Così rinasce il cuore di Lisbona

Così rinasce il cuore di Lisbona A due anni dall'incendio del Chiado, varato il piano di ricostruzione Così rinasce il cuore di Lisbona Facciate del 700 e moderne strategie LISBONA DAL NOSTRO INVIATO Quando le fiamme cominciarono a divampare, dicono che perfino la statua del marchese di Pombal, sul suo piedestallo di marmo, abbia voltato il capo per vedere che cosa stava succedendo. Erano le cinque del mattino e le prime sirene dei pompieri svegliarono una città impigrita dal caldo di agosto. All'inizio, sembrava un incendio come tanti: grave, ma non disastroso. Fu il vento ad alimentarlo. Dalle due colline ai lati della Baxia videro alzarsi le colonne di fumo nero e poi gli elicotteri volteggiare sulle fiamme. Era il cuore di Lisbona che stava bruciando. Per arginare il fuoco, accorsero quasi tutti i pompieri del Portogallo. Milleduecento uomini. Dieci ore di battaglia. Nel primo pomeriggio, l'esercito inviò un C-130 cisterna a scaricare acqua sulle macerie fumanti. Alla fine, 7.500 metri quadrati della storia di Lisbona erano ridotti a monconi anneriti. Degli edifici che si affacciavano sulle vie Do Carmo, Nova do Alemada, Garrett e Do Sacramento, rimanevano solo, nei migliori dei casi, le facciate vuote. Era il 26 agosto del 1988 e il quartiere del Chiado aveva toccato il punto più basso della sua storia. Da qui, nel 1755, il primo ministro di José I, Sebastiao José de Carvalho e Mello, conte di Oeyras e Marchese di Pombal, aveva cominciato a ricostruire la Baxia di Lisbona, rasa al suolo da uno dei più disastrosi terremoti della storia. Fu grazie all'oro e all'argento delle miniere brasiliane che fu possibile finanziare un progetto così ambizioso. Con quella ricostruzione, il volitivo marchese di Pombal scrisse il suo nome nella storia dell'architettura e dell'urbanistica. Partendo dal Chiado, modellò la Baxia su una griglia ortogonale, unificando i criteri di costruzione e di decoro. Il risultato fu un esempio grandioso di struttura urbana razionale e omogenea. Da allora, il Chiado divenne il centro pulsante di Lisbona. Centro commerciale e centro di «tutte le arti». La musica, la letteratura, la poesia, la pittura portoghesi hanno avuto qui i loro cenacoli. Qui si sono dati ritrovo gli esiliati provenienti da mezza Europa. Qui hanno dibattuto i loro programmi uomini politici di tutte le ideologie. Generazioni di intellettuali e di artisti hanno passeggiato per le sue strade e hanno sostato nei suoi caffè. Le fiamme di quel 26 agosto di due anni fa hanno dato il colpo di grazia ad una magìa che si era già andata a poco a poco affievolendo, ma che aveva ancora lasciato la suarnnbra sugli intonaci corrosi dei vecchi palazzi e sui suoi abi- tanti, sempre più radi. Per due anni le transenne hanno protetto i mozziconi di muri anneriti dalla curiosità dei turisti e degli stessi abitanti di Lisbona. Ora incomincia una nuova storia. La ferita aperta nel cuore della città sta per essere richiusa. Nei giorni scorsi la giunta municipale ha approvato il progetto di ricostruzione. Ci vorranno due anni e un volume ancora imprecisato di investimenti. La rinascita del Chiado non sarà solo una semplice operazione di risanamento urbano. Le opere previste dal progetto, infatti, non si limiteranno alla ventina di immobili che sono stati distrutti dall'incendio, ma certo faranno sentire i loro effetti anche nelle zone adiacenti. Secondo il sindaco di Lisbona, Jorge Sampaio, dal nuovo Chiado dovrebbe partire lo stimolo per la rinascita dell'intero centro storico, oggi in grave decadenza, con un numero di residenti sempre più basso, con edifici in condizioni davvero precarie. Il progetto è stato affidato all'architetto Alvaro Siza Vieira, molto noto in Portogallo. Prevede il restauro delle facciate rimaste in piedi dopo l'incendio e la ricostruzione, in base ai disegni e ai documenti dell'epoca Pombalina, delle parti che sono state completamente distrutte dalle fiamme. Le opere interne degli edifici, naturalmente, avranno criteri di costruzione adeguati alle esigenze moderne. La giunta di Lisbona vuole che il 30-40 per cento delle nuove abitazioni siano destinate ad alloggi residenziali (il progetto di Alvaro Siza prevede che i secondi e i terzi piani dei palazzi siano occupati da famiglie). Soprattutto, la rinascita del Chiado deve dare il via a una nuova strategia dei trasporti in una città di giorno in giorno sempre più assediata dal traffico. Per questo il Chiado avrà una fermata della nuova linea metropolitana che porterà alla stazione ferroviaria e marittima di Cais do Sodre, e saranno particolarmente curate nuove soluzioni viarie in grado di migliorare gli accessi. Il Chiado è il primo dei sette «punti chiave», previsti dal nuovo piano regolatore, che dovrebbero risolvere molti dei problemi urbani nei quali si dibatte oggi Lisbona. Un'altra zona di vitale importanza è quella del porto e della costa, dove è prevista la costruzione di una serie di edifici con soluzioni architettoniche d'avanguardia. Nel complesso, i progetti di rinascita del Chiado e di Lisbona si inseriscono nel più ampio periodo di crescita e di sviluppo che sta vivendo in questi anni il Portogallo. E' un boom che ha sorpreso molti anche a Lisbona e che è legato a filo doppio all'ingresso del Portogallo nella Comunità Europea. Contro le soluzioni previste dal progetto di Alvaro Siza, non si sono quasi levate voci di dissenso. Pochi dubitano che questa sia la strada giusta da seguire per ridare vita al «bairro». Quello di cui si dubita è che sia possibile ridare al Chiado la «magìa» perduta. Il fuoco di quel tragico agosto, miracolosamente, ha risparmiato il Museo Archeologico, la Biblioteca Nazionale, il teatro San Carlo, il celeberrimo ascensore di Santa Justa. Ma chissà se ha risparmiato anche i fantasmi di Teixeira de Pascoaes, di Matos Sequeira, di Eca de Queiroz, che, qui, avevano affondato le loro radici. Silvano Costanzo ***** ,* « * « - » ■ m ss Lisbona. Il plastico del nuovo Chiado. Sopra: l'incendio, all'alba del 26 agosto 1988

Persone citate: Alvaro Siza Vieira, Carmo, Garrett, Jorge Sampaio, Matos, Mello, Queiroz, Sebastiao José De Carvalho, Silvano Costanzo, Teixeira