè quella parte del Monferrato che si protende a Nord, fino ad arrivare sul Po, cela piccoli tesori di arte romanica nel campo dell'architettura e della scultura . L'architettura romanica, ha origine poco dopo l'anno Mille e per due secoli si svilupperà in maniera capillare in tutta Europa. Dopo i timori per le invasioni degli Ungari e dei Saraceni, con il nuovo millennio si assiste ad una ripresa in ogni settore. La terra viene nuovamente dissodata e l'intenso sfruttamento agricolo viene favorito dal nuovo uso di fonti di energia, come quella idraulica. A questo fenomeno è collegato l'aumento di popolazione e quindi il sorgere di nuovi centri urbani. Le abbazie, in questo contesto, svolgono un ruolo trainante. E con le nuove abbazie sorgono chiese, battisteri, campanili. La notevole produzione romanica in Piemonte risente degli influssi dei territori circostanti, specialmente dall'area lombarda e d'oltralpe. E il Basso Monferrato, in questa situazione, si differenzia per l'omogeneità che contraddistingue le sue architetture. Santa Maria a Vezzolano, San Secondo a Cortazzone, la chiesa dei Santi Nazario e Celso a Montechiaro, Santa Fede a Cavagnolo sono solo alcuni dei bellissimi edifici che si possono incontrare tra le colline. Colpiscono alcuni aspetti. Innanzitutto le dimensioni, quasi sempre molto contenute e che non assumono mai quelle forme incombenti legate alla dilatazione dei volumi. Piccoli scrigni perduti in mezzo al verde, dove le pietre fanno intuire epoche lontane e ancora troppo misteriose per noi. Qui è il «piccolo» che domina. Il fascino è legato alla continua ricerca di soluzioni cromatiche, accostando il rosso dei mattoni al giallo dell'arenaria e al bianco del marmo. Oppure alla presenza di curatissime sculture; proprio questo, nel panorama piemontese, è un elemento diffe- renziante. A pochi chilometri da Torino, passando per Chieri e Castelnuovo don Bosco, si trova Albugnano. Ai piedi della collina sorge l'abbazia di Vezzolano, una delle più conosciute della nostra regione. I documenti più antichi sono del 1095 ma sicuramente già prima esisteva un luogo di culto, probabilmente una cappella privata di epoca carolingia. La fondazione, come spesso accade, si perde nella leggenda: secondo questa fu Carlo Magno, a caccia in queste terre dopo l'assedio a Pavia, a decidere la costruzione dell'abbazia, dopo essere rimasto turbato dalla vista di uno scheletro ritto in piedi fuori dell'abitazione di un eremita. Il periodo di maggiore splendore è a cavallo tra il XII e il XIII secolo. Di particolare pregio, è il portale sulla cui lunetta sono raffigurati la Vergine, l'arcangelo Gabriele e un fedele. A poca distanza da Albugnano, sulla strada per Asti, si incontra S. Secondo di Cortazzone, le cui pareti esterne presentano ricchissime e delicate decorazioni. Sulla collina fuori dell'abitato, nei pressi di Montechiaro, sorge la chiesa dedicata a S. Nazario e Celso. Complesso veramente singolare non solo per le decorazioni ma anche per le proporzioni, con il campanile sovradimensionato rispetto alla chiesetta. Quest'ultima, a parte la facciata, venne demolita e ricostruita tra il 1845 e il 1848 e il risultato, a quanto ci riferiscono le cronache, fu di ottenere un edificio ancora più piccolo dell'originale. Più a Nord, quasi a lambire il Po, si trova Cavagnolo, già in provincia di Torino. Qui sorge la chiesa di Santa Fede, forse una filiazione di un'abbazia dell'Alvernia, in Francia. La visita a Cavagnolo è quasi d'obbligo, non fosse altro per ammirare lo stupendo portale e la soprastante lunetta, dai curiosi motivi decorativi. Giancarlo Sandretto Un'immagine dell'abbazia di Vezzolano uno dei tesori del romanico piemontese neipressi diAlbusnano

Persone citate: Carlo Magno, Giancarlo Sandretto, Santa Fede, Saraceni, Ungari