College all'inglese per carabinieri laureandi in legge

College all'inglese per carabinieri laureandi in legge College all'inglese per carabinieri laureandi in legge Quartierini indipendenti, tennis, maneggio, lingua straniera obbligatoria menti degli ufficiali allievi: ciascuno di essi dispone infatti di un quartierino dove è indipendente nel poco tempo libero dagli impegni quotidiani. Fra le attrezzatile sportive, campi da tennis, pallavolo e pallacanestro, maneggio con relative scuderie, palestra coperta per multiformi attività compresi lo judo e la scherma. Gli insegnanti delle materie giuridiche sono professori prevalentemente ordinari dell'Università La Sapienza di Roma, mentre le esercitazioni con le discipline professionali, ad esempio polizia giudiziaria, impiego tecnico-logistico, informatica, sono affidate per lo più a specialisti dell'Arma. D'obbligo è anche il perfezionamento in una lingua straniera scelta tra inglese, francese e tedesco e al termine del biennio è previsto un soggiorno in uno dei Paesi di tale lingua, a contatto con le omologhe forze di polizia. Frequentano la Scuola anche una quindicina di sottotenenti somali, che dopo la preparazione ad altissimo livello ricevuta in Italia ritornano in patria, una trentina di ufficiali provenienti dai ruoli di complemento per i quali la durata del corso è solo annuale, quelli che completeranno nell'Arma il servizio di leva. Vi si tengono inoltre sessioni pluriarticolate per i vari gradi in fase di avanzamento, seminari di studio, cicli informativi per comandanti di Corpo. Una forza complessiva di 500 uomini. Il metro valutativo è una sorta di media tra il profilo nello studio e l'attitudine militare. Soddisfatto, il generale Tavormina evidenzia la mancanza di retorica, la spontanea disciplina, il senso di responsabilità dei giovani ufficiali. E loro, gli interessati? Il sottotenente Corrado Tortorella di Napoli è esplicito: «Mi auguro di poter fare il lavoro che ho scelto, per essere utile alla società». E come sono, oggi, i carabinieri? Il sottotenente Ilario Favro di Torino non deve cercare la risposta: «Non sono diversi da quelli di ieri, pur adattandosi a una civiltà in evoluzione. E qui, in questa Scuola, avvertiamo in noi una maturazione quotidiana». Il sottotenente Valerio Devoti di Roma evidenzia l'aspetto militare degli ufficiali dell'Arma: «Siamo managers, certo, ma soprattutto soldati. La società si aspetta da noi modernità ed efficienza, ma nel subconscio è rimasta legata alla figura tradizionale del carabiniere che idealmente è il nostro orgoglio. Abbiamo fatto questa scelta perché il sacrificio ben motivato è una vittoria». Parole che sembrano d'altri tempi e che appartengono invece a tantissimi ragazzi d'oggi. Il tempo non dovrebbe mai fare il torto di deluderli. ta somiglianza con Cary Grant, moglie torinese, due figli che hanno preferito l'attività di medico e di commercialista. Tavormina a Torino ha vissuto a lungo, in vari incarichi di comando, è stato Capo di stato maggiore dell'Arma, trascorre la sua giornata alla Scuola sentendola come una creatura. E' una bella Scuola, strutturata sullo schema di un college universitario. Fu istituita nel 1894 nella caserma Cernaia del capoluogo piemontese. Fu poi trasferita a Firenze, quindi a Roma. E' intitolata al martire delle Fosse Ardeatine e medaglia d'oro al valor militare Ugo De Carolis, occupa la villa e il parco sulla Via Aurelia che furono di Pio IX prima che diventasse Papa. Un'area di 74 mila metri quadri, 11 mila dei quali presi dal complesso edilizio destinato ad aule, sale per congressi e convegni, rappresentanza, mensa, circolo, ma presi anche dagli alloggia¬ Luglio, tempo di esami scolastici sudati e fra questi, poco noti ma particolarmente impegnativi, gli esami che stanno sostenendo gli allievi della Scuola Ufficiali dei carabinieri a Roma. Sono 120 sottotenenti che provengono dall'Accademia militare di Modena i quali, dopo avere là superato il primo biennio della Facoltà di Giurisprudenza, completano qui, in un ulteriore biennio di applicazione, il piano di studi per la laurea in legge e, contemporaneamente, la preparazione professionale. Mettendo infatti sulle spalline la seconda stella, raggiungeranno, con il grado di tenente, il reparti operativi dell'Arma in tutta Italia. La loro provenienza geografica è quasi omogenea fra le tre aree del Paese. Guadagnano 1 milione 600 mila lire al mese, quasi la metà dello stipendio percepito dal loro comandante, il generale Giuseppe Tavormina, siciliano, marca¬ Franco Piccinelli