Tokyo avanza, adesso tocca ai computer di Paolo Patruno

Tokyo avanza, adesso tocca ai computer Terremoto nell'informatica: i giapponesi rilevano il colosso britannico e vanno all'assalto del settore Tokyo avanza, adesso tocca ai computer Fujitsu compra Vici LONDRA , DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I giapponesi adesso muovono all'assalto dell'industria computeristica britannica per conquistare posizioni di vantaggio all'apertura del mercato unico europeo nel '93, bissando il riuscito precedente dell'invasione dell'«auto gialla» compiuta sempre attraverso il «cavallo di Troia» inglese. Seguendo le anticipazioni del «Financial Times», ieri da Tokyo e da Londra sono giunte ufficiose conferme alla notizia che la Fujitsu sta per acquisire il controllo azionario della lei, la maggiore produttrice di computer in Gran Bretagna, la quinta azienda in Europa, con 22 mila dipendenti, export in 70 Paesi e un fatturato annuo di oltre un miliardo e mezzo di sterline, considerata il gioiello nazionale di questo settore industriale. L'attacco della Fujitsu, società leader della computeristica ' giapponese, è destinato quindi a scuotere dalle fondamenta il panorama del mercato europeo, imprimendo una forzata accelerazione ai progetti di alleanze continentali fra le principali firme del settore (dalla Olivetti alla Bull, dalla Philips alla norvegese Norsk Data) per aumentare le proprie capacità finanziarie operative allo scopo di fronteggiare le minacce americane e adesso anche nipponiche. Inoltre la lei, oltre a lavorare per l'amministrazione statale inglese e per l'industria militare, era direttamente collegata ai progetti di ricerche europei Esprit e Eureka, intesi proprio a combattere l'avanzata dell'alta tecnologia giapponese. La cessione di una sua quota di controllo alla Fujitsu è destinata perciò a ripercuotersi anche sui programmi di cooperazione europea. In Inghilterra, poi, questa operazione innescherà certamente vibrate proteste, polemiche violente sia a livello politico che industriale. Già ieri pomeriggio, in un primo commento, lo specialista dell'opposizione laborista per l'alta tecnologia Lewis Moonie ha af¬ fermato con durezza: «Siamo molto preoccupati per quest'annuncio, per le sue implicazioni sull'industria computeristica nazionale, sui posti di lavoro e sui programmi di ricerca. E siamo preoccupati anche dalla mancanza di strategia industriale del governo conservatore, che sembra non interessarsi di quello che sta accadendo. Abbiamo perciò chiesto un incontro urgente con il nuovo ministro dell'Industria Lilley e una presa di posizione ufficiale da parte del governo». Altrettanto inquieti sono anche gli esponenti sindacali, per gli eventuali riflessi sul piano occupazionale, e quelli industriali. Uno dei dirigenti della lei, che si è dimesso per protesta, ha sostenuto che questa cessione rappresenta «una tragedia nazionale, una dichiarazione di morte per l'intera industria inglese dei computer». Ma non tutti i commenti sono così pessimistici. Per altri esponenti industriali, invece, l'afflusso di capitali freschi, della tecnologia e della capacità di ' penetrazione commerciale della Fujitsu, non potranno che essere positivi per la lei. Perché la società inglese, per quanto in buone condizioni finanziarie e già legata con un contratto di collaborazione alla Fujitsu, non era in grado da sola di sostenere gli investimenti per mantenere a livelli competitivi le sue capacità di ricerca e di sviluppo. Secondo le indiscrezioni pubblicate dal «Financial Times», l'accordo dovrebbe essere firmato ufficialmente entro fine mese. La Fujitsu avrebbe intenzione di acquisire il controllo di almeno il 50 per cento delle azioni lei, con un'operazione finanziaria del valore compreso fra i 900 milioni di sterline e il miliardo e mezzo. Un paio di mesi fa, un altro gruppo giapponese, la Mitsubishi, aveva comprato la divisione manifatturiera della Apricot, la società inglese specializzata nei personal. Era stata l'avvisaglia della più pericolosa manovra portata avanti adesso dalla Fujitsu. Paolo Patruno ici LE CIFRE DELL' AFFARE AL COMPUTER

Persone citate: Lewis Moonie, Lilley

Luoghi citati: Europa, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Tokyo