Fusi ha scelto il Torino per scordare la panchina e tornare in Nazionale

Fusi ha scelto il Torino per scordare la panchina e tornare in Nazionale Presentato il mediano granata Fusi ha scelto il Torino per scordare la panchina e tornare in Nazionale TORINO. Ecco finalmente Luca Fusi, l'uomo che mancava al centrocampo granata. L'ex partenopeo è stato presentato ieri mattina nella sede del Torino, a coronamento di una lunga e laboriosa trattativa. Per portarlo al Toro il presidente Gianmauro Borsano ha infatti dovuto sostenere una faticosa battaglia, sborsare cinque miliardi e cedere in comproprietà alla società partenopea Giorgio Venturin. «L'acquisto di Fusi ci è costato un grosso sacrificio sia economico che tecnico - ha confermato il presidente durante la conferenza stampa nella sede di corso Vittorio -. Abbiamo dovuto privarci di un giovane di talento come Venturin, una decisione che va contro la nostra politica tesa a non vendere i ragazzi del nostro vivaio. Ma l'ex partenopeo rappresentava una delle pedine fondamentali per la ricostruzione della squadra, addirittura più importante del terzo straniero. Non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione». Fusi, che ha appena compiuto ventisette anni, è cresciuto nelle giovanili del Como, dove ha giocato per cinque stagioni. In seguito ha vestito la maglia della Sampdoria per due anni e per altri due campionati ha giocato nel Napoli. La decisione di abbandonare la squadra partenopea, con la quale ha vinto uno scudetto e una Coppa Uefa, è maturata sul finire dello scorso campionato, quando il gioca- tore, spesso relegato in panchina, ha visto sfumare in tal modo anche la possibilità di vestire la maglia azzurra ai campionati del mondo. «Bigon ha fatto le sue scelte afferma il centrocampista - ottenendo anche dei risultati sui quali naturalmente non ho nulla da obiettare. Ma credo che sia anche comprensibile il mio desiderio di cambiare società per continuare a giocare ed essere veramente protagonista. Così, quando oltre alla Roma si è fatto avanti anche il Torino, dimostrando di riporre in me una grande fiducia, non è stato difficile prendere questa decisione. Giocando con la maglia granata sarò infatti anche più vicino alla mia famiglia». Il neogranat.a è infatti nativo di Bulciago, un paesino della Brianza vicino a Lecco. Proprio nel cortile di un oratorio di quel piccolo centro lombardo Fusi iniziò a dare i primi calci a un pallone. «Quelli della mia infanzia - aggiunge il neoacquisto granata - sono i ricordi più belli e più dolci. Con gli altri ragazzini del paese passavo le ore a rincorrere un pallone. Ogni tanto andavamo anche a giocare in trasferta e allora il nostro parroco-allenatore, don Piero, ci caricava tutti sulla sua Al 12 ed erano sempre avventure affascinanti». Il tempo è passato e i compagni dell'oratorio sono ormai un ricordo lontano. Ora Fusi è diventato una stella del calcio nazionale. L'anno scorso giocava con Maradona, adesso avrà come compagno un altro big: Martin Vazquez. «Diego per me è stato un grande amico prima ancora che un compagno di squadra - prosegue il giocatore - e mi auguro di poter creare un ottimo rapporto anche con lo spagnolo. Fra gli stranieri venuti quest'anno in Italia Vazquez è sicuramente quello che ha la maggior classe, un uomo capace di far compiere al Torino un salto di qualità». Con Fusi pronto a sostituire Cravero nel ruolo di libero (permettendo così al capitano di sganciarsi nei suoi affondi) e la coppia Romano-Vazquez a costruire il gioco, il centrocampo del Torino è certamente ii punto di forza della nuova squadra creata da Borsano. «Considero Fusi un azzurro anche se non ha partecipato ai Mondiali - afferma il presidente - e nel suo ruolo è certamente uno dei migliori. Sono convinto che la sua presenza permetterà al Torino di essere spumeggiante e solido allo stesso tempo, proprio come io e Mondonico vogliamo. E mi auguro che anche la serietà di Fusi possa servire di esempio per gli altri». Il nuovo acquisto granata è apparso sereno e tranquillo: il compito che dovrà svolgere nel Torino è di grande responsabilità, ma l'ex partenopeo nonostante la sua apparente timidezza è un uomo di grande carattere. «Forse ho capito troppo tardi - conclude Fusi - che oltre a impegnarsi sul campo occorre anche mantenere buoni rapporti con la stampa e con tutto l'ambiente che circonda il calcio. In passato ho forse fatto la figura dell'orso con qualcuno, ma in futuro non sarà più così. Dove arriverà il Toro? Non lo so, quel che è certo è che sicuramente tutti giocheremo con la grinta che è peculiare di questa squadra». Debora Vaglio

Luoghi citati: Bulciago, Lecco, Torino