Ma non sperate nei rimborsi di Emilio Pucci

Via la tassa sulla sete Rincareranno benzina, gasolio e superalcolici Via la tassa sulla sete Ma non sperate nei rimborsi ROMA. Da più di un mese gli italiani pagano per ogni litro di minerale una tassa di 100 lire. Ed è quasi raddoppiata la bolletta sull'acqua di casa. Presto (probabilmente già questa settimana) il governo deciderà di lasciar decadere il decreto dei due contestati balzelli. E' inutile sperare in un qualsiasi rimborso. Chi ha dato, ha dato e il gettito di un provvedimento cancellato rimarrà nelle casse statali e degli speculatori che hanno giocato sui rincari. Le procedure per un eventuale rimborso risulterebbero infatti assai complesse e forse più costose di quanto si dovrebbe avere indietro. C'è poi il precedente del gettone telefonico che nell'80 raddoppiò di prezzo (da 50 a 100 lire). Il Tar del Lazio annullò l'aumento, ma nessuno ottenne rimborsi non potendo dimostrare l'acquisto di gettoni a prezzo maggiorato. Un danno di poche migliaia di lire, si dirà. Ma si tratta pur sempre di un esborso difficile da digerire. Tanto più, che la «tassa sulla sete» sarà immediatamente sostituita con i rincari della benzina (forse 55-60 lire il litro), del gasolio da autotrasporto (45 lire il litro) e dell'imposta sui superalcolici. In più, il ritocco alla tariffa dell'acqua potabile per usi civili dovrebbe essere reintrodotto in autunno. Il governo si prepara così a chiudere la manovra '90 con la consueta e affrettata politica degli interventi-tampone. La messa a punto della Finanziaria '91 è invece rinviata a dopo le vacanze estive. Ma il fronte economico è calmo, soprattutto dopo il successo della mediazione per l'intesa sindacatiConfindustria sulla scala mobile. E Palazzo Chigi in questo momento è sulle spine per altre questioni, come la legge sull'emittenza e la riforma elettorale, che potrebbero portare di corsa alla crisi. Comunque, la decisione per la tassa sull'acqua si deve prendere entro il 22 luglio, ultimo giorno utile per la conversione in legge del decreto. Andreotti appare deciso ad abbandonare al suo destino l'impopolare provvedimento per scambiarlo con altre tasse. Una scelta che si doveva già prendere nei giorni scorsi, ma che è stata rinviata per una sorta di scaricabarile tra i vari ministri interessati. Adesso non c'è più tanto tempo da perdere e lo scambio di imposte potrebbe essere ufficialmente annunciato dal Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. La proposta sarà discussa prima in sede di commissioni parlamentari. Non è dunque difficile prevedere che a fine mese costeranno di più i carburanti, i liquori e forse anche le sigarette. La caduta della tassa sull'acqua, però, procurerà non pochi problemi ai Comuni. Le casse degli Enti locali sono all'a- sciutto. Di qui la decisione di dare facoltà alle aziende distributrici di acqua potabile di rialzare le tariffe a partire dal prossimo ottobre. L'abolizione dell'imposta di 300 lire al metro cubo tornerebbe così tra qualche mese come ritocco tariffario. Il problema dell'acqua allarga il discorso ai provvedimenti in cantiere per migliorare i conti dello Stato. E il governo proprio in questi giorni sta discutendo con i Comuni i tagli ai finanziamenti e le opportune misure di reintegro. Ai Comuni, come compenso dei tagli dei mutui per almeno 5500 miliardi (contro i previsti 7500 miliardi), dovrebbe essere data la più volte promessa autonomia impositiva, che alla fine porterà al rialzo dei costi di diversi servizi. La novità più grossa potrebbe riguardare le privatizzazioni. In pratica anche i Comuni, come lo Stato, potranno vendere terreni e immobili di loro proprietà per far fronte alle spese. Resterebbero escluse le aziende municipalizzate che gli Enti locali sono poco propensi a cedere. E' in ogni caso un'ipotesi che al momento viene esaminata senza troppa fretta. Le vacanze sono alle porte e il confronto sarà ripreso quando si dovrà stendere nero su bianco la legge finanziaria per il 1991. Emilio Pucci

Persone citate: Andreotti

Luoghi citati: Lazio, Roma