La Puglia si prepara all' emergenza di Fulvio Milone
La Puglia si prepara all' emergenza La Puglia si prepara all' emergenza Ottocento albanesi resteranno nel Meridione BRINDISI DAL NOSTRO INVIATO Non dista neanche duecento miglia da qui, eppure quella costa sembra far parte di un mondo lontano e inaccessibile. Per la verità, qualche piccolo segreto sull'Albania i pugliesi lo conoscono. Anzi qualche peccatuccio, appena mormorato nel porto che in questi giorni pullula di turisti in attesa di imbarcarsi per la Grecia. Nelle frasi pronunciate a mezza bocca ricorre con particolare insistenza un nome: Durazzo. Era lì che i contrabbandieri, provenienti proprio da Brindisi, caricavano casse di sigarette da riportare in Italia. Anche ora si fa un gran parlare di Durazzo, l'unica porta spalancata verso l'Occidente da Ramiz Alia, presidente di una repubblica che Enver Hoxha, padre-padrone dell'Albania morto nell'85, definì «una fortezza le cui mura di granito sono indistruttibili». Brindisi non aspetta più i mercanti di «bionde», ma le migliaia di profughi che finalmente hanno avuto il permesso di lasciare l'ultima, grande prigione dell'Est. Domani dovrebbero arrivar¬ ne 3600 a bordo di tre navi: una francese e due italiane. Per la prima, lo scalo pugliese avrebbe carattere esclusivamente tecnico. Dovrebbe ripartire subito. Dalle altre, invece, sbarcheranno circa tremila persone, 2200 proseguiranno per la Germania. Gli altri ottocento albanesi rimarranno nel nostro Paese: presumibilmente nel Meridione, dove vivono oltre centomila italiani di origine albanese. Ieri a mezzogiorno, sotto un'afa insopportabile, cinque auto blu si sono fermate in piazza Dante, davanti al vecchio palazzo di governo. Ne sono usciti il sindaco Quaranta e i responsabili locali di polizia e carabinieri, attesi dal prefetto Mazzitello, per una riunione operativa seguita da un invito esplicito: dare ai profughi la migliore delle accoglienze. «Dovete sempre ricordarlo: la nostra è la prima città dell'Occidente sulla quale gli albanesi metteranno piede» ha sottolineato il prefetto. Già, come accogliere tremila persone probabilmente stremate da un lungo e disagiato soggiorno nelle ambasciate tedesca, francese e italiana? Fedele al ruolo di rappresentante di una città calda e ospitale, il sindaco avanza una proposta: «Potrei far affiggere nel porto dei manifesti di benvenuto». Calorose manifestazioni di gioia a parte, la prefettura brindisina ha predisposto nei minimi dettagli un piano di assistenza. Centinaia di poliziotti e carabinieri presiederanno sin dall'alba di domani il porto brindisino. Sarà una bella impresa, considerando il gran via vai di turisti giunti in città per prendere i traghetti di linea per Corfù, in Grecia. Tedeschi, inglesi e francesi in partenza per le vacanze dovranno patire qualche disagio. La stazione marittima sarà praticamente requisita e messa a disposizione dei duemila espatriati che proseguiranno per la Germania. Saranno rifocillati, ad ognuno i militari italiani consegneranno un sacco pieno di viveri, per affrontare il resto del viaggio su tre convogli ferroviari già approntati. La loro permanenza a Brindisi, dunque, dovrebbe durare poche ore. Come quella degli albanesi diretti in Francia, che probabilmente neanche sbarcheranno, in attesa che la loro nave salpi di nuovo. L'assistenza più lunga, dunque, riguarderà gli ottocento profughi che rimarranno nel nostro Paese. Per loro è già pronto un campo militare a Restinco, ad una decina di chilometri dalla città. In queste ore, i militari del battaglione San Marco stanno scaricando da 14 Tir centinaia di sacchi a pelo, tende, box igienici e quant'altro serve per garantire un soggiorno di almeno cinque giorni, in attesa che gli ospiti trovino una sistemazione diversa. I problemi più gravi per gli albanesi in procinto di lasciare il loro Paese verranno dopo. Chi li ospiterà? Troveranno un lavoro? Riusciranno ad integrarsi in una realtà così diversa dalla loro? Molti sperano nelle comunità di stirpe albanese. Come quella che risiede nel Comune di San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto. Il sindaco Antonio Bruno, che è anche deputato noto per aver chiesto l'abolizione della legge Merlin, è già disposto a dare una mano. Un'altra offerta di ospitalità giunge da Santa Demetria Corona, in Calabria. Fulvio Milone
Persone citate: Antonio Bruno, Enver Hoxha, Mazzitello, Merlin, Ramiz Alia
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