In mostra alla Promotrice fino al 4 agosto 160 lavori

GLI ANNI 80 IN PIEMONTE ARCHITETTURA GLI ANNI 80 IN PIEMONTE In mostra alla Promotrice fino al 4 agosto 160 lavori OLTRE 160 opere di architettura in Piemonte dell'ultimo decennio vengono presentate dalla Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino in una mostra presso la Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti al Valentino, aperta fino al 4 agosto. Le architetture, presentate attraverso fotografie e disegni, sono raccolte nelle varie sale secondo categorie tipologiche e funzionali. Tutte, comunque, realizzate e mostrate con coraggio dai loro autori, che ben conoscono le fatiche ed i compromessi che distinguono l'architettura costruita dal disegno di architettura. La visita della mostra assume facilmente il carattere della passeggiata in un paesaggio del quale ciascuno riconosce scorci familiari, che per la prima volta confronta direttamente con altri a lui meno noti, particolarmente nella grande sala in cui la mostra si conclude con una città immaginaria, costituita dall'accostamento piacevolmente arbitrario dei plastici dei progetti presentati. Un viaggio attraverso i luoghi del vivere e del lavorare in Piemonte, così come caratterizzati dalle trasformazioni dell'ultimo decennio. Nelle sezioni dedicate all'edilizia residenziale si incontrano le abitazioni unifamiliari che circondano grandi e piccoli centri del Piemonte, insieme con residenze turistiche e con i molti edifici di edilizia economica e popolare delle nostre periferie, in cui spesso l'opera dei progettisti ha risolto in costruzioni felicemente connotate scelte di volumi e collocazioni determinate da piani più generali. Molti gli edifici per servizi, pubblici e privati, tra i quali si ritrovano esempi noti a tutti dei grandi restauri e ricuperi a nuove funzioni di edifici storici avvenuti negli Anni Ottanta, dalle cascine di periferia, ai castelli in centri minori, fino ad architetture di più rilevante importanza nel contesto urbano, quale ad esempio Palazzo Carignano. Tra le nuove costru- zioni, palestre, centri civici, naturalmente il nuovo stadio, uffici ed edifici del tutto inconsueti, quali un rifugio alpino o una centrale idroelettrica, scuole, alle quali è dedicata un'intera sezione. Tra diversissimi atteggiamenti progettuali, dall'adesione totale al contesto alla ricerca invece del gesto che segni l'individualità dell'opera e del suo autore, tra rimandi formali e costruttivi alla storia, a culture lontane o a riferimenti moderni, meticolose risoluzioni funzionali e impostazioni formalistiche, la visita prosegue fino a portarci agli allestimenti di spazi pubblici, anche questi di frequente realizzazione nelle nostre città durante gli ultimi anni, ed agli edifici monumentali, in genere cimiteriali, che chiudono la rassegna. Il particolare criterio di selezione adottato - l'invito all'autosegnalazione di una sola ope¬ ra, rivolto agli ingegneri ed architetti del Piemonte - determina una singolare parzialità del panorama presentato, che la lettura del. catalogo, in particolare del saggio di Pierre-Alain Croset, aiuta solo in parte a superare. Il pubblico più informato si chiederà probabilmente la ragione di illustri assenze, quali i progetti di Gregotti Associati, di Gino Valle ad Ivrea o di Renzo Piano a Novara, o la conosciutissima Casa Aurora di Aldo Rossi a Torino. A contrastare la sensazione di incontro in famiglia non basta la dichiarata volontà di rappresentare piuttosto i prodotti del mestiere quotidiano, che caratterizzano la costante e significativa trasformazione della città, che le grandi ed eccezionali opere. Nelle realizzazioni piemontesi degli ultimi anni (al di là di quelle presenti in mostra), sembra che non siano riscontrabili tratti di quel mutamento di sensibilità che caratterizza alcune esperienze della architettura contemporanea, rendendo l'operare dell'architetto partecipe di atteggiamenti e percezioni della città propri di altri orizzonti culturali. Le architetture dell'ultimo decennio in Piemonte, invece, si dimostrano in genere fortemente radicate nel proprio universo disciplinare. Il che, se per un verso porta ad un cosciente senso del mestiere dai felicissimi risultati, può in alcuni casi aver prodotto piani e progetti di riqualificazione e di ridisegno urbano, che peccano forse di scarso senso dei propri limiti nei confronti della complessità della cultura della città. Manca forse, a dare maggiore respiro e significato alla mostra, il tentativo di indagare e presentare le peculiarità della cultura architettonica piemontese fondato su di una base più ampia e con più chiari e motivati criteri di selezione, integrato almeno con il suggerimento del parallelo evolversi di altri aspetti della cultura urbana. Corrado Colombo // restauro di Palazzo Scarampi a Tornio è avvenuto tra /'SO éfS9

Persone citate: Aldo Rossi, Corrado Colombo, Gino Valle, Gregotti, Pierre-alain Croset, Renzo Piano

Luoghi citati: Ivrea, Novara, Piemonte, Torino