Delitto Usl a giudizio i due killer
Delitto Usl a giudizio i due killer Il caso di Saluzzo Delitto Usl a giudizio i due killer CUNEO. Il giudice del tribunale di Bologna, Sergio Castaldo, ha chiuso l'istruttoria sull'omicidio del presidente dell'Usi di Saluzzo rinviando a giudizio della corte d'Assise i due presunti responsabili della morte del dottor Amedeo Damiano e assolvendo invece con formula piena «per non avere commesso il fatto» altri sei imputati che erano stati accusati di esserne i mandanti. A rispondere della tragica fine di Amedeo Damiano saranno solo Alessandro Pinti e Marco Santarelli, entrambi detenuti. Sono stati invece riconosciuti estranei all'omicidio Pierluigi Ponte, già direttore sanitario dell'ospedale saluzzese, Piercarlo Roggiero, Bruno Paschetta, il fratello Giorgio e Vincenzo Pavia. Amedeo Damiano, 47 anni, padre di quattro figli, esponente de di Saluzzo, rimase vittima di un agguato la sera del 24 marzo 1987 mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro. I killer, tre secondo l'inchiesta, gli spararono alle gambe ferendolo gravemente e poi fuggirono in auto. Morì il 3 luglio nella clinica di Imola. Un recluso pentito aveva fatto i nomi di tre giovani, in quel periodo processati dall'Assise di Genova per una serie di gravi reati, quali responsabili del tragico agguato: erano Alessandro Pinti, Marco Santarelli e Pancrazio Chiruzzi. Quest'ultimo sarebbe stato il basista che avrebbe accompagnato i killer nell'agguato a Damiano. L'indagine ha avuto un'ulteriore svolta con il ritrovamento di una pistola in Svizzera, che sarebbe servita alla rapina di un'auto a Cavallermaggiore durante la fuga da Saluzzo dei killer e di un proiettile della stessa arma nell'abitazione di Vincenzo Pavia. Alla fine di dicembre furono inviate comunicazioni giudiziarie per «concorso in omicidio» al ginecologo Ponte, a Piercarlo Roggiero, ex titolare di una discoteca a Manta, ai fratelli Paschetta e a Vincenzo Pavia. Secondo la ricostruzione di allora, che successivi sviluppi giudiziari hanno completamente smentito, Santarelli e Pinti avrebbero ricevuto dal dottor Ponte l'incarico di «dare una lezione» al presidente dell'Usi saluzzese. I due avrebbero però ecceduto provocando alla vittima ferite mortali. Pierluigi Ponte fu arrestato e rimesso in libertà un mese dopo, gli altri furono denunciati a piede libero. [g. d. m.]
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