Flotta italiana per i 6 mila profughi di E. St.

Flotta italiana per i 6 mila profughi L'Europa scommette sull'Albania e l'accoglie come Paese osservatore alla Csce Flotta italiana per i 6 mila profughi iZpiano: espatrio di massa da Tirana a Brindisi TIRANA. Un espatrio via mare: il governo italiano, secondo numerose fonti diplomatiche, sta predisponendo i mezzi per traghettare da Durazzo alla costa pugliese non solo i rifugiati albanesi nell'ambasciata italiana a Tirana, ma anche quelli che hanno chiesto asilo nelle missioni francese e tedesca. Una soluzione che può affrettare i tempi di sgombero delle oltre seimila persone che hanno scatenato la «crisi delle ambasciate»: l'aeroporto di Tirana, infatti, è un piccolo scalo non attrezzato per ricevere i jumbo e non è in grado di sostenere un intenso traffico aereo. Ed è stato proprio il mare che sei giovani albanesi hanno scelto per fuggire dal loro Paese: ieri pomeriggio sono sbarcati nel porto di Otranto, d^po che la loro barca era stata soccorsa dall' equipaggio di un motopeschereccio italiano. Sono i primi albanesi che riescono a espatriare clandestinamente dall'inizio della crisi a Tirana. Il progetto del governo italiano potrebbe essere realizzato in tempi brevi, forse già entro la fine della settimana. E' stato l'arrivo a Praga nelle prime ore di ieri dei 51 albanesi, che erano scappati nella sede diplomatica cecoslovacca, a «rafforzare l'ottimismo sull'esito della vicenda dei rifugiati», come ha affermato una fonte diplomatica occidentale. Il via libera di Tirana è arrivato dopo un duro scontro all'interno della dirigenza albanese tra l'ala progressista e la vecchia guardia, che si è concluso con l'estromissione di quattro ministri, che rappresentavano il gruppo più ortodosso del vecchio regime stalinista. Proseguono intanto - come ha reso noto ieri il ministero degli Esteri francese - i negoziati tra le autorità albanesi e Staffan de Mistura, l'inviato del Segretario generale dell'Orni Xavier Perez de Cuellar. Il portavoce del Quai d'Orsay, Daniel Bernard, ha affermato che i colloqui di de Mistura riguardano sia le modalità di rilascio dei passaporti ai rifugiati che quelle del loro sgombero. Le autorità albanesi sarebbero favorevoli ad un'unica operazione di evacuazione. Secondo il ministero degli Esteri tedescooccidentale, esistono concrete speranze che la crisi possa essere definitivamente risolta entro la fine della settimana. Ora gli ostacoli da superare sarebbero, quindi, soprattutto pratici. Ci vorranno alcuni giorni, prima che le autorità albanesi riescano a sbrigare migliaia di pratiche di espatrio attraverso una burocrazia che normalmente rilasciava poche centinaia di passaporti ogni anno. L'ambasciata italiana a Tirana ha finora presentato le domande di rilascio dei passaporti per 830 rifugiati, quella tedesca ne ha inviate tremila. Bernard ha precisato che i ministri dei tre Paesi occidentali nelle cui ambasciate si è raccolto il maggior numero di profughi - Hans Dietrich Genscher per la Germania Ovest, Gianni De Michelis per l'Italia e Roland Dumas per la Francia hanno affrontato il problema in un incontro in margine al vertice dei sette Paesi più industrializzati dell'Occidente in corso a Houston. Un altro segnale dell'ammorbidimento del regime è stata la richiesta - subito esaudita - di Tirana per ottenere il riconoscimento dello status di osservatore ai lavori preparatori del vertice dei 35 Paesi Csce - l'Europa al completo tranne l'Alba¬ nia più Usa e Canada - la cui prima sessione si è aperta ieri a Vienna. Inaugurando i lavori della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, l'Italia - a nome dei Dodici in quanto presidente di turno della Cee ha sollecitato l'Albania a garantire l'incolumità dei rifugiati nelle missioni diplomatiche a Tirana, ad astenersi da ritorsioni contro i famigliari, a consentire ai profughi di ricevere l'assistenza necessaria e a garantire loro l'espatrio dal Paese. Una raccomandazione che si è spinta poi a sottolineare l'urgenza di «adottare in .Albania le riforme» per l'instaurazione di una «democrazia basata sullo stato di diritto», in cui i diritti umani e le libertà dei cittadini trovino pieno rispetto. A Tirana la situazione è stata calma anche ieri: i punti strategici continuano a essere presidiati da militari e agenti non armati. La zona delle ambasciate è circondata da un cordone per impedire l'afflusso di altri albanesi nelle ambasciate, ma è consentito l'accesso ai famigliari dei rifugiati che si avvicinano alle cancellate delle sedi diplomatiche per cercare di convincerli ad uscire. Secondo una fonte diplomatica occidentale, numerosi telegrammi sono giunti nelle ambasciate per convincere i profughi ad uscire e i diplomatici «a liberarli». «Ma i rifugiati a volte non li hanno nemmeno letti». Le ambasciate sono affollatissime, soprattutto le legazioni italiana e tedesca, e il personale diplomatico cerca di fronteggiare il problema di sfamare tutti i profughi, che hanno giurato di uscire dai loro rifugi solo quando saranno in possesso del passaporto e del visto d'uscita, [e. st.]

Persone citate: Daniel Bernard, Gianni De Michelis, Hans Dietrich, Roland Dumas, Staffan De Mistura, Xavier Perez De Cuellar