Il villaggio globale della rete tv Cnn

Il villaggio globale della rete tv Cnn LA VOCE DEGLI ALTRI Il villaggio globale della rete tv Cnn CENE di vita di un corrispondente globe-trotter. Le descrive Newsweek. «Devi coprire il summit di Washington ma non riesci ad arrivare a distanza di voce di alcun personaggio importante. Allora, co-. me tutti gli altri, prendi ap-' punti seguendo le notizie della Cnn, le stesse che sente il tuo direttore nel suo ufficio a Bruxelles o a Mosca o in Guatemala. Oppure: stai seguendo a Pechino le manifestazioni in piazza Tienanmen e vedi in tempo reale le stesse scene sul video della tua stanza d'albergo, rilanciate in tutto il mondo e poi rispedite al punto di partenza». La Cnn è la rete televisiva americana che ventiquattr'ore ore su ventiquattro trasmette notizie in tutto il mondo, senza mai intercalarle con un film o un varietà; un ininterrotto telegiornale che ha modificato il rapporto dei giornalisti, o almeno di alcuni fra essi, con le notizie. Ma la novità non coinvolge solo i giornalisti. «Scene di vita di alta diplomazia - continua il settimanale americano -. Sei l'ambasciatore americano in Siria e hai bisogno di sapere subito qual è la posizione del tuo governo sulla liberazione dell'ostaggio Robert Polhill. Il presidente Bush è irraggiungibile: sta pescando al largo della costa della Florida. Nessun problema: davanti al televisore installato sulla sua barca, Bush segue la Cnn con le prime immagini dell'ostaggio liberato; e subito provvede a fare avere le sue istruzioni all'ambasciatore a Damasco. Nel frattempo, negli uffici del ministero degli Esteri siriano, indovinate su che canale sono sintonizzati i televisori?». La Cnn ha compiuto dieci anni pochi giorni fa. «Lo sviluppo della prima rete televisiva di portata mondiale è stato il maggior fenomeno giornalistico dogli Anni Ottanta - scrive Newsweek -. Quel che ha fatto la Bbc per la radio, lo ha fatto la Cnn per la tv». Ora la rete può essere vista in 91 Paesi, ha 54 milioni di utenti negli Stati Uniti e 7 milioni all'estero - questi ultimi soprattutto presso industrie, ministeri, giornali, università - e influenza la grande politica e l'economia. Lo seguono regolarmente, ad esempio, Margaret Thatcher e Mitterrand. Ma lo vedono anche Castro e Gheddafi, quando vogliono sapere che cosa succede nel mondo, «pur vietando ai propri concittadini di vedere e sentire questa sporca propaganda imperialista». Sulla funzione che la Cnn svolge nel mondo, il suo fondatore e presidente, l'ex giornalista Ted Turner, ama ripetere una metafora coniata dal teorico dei mass media Marshall McLuhan. «Partecipavo a una teleconferenza internazionale con McLuhan, con mezzi approntati dalla Cnn, quando lui mi ha detto "Turner, lei sta creando il villaggio globale!". E' eccitante rendersi conto che è proprio quello che sta accadendo». Ma la crescita della Cnn pone anche molti problemi e solleva questioni che impongono scelte difficili. Per esempio, osserva Newsweek, le notizie sul crack del 1987 sono state amplificate dal tg economico internazionale della rete, finendo con l'influenzare lo stesso comportamento delle Borse. In politica internazionale, «quando i sovietici hanno voluto denunciare l'invasione di Panama da parte degli Usa, hanno telefonato all'ufficio di Mosca della Cnn, anziché all'ambasciata americana. Oggi le notizie diplomatiche arrivano spesso attraverso questo nuovo canale». Come essere all'altezza di queste nuove responsabilità? Come evitare di farsi strumentalizzare dalle fonti? «Per lo spettatore distaccato - osserva il settimanale -, il notiziario internazionale offre una terrificante prospettiva sulla natura della propaganda». «Una buona parte dei cosiddetti resoconti obiettivi dalla Casa Bianca - riferisce un dirigente della Cnn - ricevono una sorta di immagine speculare dal materiale filmato che riceviamo dalle fonti non americane». La consapevolezza dei pregiudizi intrinseci nel modo americano di vedere le cose del mondo ha già prodotto alcuni cambiamenti politici alla Cnn, alla ricerca di una «prospettiva» non unilaterale. Durante l'invasione di Panama, ad esempio, «la rete ha smesso di usare il termine "nostre" riferito alle truppe americane, e sulle perdite in combattimento ha rilanciato tanto i dati statunitensi quanti quelli di Panama». Ma ciò non risolve il problema: in un servizio che dà uguale spazio a ogni fonte, «dove finisce la"prospettiva" e dove comincia la menzogna?». Alla testa dell'impero, Ted Turner si professa cittadino del mondo, pacifista seguace di Gandhi e Martin Luther King, ed è un ecologista militante, anzi quest'ultimo impegno occupa ormai la maggior parte del suo tempo. Nei servizi filmati della Cnn è vietato il termine «foreign» (estero), pena una multa di 50 dollari, sostituito d'obbligo con «international». Ma la Cnn, secondo Newsweek, resta ancora una tv americana con vista sul mondo solo per quanto riguarda i grandi avvenimenti, senza copertura giorno per giorno sulla routine politica. «Ho due preoccupazioni principali, la sicurezza in Europa e la politica interna britannica - dice ad esempio un diplomatico americano di stanza a Londra -: la Cnn non ha niente di significativo da dire su nessuno dei due. Non può sostituire la stampa scritta».