Una «lega anti-elezioni» di Augusto Minzolini

Una «lega anti-elezioni» Arnaldo Forlani e Bettino Craxi durante l'incontro di ieri a Montecitorio Per evitare che una crisi politica blocchi il voto referendario ROMA. C'è una carta segreta che i promotori dei referendum elettorali si preparano a giocare per far fronte all'attacco di Bettino Craxi. Finora l'hanno tenuta nascosta, ma la prossima settimana hanno intenzione di tirarla fuori: il 31 luglio, contestualmente alla presentazione alla corte di Cassazione delle firme per i referendum, daranno vita ad una «lega per la difesa della legislatura» a cui chiederanno l'adesione di tutti i parlamentari, senza distinzione di gruppo. Ieri l'ipotesi è stata valutata in un pranzo di lavoro del comitato promotore che si è svolto all'Hotel Nazionale di Roma. Tra una portata e l'altra, la proposta ha trovato d'accordo la maggioranza di quei parlamentari democristiani, comunisti, radicali e laici che ne fanno parte. «L'obiettivo - ha spiegato il radicale Giovanni Negri - è quello di dar vita ad una maggioranza di resistenza e di difesa del Parlamento contro le elezioni anticipate». -Bianche il presidente del comitato promotore, Mario Segni, ha dato il suo assenso: «Dobbiamo promuovere questa iniziativa, ma bisogna studiarla bene». In realtà, l'operazione ha un obiettivo strategico ambizioso: innanzitutto contrastare il disegno di chi pensa allo scioglimento della legislatura come escamotage per evitare i referendum; poi, mettere insieme la maggioranza necessaria per tenere in piedi un governo che renda possibile lo svolgimento della prova referendaria, o che porti a compimento una riforma del sistema elettorale prima delle elezioni politiche. E per riuscire in questo intento, tutt'altro che facile, il fronte del referendum ha intenzione di fare uscire allo scoperto, sotto il nome della «lega per la difesa della legislatura», un potente partito trasversale. Dentro ci sarà un po' di tutto: da semplici parlamentari che non vogliono tornare a casa prima del tempo (incombe la paura del successo delle Leghe), ai promotori dei referendum, come i radicali di Marco Pannella, i de di Mario Segni o laici come Alfredo Biondi. In più questo nuovo partito potrebbe essere appoggiato anche dai grandi nomi della politica che si muovono dietro le quinte del fronte referendario, da Achille Occhetto a Ciriaco De Mita. Si, perché la «Lega» potrebbe diventare quel luogo neutro in cui possono avvenire incontri (come quello tra de e pei) che altrimenti farebbero gridare allo scandalo, o lo strumento per minacciare il potere di interdizione sulle riforme elettorali che ha in mano Bettino Craxi. L'idea, sia pure velatamente, l'accarezzano da tempo proprio i maggiori protagonisti della battaglia referendaria. Il primo a tirarla fuori fu Pannella. Poi, vi fece cenno all'inizio dell'anno lo stesso Occhetto. E probabilmente il segretario comunista non l'ha dimenticata se pochi giorni fa Cesare Salvi, responsabile del pei per i problemi dello Stato, è tórnasto a dire che «bisogna pensare ad iniziative che scongiurino lo scioglimento del Parlamento anzitempo». Anche Ciriaco De Mita ne ha parlato, anche se indirettamente. -• -U-., ,.,,.lv. A Firenze, un mese fa, l'exsegretario de disse che bisognava portare la riforma elettorale in Parlamento, «perché - spiegò - penso che l'istinto di sopravvivenza dei parlamentari sia forte, per cui in due anni e mezzo è possibile cambiare il sistema elettorale». E, forse in quell'occasione, Ciriaco De Mita alludeva proprio ad una «Lega per la difesa della legislatura». Così, se l'operazione andrà in porto, il nuovo partito potrebbe movimentare la prossima primavera politica per impedire che Craxi, o chi per lui, pensi di giocare la carta elettorale contro i referendum. «Se ne vedranno delle belle - prevede il radicale Giuseppe Calderisi anche perché questa volta Craxi e De Mita giocheranno in ruoli opposti la stessa partita dell'87. Allora fu De Mita a voler le elezioni anticipate per evitare i referedum sul nucleare e sulla giustizia appoggiati da Craxi. Ora, invece, è il segretario del psi a voler il voto per evitare i referendum elettorali. Nell'87 il destabilizzatore fu De Mita, nel '91 lo farà Craxi». Augusto Minzolini Una «lega anti-elezioni»

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