I nuovi farmaci anti-ipertensione

I nuovi farmaci anti-ipertensione Sono rispettosi della «qualità della vita» I nuovi farmaci anti-ipertensione Non è facile difendersidaun-ne-mico che ti segue silenzioso, passo passo, senza quasi mai dare segno di sé per molti anni, per poi colpirti improvvisamente, quasi sempre alla testa, quasi sempre di notte. In modo analogo, simile a silenzioso killer, può agire l'ipertensione arteriosa, se non adeguatamente controllata. E' infatti la più frequente causa di ictus cerebrale. Fino a non molto tempo fa i farmaci ipotensivi disponibili provocavano tali disturbi da rendere arduo convincere qualcuno, che era del tutto asintomatico, a stare «peggio». Ciò non consentiva di contrastare efficacemente il naturale evolversi della malattia e, quindi, il subdolo instaurarsi di danni a carico di organi, quali il cuore (insufficienza ventricolare, coronaropatie arteriosclerotiche), il rene (nefroangiosclerosi), gli occhi (emorragie retiniche), il cervello (insufficienza cerebro-vascolare e, appunto, ictus). Ora non è più così. Lo «scudo» da opporre al nemico silenzioso è stato reso straordinariamente più leggero dai progressi farmacologici degli ultimi anni. Dal 1896, anno in cui RivaRocci mise alla luce lo sfigmomanometro, la diagnosi di stato ipertensivo non è più un problema. Ciò nonostante circa un quarto degli ipertesi non sa di esserlo. Invece sempre avvolti da numerosi veli rimangono il «perché»-eil «come» in alcuni soggetti si instauri uno squilibrio del tono vascolare. E' questo il motivo per cui, ancora oggi, il 90-95% delle ipertensioni è definita «essenziale» o «primitiva». Una causa ben precisa è invece alla base di alcune forme di ipertensione arteriosa (ipertensioni «secondarie»), che è molto importante identificare potendo essere trattate in modo definitivo. Dello stato attuale del trattamento dell'ipertensione arteriosa si è discusso, fra molti altri interessanti argomenti, durante un convegno tenutosi recentemente a Torino. Constatata l'ottima tollerabilità dei nuovi farmaci, molto rispettosi della «qualità della vita», è emersa chiara la indicazione ad un trattamento precoce, costante e personalizzato anche delle forme più lievi, quelle definite mediomoderate, con l'intento primario di prevenire i danni d'organo. Trattamento che deve essere sempre preceduto da rigide misure, atte a correggere eventuali fattori aggravanti concomitanti (errori dietetici, fumo, alcol, obesità, sedentarietà). E' sempre più plausibile l'ipotesi che pone al centro del problema etiopatogenetico dell'ipertensione (il perché e il come) una interazione di fattori genetici con fattori ambientali. Entrambe le componenti sono indispensabili. La responsabilità genetica risulta evidente da esperi¬ menti condotti su ceppi selezionati di ratti e, in campo umano, da studi su gemelli e sulla correlazione, nettamente positiva, di incidenza di ipertensione arteriosa fra parenti di primo grado (genitori, fratelli, figli). Fattori acquisiti chiaramente coinvolti sono l'obesità, l'abuso di alcol, i fattori psico-sociali (leggi stress). Il più studiato e il più indiziato dei co-fattori ambientali è l'eccessiva introduzione di cloruro di sodio (sale da cucina). Della sua importanza sono dimostrazione macroscopica due popolazioni, poste ai lati opposti della scala: i giapponesi del Nord, che per essere i maggiori consumatori al mondo di sale, sono anche quelli che hanno la più alta incidenza di ipertensione arteriosa (40% circa) e gli eschimesi della Groenlandia, che non facendo uso di sale, non conoscono quasi cosa sia l'ipertensione. Essendo soltanto i fattori ambientali modificabili è za intuitivo quali debbano essere le linee di condotta ispiratrici di una prevenzione primaria. Concorde è stato, infine, il giudizio sulla utilità di intervento in caso di ipertensione nefrovascolare, causata da un restringimento (stenosi) di una o di entrambe le arterie renali. Ciò in considerazione dell'effetto risolutore sia sulla ipertensione, sia sulla funzionalità renale. Antonio Tripodina

Persone citate: Antonio Tripodina

Luoghi citati: Groenlandia, Torino