Al Massimo in rassegna i film targati Hammer

Al Massimo in rassengna i film targati HammerCINEMA Al Massimo in rassengna i film targati Hammer Al Massimo in rassegna ifilm targati Hammer THE Hammer House of Horror», la «casa dei tre H», è uno dei massimi riferimenti per gii appassionati di cinema fantastico. Anche se è stata fondata negli Anni 30 e se ha vivacchiato fino agli Anni 50 con piccole produzioni e distribuendo film americani di serie B, la casa produttrice inglese ha trovato una sua forte identità a partire dalla seconda metà degli Anni 50, precisamente nel 1955 quando decise di portare sugli schermi le gesta del professor Quatermass, protagonista di una fortunata serie televisiva. Il film, «L'astronave atomica del dott. Quatermass», ebbe un successo strepitoso e spinse la Hammer a specializzarsi nel cinema fantastico. Le gesta di Quatermasse ebbero seguito in altri tre film, ma l'equipe della Hammer (i produttori Michael Carreras e Anthony Nelson-Keys, i registi Terence Fisher, Roy Ward Baker e John Gilling, lo sceneggiatore Jimmy Sangster) decisero di riportare sullo schermo tutto il campionario di mostri e di eroi del male che un'altra casa produttrice, la Universal, aveva reso famosi negli Anni 30 e 40 grazie all'interpretazione di Boris Karloff, Bela Lugosi, Lon Chaney, John Carradine. Fu così che Dracula, Frankenstein, l'uomo lupo, il dottor Jekyll, Jack lo Squartatore ebbero un nuovo periodo di celebrità. Ma le diversità con gli Anni 30 erano molte. Innanzitutto, i film Hammer erano quasi sempre a colori, e rinunciavano così alle atmosfere inquietanti prodotte dal bianco e nero per ■rendere in modo diverso il clima dell'horror. Poi, si trattava di film che facevano i conti con la tradizione culturale vittoriana: questi mostri erano sempre intelligenti anche se perversi, e reagivano al conformismo che dilagava nelle terre in cui agi- vano. Infine, la Hammer ha rinunciato a tutti i grandi nomi dell'horror classico (alcuni dei quali, come Boris Karloff, erano ancora attivi in Stati Uniti, Italia, Messico) e lanciò un nuovo star-system: l'elegante ed altissimo ex ballerino di origine italiana Christopher Lee e il secco e nervoso attore teatrale Peter Cushing. I lavori più tipici di questa «nuova ondata» sono rappresentati dalla serie dei sei film di Frankenstein diretti da Terence Fisher, interpretati da Peter Cushing e realizzati tra il 1957 e il 1972. Questo Frankenstein è assimilabile a Lucifero, nella sua torbida passione per viola- re ogni limite che le convenzioni pongono alla sua intelligenza; disprezza la vita umana solo perché è convinto di poter lui stesso infondere la vita, e una vita superiore; viene sconfitto ogni volta da avversari che fanno leva, più che sui principi morali, sulle superstizioni presenti nel popolo. Col passare degli anni, la Hammer ha espanso le proprie attività. Alla fine degli Anni 60 ha guidato l'esordio di nuovi registi; il produttore Michael Carreras e lo sceneggiatore Jimmy Sangster, ma anche Peter Sasdy e Alan Gibson. Uscendo dall'orrore più puro, la Hammer ha via via prodotto gialli tratti da Conan Doyle, qualche opera di fantascienza (tra cui «Hallucination», un film di Joseph Losey), alcune avventure sessual-preistoriche la prima delle quali interpretata da Raquel Welch e qualche commedia erotica per arrivare poi negli Anni 70 a strane coproduzioni karaté-horror con HongKong. Negli Anni 70 il filo si spezza, la vecchia guardia viene smobilitata e la Hammer, con riuovi dirigenti e nuove formule, si limita a produrre qualche, telefilm dell'orrore. E' proprio il genere horror ad essere cambiato; ora vanno di moda gli effetti truculenti, non le atmosfere inquietanti ed allusive in cui la casa inglese era specializzata. Ma la Hammer rimane un marchio inconfondibile, e la costruzione elegante dei suoi film permette ancora oggi di riconoscerli subito, in mezzo a mille altri. Gli spettatori torinesi potranno verificarlo al Massimo Due, nella rassegna organizzata dal Museo Nazionale del Cinema e dal Bergamo Film Meeting in programma da sabato 14 a venerdì 27 luglio. Stefano Della Casa Sopra Christopher Lee «divo» della Hammer Sotto William Friedkin

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Messico, Stati Uniti