Ridley se n'è andato ma la «paura» resta di Paolo Patruno

Ridley se n'è andato, ma la «paura» resta La Gran Bretagna non nasconde le sue preoccupazioni per la Germania che sta per riunirsi Ridley se n'è andato, ma la «paura» resta Nel partito «tory» scontro tra filo-comunitari e euro-scettici LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo aver provocato la più aspra crisi nei rapporti intereuropei degli ultimi tempi, l'ex ministro dell'Industria Ridley, il «vecchio Nick» della signora Thatcher, dimessosi con molta riluttanza, si è ritirato finalmente in campagna. Ma se il caso Ridley è archiviato, è invece destinato a permanere e ad acuirsi il dibattito, anzi la spaccatura che le clamorose dichiarazioni antitedesche e antieuropeiste dell'ex ministro hanno messo a nudo all'interno dello stesso partito di governo, tra i filo-comunitari e gli euro-scettici. Il ruolo della Gran Bretagna nella costruzione dell'Europa monetaria e politica è infatti destinato a diventare il perno della prossima campagna elettorale, perché il malessere palesato pubblicamente da Ridley è diffuso e il governo Thatcher dovrà tenerne conto. Fin da ieri perciò, per neutralizzare qualsiasi timore di «una fuga in avanti» nella integrazione europea agevolata dall'abbandono di Ridley, il ministro degli Esteri Douglas Hurd ha messo bene in chiaro in tv che la Gran Bretagna è decisa a opporsi a qualsiasi «diktat» degli altri partners su una precipitosa realizzazione nel '91 della Banca Centrale o della moneta unica Cee. Hurd, capofila della corrente europeista in seno al go¬ verno con il cancelliere Major, ha ammesso che con la signora Thatcher si è trovato in passato «in un disaccordo non di sostanza ma di tattica» sulla politica da seguire nella costruzione europea. Il ministro degli Esteri ha anche confermato che la signora Thatcher è «molto preoccupata per la forza economica della Germania» e per il peso che questo elemento potrà giocare nelle prossime fasi di integrazione della Comunità Europea. La riprova di quanto la signora premier sia inquieta è offerta dalle rivelazioni pubblicate dal «Indipendent on Sunday» e nella sostanza confermate da Hurd in tv, su una riunione confidenziale svoltasi in prima¬ vera a Downing Street con lo stesso ministro degli Esteri, il cancelliere Major ed un ristretto gruppo di consiglieri del premier ed esperti di Germania per discutere «i difetti caratteriali» del popolo tedesco che potrebbero «causare motivi di preoccupazione per il futuro». Con quello che in gergo giornalistico si definisce uno «scoop», l'Indipendent ha pubblicato la minuta del resoconto della riunione compilata dal consigliere di politica internazionale della Thatcher Charles Powell. Dal documento risulta che a Downing Street i tedeschi sono visti come «aggressivi, egoisti, prepotenti, con un complesso di inferiorità che li porta però a sovrastimare le loro ca¬ pacità e la loro forza, ossessionati da loro stessi ed insensibili agli altri». Questo inconsueto ritratto dei difetti caratteriali di un importante partner non è sfociato però in accenti xenofobi, come quelli usati nell'intervista dal ministro antitedesco Ridley, o in conclusioni pessimistiche. Dopo un'attenta analisi del passato e del presente della Germania, il documento conclude infatti che i tedeschi sono «profondamente cambiati, non nutrono più il senso di una storica missione da compiere, non hanno ambizioni di conquiste territoriali né spirito militarista». Paolo Patruno

Persone citate: Charles Powell, Douglas Hurd, Hurd, Thatcher

Luoghi citati: Europa, Germania, Gran Bretagna, Londra