Quali spiagge d'Europa dobbiamo evitare di Paolo Patruno

Quali spiagge d'Europa dobbiamo evitare Allarme del «Sunday Times» che pubblica una mappa di zone a rischio e anticipa le conclusioni Cee Quali spiagge d'Europa dobbiamo evitare «NelMediterraneo si supera il limite d'inquinamento» LONDRA. E' attesa per oggi la pubblicazione del rapporto del commissario Cee per l'Ambiente, Carlo Ripa di Meana, sullo stato delle spiagge che si affacciano sul Mediterraneo. Anticipandone le conclusioni e fornendo un quadro generale desunto da studi dei singoli Paesi e dei gruppi ambientalisti, il «Sunday Times» ha lanciato l'allarme sul degrado delle spiagge mediterranee, rilevando che centinaia di località in Italia, Spagna, Francia, Grecia registrano tassi di inquinamento molto superiori ai limiti fissati dalla Comunità europea. Fra queste, il settimanale mette in prima fila località come Sanremo, Portofino, la costiera amalfitana, Ostia e il litorale romano, la costa settentrionale della Sicilia, le spiagge attorno a Venezia e quelle dell'Adriatico infestate dalle alghe. Bisogna premettere che nell'imminenza delle vacanze di massa, questo genere di statistiche inflazionano la cronaca quotidiana con risultati spesso difformi. Colpa di prelievi saltuari, spesso in condizioni non omogenee. Ma resta il fatto che le denunce documentate vanno prese sul serio. Stando alle anticipazioni del «Sunday Times», il rapporto della Cee mette agli atti che il 16 per cento delle spiagge spagnole ò inquinato al di sopra dei limiti consentiti, e così 1' 11 per cento di quelle francesi e il 10 di quelle italiane. Nell'attesa di una doverosa verifica, il diffuso settimanale britannico mette comunque sull'avviso i 12 milioni di vacanzieri inglesi. Il quadro italiano, desunto da dati di diversa provenienza, non è né peggiore né migliore di quello dei Paesi che ci circondano. Anche se il giornale mette subito in rilievo le contraddizioni fra le stime governative (solo una spiaggia su dieci sarebbe inquinata) e quelle della Lega ambiente, secondo la quale mille località l'anno scorso avevano registrato tassi di inquinamento proibiti. Sempre affidandosi ai dati degli ambientalisti, riguardo a Sanremo il «Sunday Times» riporta che le acque della «rinomata regina della riviera italiana» sarebbero infestate dagli streptococchi in misura enormemente superiore al consentito; sarebbe stato registrato anche un inquinamento supplementare causato da pesticidi e metalli. Dopo aver citato i casi di Cefalù, Molfetta, Portofino, del Lido di Venezia, dell'Adriatico (dove le prenotazioni si sarebbero ridotte di un terzo), il settimanale inglese si dilunga sulle disavventure di un turista belga sulla spiaggia di Ostia, causate dall'inquinamento. Dimenticando però di scrivere che la balneazione a Ostia è stata per l'appunto proibita. Ci può essere anche qualcosa di allarmistico e strumentale in queste denunce, i cui fulmini colpiscono Marbella e la Costa del Sol, il Pireo e le località attorno ad Atene fino ad Egina e Poros, qualche spiaggia francese, insomma tutte le località dove tradizionalmente si indirizza il flusso turistico degli inglesi alla ricerca del sole, stanchi di quelle stazioni balneari come Blackpool, Southport o Formby unanimemente condannate per il loro degrado ambientale. Conosciuto come «il Paese più sporco» d'Europa per le carenze della sua politica ecologica, per l'inquinamento anche industriale delle acque del Mare del Nord, per l'eccessiva emissione di ossido di carbonio, l'Inghilterra sta cercando di recuperare il credito perduto. E forse una delle sue armi è semplicemente quella di additare i mali altrui. Paolo Patruno Rimini balneare. Spiagge affollate ieri su tutta la riviera romagnola per il secondo weekend di luglio

Persone citate: Carlo Ripa, Cefalù, Molfetta