Stragi, giustizia disarmata

Stragi, giustizia disarmata Da piazza Fontana alla sentenza di Bologna: vent'anni di indagini inutili Stragi, giustizia disarmata Scambio di accuse fra politici e magistrati ROMA. Da piazza Fontana alla sentenza di ieri, la giustizia non ha ancora vinto una battaglia contro le stragi. Le assoluzioni di Bologna hanno riacceso la polemica: i magistrati criticano i politici, che ribaltano le accuse. Il pg del processo, che ha presentato ricorso in Cassazione, sottolinea «una contraddizione nel verdetto: perché gli ufficiali del Sismi Musumeci e Belmonte avrebbero depistato le indagini, se non ci fosse stato un fine eversivo?». I servizi segreti sono nella bufera: l'ex ministro della Difesa Lagorio li definisce «inaffidabili», per Tina Anselmi sono «inquinati». Giovanni Salvi, un magistrato che si occupa soltanto dell'eversione di destra, denuncia «i mille inquinamenti e le continue interferenze cui sono sottoposti i processi». Occhetto ha chiesto un colloquio con Cossiga: «I colpevoli sono protetti da alcuni apparati dello Stato». Protesta anche la società civile. Ieri scioperi di operai e ferrovieri; il 2 agosto, a dieci anni dalla strage, grande manifestazione a Bologna per chiedere verità e giustizia.

Persone citate: Belmonte, Cossiga, Giovanni Salvi, Lagorio, Musumeci, Occhetto, Tina Anselmi

Luoghi citati: Bologna, Roma