Mazowiecki restituisce l'industria ai privati di E. St.

Mazowiecki restituisce l'industria ai privati POLONIA m. I servizi pubblici obbediranno al mercato: ferrovie, aeroporti e banche al miglior offerente Mazowiecki restituisce l'industria ai privati Con la nuova legge porte aperte anche al capitale straniero VARSAVIA. Il Parlamento di Varsavia ha approvato ieri una legge che sancisce la privatizzazione delle imprese di Stato, che rappresentano oltre l'80% dell'industria polacca. Contro il progetto - gestito da un ente che sovrintenderà la cessione delle azioni al capitale privato hanno votato solo due deputati e 39 si sono astenuti. «Senza un decisivo cambiamento nelle forme della proprietà, ogni ulteriore progresso delle riforme sarebbe impossibile», aveva detto il ministro delle Finanze Leszek Balcerowicz, presentando in Parlamento il progetto di legge. Dopo la votazione, il sottosegretario ha definito la legge «la più fondamentale approvata dal Parla¬ mento», in quanto «getta le basi del nuovo sistema economico». La legge consente l'acquisto a condizioni privilegiate - di azioni delle imprese da parte degli stessi lavoratori (fino al 20%), mentre il 10% potrà essere controllato da privati polacchi e da società straniere. E' poi prevista la distribuzione gratuita di circa il 10% delle azioni alla popolazione. In questo modo, verranno privatizzate le industrie di Stato e i servizi pubblici - ferrovie, aeroporti e banche - con l'eccezione delle fattorie statali. L'approvazione della legge inaugura la seconda fase del programma governativo di riforme - il «piano Balcerowicz» e dovrebbe aprire la Polonia agli investimenti, di cui la sua industria ha urgente bisogno. Non sono però mancate le critiche al progetto, soprattutto da parte dei liberali. Secondo l'«Unione per una politica reale», si tratta di un progetto «socialista» che mantiene il controllo dello Stato sul meccanismo di privatizzazione e che limita l'accesso del capitale straniero. E al nuovo corso economico si intrecciano le rivelazioni sul regime comunista: è probabile che l'ex ministro dell'Interno, il generale Czeslaw Kiszczak, fosse al corrente della operazione per assassinare padre Jerzy Popieluszko. Lo suggerisce uno degli assassini del «cappellano di Solidarnosc» - il capitano Grzegorz Piotrowski - in una lettera scritta al ministro nell'86 e publicata ieri da «Gazeta Wyborcza». Nella lettera - in cui si rimprovera Kiszczak di aver mancato alla sua promessa di «aiuto» durante il processo - Piotrowski lascia intendere che quella contro Popieluszko era «una delle operazioni di routine», approvate dal ministero, che non la bloccò per mettere in difficoltà una fazione ostile al generale Jaruzelski. Capo dei servizi segreti era Miroslaw Milewski, un ortodosso che criticava la «moderazione» del gruppo Jaruzelski. Milewski fu epurato in seguito al «caso Popieluszko», anche se la sua responsabilità diretta non fu mai accertata, [e. st.]

Persone citate: Balcerowicz, Czeslaw Kiszczak, Grzegorz Piotrowski, Jaruzelski, Jerzy Popieluszko, Kiszczak, Leszek Balcerowicz, Mazowiecki

Luoghi citati: Polonia, Varsavia