Béjart: con me nascerà la danza europea di Fabio Galvano

Béjart: con me nascerà la danza europea A tre anni dalla partenza il coreografo tornerebbe a Bruxelles come direttore del «Balletto» Béjart: con me nascerà la danza europea Trattative a buon punto, accolta la richiesta di tre miliardi BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In nome dell'Europa Maurice Béjart tornerebbe a Bruxelles. Nulla è sicuro, anche se la stampa belga afferma che «6 venuto il momento di togliere il condizionale»: in realtà, a tre anni dalla sua partenza per l'esilio di Losanna, il più celebre coreografo europeo ha ammesso di prendere seriamente in considerazione quell'offerta e qualcuno dice anzi che è stato lui stesso a sollecitarla. Anche la formula del probabile ritorno sarebbe farina del suo sacco: direttore di un «Balletto d'Europa» nella capitale d'Europa, finanziato non solo dui belgi ma anche in parte dalla Cee, con il corollario di una scuola di danza anch'essa d'etichetta «europea». E' la struttura, in sostanza, che egli aveva messo a punto prima che i seri disaccordi con il direttore del teatro della Moli¬ naio, Gerard Morder, lo costringessero nel giugno 1987 ad andarsene. Aveva il «Balletto del XX secolo», che a Losanna è stato ribattezzato «Béjart Ballet Lausanne»; e aveva una scuola di danza, la «Mudra». Ripercorrerebbe la stessa via, sia pure con maggiori ambizioni e con un più chiaro sostegno finanziario dovuto anche alla scelta di un teatro (il Cirque Royale) che ha il doppio dei posti (duemila contro i mille della Monnaie) e consente quindi maggiori incassi. Discutendo questi particolari, che davvero offrono l'impressio-. ne di una trattativa bene avviata, i bruxellesi si esaltano. L'americano Mark Morris, che aveva raccolto l'eredità di Béjart, non ha avuto il successo che gli si auspicava. Il grande amore degli appassionati di balletto era e resta Béjart. Sanno che Berlino, la stessa Losanna e altre piazze se lo contendono e sono decisi a giocare fino in fondo la carta della nostalgia. La trattativa viene condotta parallelamente da Yvan Ylieff, ministro belga per la comunità francese, e da Elisabeth T'Kindt, direttrice del Cirque Royal. E questi, a loro volta, hanno interessato alla vicenda Francois Lamoureux, consigliere del presidente della Commissione Cee Jacques Delors. Il ministro e la direttrice sono stali a Losanna sia pure «a titolo privato» - già a marzo. «Sono uno dei molti che avevano deplorato la partenza di Béjart e le condizioni in cui era avvenuta», ammette il ministro: «Alla fine dell'anno scorso sono stato informato che, se gli si fosse offerto un ritorno, Béjart non avrebbe necessariamente risposto con un no». Di qui la decisione d'agire. Nell'incontro parigino, rivelano oggi i protagonisti, il coreografo si sarebbe dimostrato «emozionato», dicendosi «aperto a tutte le proposte». E da allora il dialogo si è'intensificato. Si sono già addirittura studiati i modi per contenere il bilancio della nuova «Fondazione europea per la danza» negli stessi limiti della passata gestione Béjart: cento milioni di franchi belgi, circa tre miliardi e mezzo di lire. «Le richieste di Béjart - ha precisato il ministro Ylieff - sono ragionevoli, accettabili e attuabili». E poi non è detto che non si riesca a raccogliere, attorno al nome di Béjart, l'interesse della Regione di Bruxelles, della Vallonia e delle Fiandre, i tre territori divisi linguisticamente che compongono il Belgio. «Non faremo sfoggio delle nostre divisioni interne davanti a un uomo come Béjart», ha dichiarato Ylieff. Le discussioni decisive potrebbero essere a settembre, quando il Béjart Ballet Lausanne verrà a Bruxelles per presentare il suo «Pyramide». Fabio Galvano

Persone citate: Ballet, Cirque Royal, Elisabeth T'kindt, Francois Lamoureux, Gerard Morder, Jacques Delors, Mark Morris, Maurice Béjart, Yvan Ylieff