Discriminazioni molestie...

Discriminazioni, molestie... La prima Commissione per le Pari Opportunità della Regione Piemonte Discriminazioni, molestie... «Dovremmo avere più poteri per incidere» TORINO. «Dovrebbe avere dei poteri più incisivi in casi di molestie sessuali e discriminazioni sul lavoro; inoltre il suo parere dovrebbe essere ritenuto obbligatorio, certamente, quando si discute il piano regionale di sviluppo, ma anche avere maggiore attenzione da parte degli organi regionali». E' tempo di bilanci e di riflessioni per la prima Commissione per le pari opportunità uomo-donna della Regione Piemonte a conclusione del suo mandato. E dopo tre anni d'intensa attività, come fa capire la presidente di turno Maria Rovero (votata tra le 15 componenti, resta in carica un anno), la Commissione ha individuato i problemi più pressanti e le carenze più evidenti nello svolgimento dei numerosi compiti che la legge istitutiva le assegna. Poco dopo il suo insediamento, la Commissione è stata investita del caso delle molestie sessuali alla Sepa di un capo reparto: «Abbiamo espresso la nostra solidarietà nei confronti delle lavoratrici vittime di atteggiamenti offensivi; poi sono arrivate altre segnalazioni (una, recente, anche nei confronti di un funzionario «molestatore» della stessa Regione), ma ci siamo scontrate con non poche difficoltà per trovare una soluzione. Così per le discriminazioni sui luoghi di lavoro, degli ostacoli nell'assunzione e nella carriera di cui sono arrivate denunce da un gruppo di lavoratrici del Centro direzionale della Fiat, della Microtecnica, lite, Enel, Cassa di Risparmio di Cuneo, Alessio Tubi, Poste, Comune, Parco Naturale Rocciavré, Teatro Regio... Il vero problema è che le donne hanno nei nostri confronti delle aspettative molto alte, esigono risposte e soluzioni tempestive mentre noi non abbiamo la possibilità di risolvere immediatamente i casi segnalati, anche se, sia pure lentamente, cominciamo ad avvertire qualche segnale positivo», sottolineano Laura Scagliotti e Marité Calloni, molto attive sulle questioni legate al mondo del lavoro, tra cui anche nei corsi di «Retravailler» destinati alle donne che dopo una lunga assenza per motivi familiari vogliono tornare al lavoro. «L'esperienza di Retravailler (due corsi e 40 donne coinvolte) ha fatto emergere la grande disponibilità di lavorare da parte di adulte che in genere le aziende considerano già "vecchie", anche se magari hanno solo 35 anni e nonostante abbiano capacità ed esperienze molteplici. Di qui la proposta della Commissione, vista la carenza di infermieri, di riservare un numero di posti per donne di oltre 29 anni disoccupate o cassintegrate nei prossimi corsi per ausiliario socio-sanitario specializzato (nuova figura dal nuovo contratto sanitario), "prevedendo un adeguato assegno di studio e, successivamente, la possibilità di assunzione da parte delle Usi, senza però dimenticare le ultra quarantenni"». La Commissione ha iniziato a funzionare nel novembre dell'87 con la nomina di 15 donne da parte del Consiglio regionale col compito, tra l'altro, di verificare e denunciare discriminazioni e violazioni alle leggi di parità, di promuovere iniziative per superarle. Un ruolo che si è subito rivelato complesso e che richiederebbe un impegno a tempo pieno, mentre invece attualmente è basato solo sul volontariato (e forse questo spiega perché la Commissione lavori a ranghi ridotti). A scorrere il resoconto dei tre anni di attività si scopre una mole di impegni: 160 riunioni di Commissione (la presenza di donne con alle spalle esperienze anche politiche diverse ha richiesto spesso difficili mediazioni); incontri ad altissimo livello con rappresentanti di aziende e dell'Unione industriale di Torino, dei sindacati e delle istitu¬ zioni; partecipazione a convegni e dibattiti. Particolare attenzione è stata rivolta al mondo della scuola, individuato come un campo prioritario per far crescere una cultura non discriminante e in grado di valorizzare le differenze sessuali. Con questo intento si è svolto un ciclo di conferenze sulla cultura della parità e la pedagogia della differenza, la diffusione nelle scuole ele¬ mentari del «Gioco della felicità» contro gli stereotipi sessisti, la progettazione di uno spettacolo teatrale per sensibilizzare bambini ed insegnanti sulle tematiche della differenza sessuale e delle pari opportunità. L'opuscolo informativo «Abc Donna», una guida pratica di facile consultazione per orientarsi nell'intricato sistema delle leggi che regolano la nostra società e, in modo specifico, la realtà delle donne, è stato realizzato dalla Commissione e diffuso in 30 mila copie in tutta la Regione (prossimamente è prevista una versione in arabo per le extracomunitarie verso cui la Commissione ha mostrato più volte la sua attenzione, come dimostra anche la sua adesione al «Reseau A1841», un coordinamento tra donne di Paesi del Nord e del Sud del mondo). E tutto questo con l'aiuto di una sola segretaria e tra molte complicazioni e lungaggini burocratiche regionali e non sempre con la dovuta attenzione da parte di tutti gli organi regionali. «La strada della Commissione, proprio per i compiti che le sono assegnati, non può che essere in salita», ha ricordato la presidente del Consiglio regionale Carla Spagnuolo, nel suo primo incontro con la Commissione, a cui ha promesso una concreta e stabile collaborazione. Stefanella Campana Sono passati molti decenni da queste immagini di telefoniste, ma per le donne la strada della parità è ancora in salita

Persone citate: Alessio Tubi, Calloni, Carla Spagnuolo, Laura Scagliotti, Maria Rovero, Parco Naturale Rocciavré, Stefanella Campana

Luoghi citati: Cuneo, Piemonte, Torino