Quarantamila in coda per l'acqua di Foto Laura

Quarantamila in coda per l'acqua Molti turisti stanno abbandonando hotel e pensioni, raddoppiati i consumi di minerale Quarantamila in coda per l'acqua Diano Marina: sempre più grave l'emergenza siccità IMPERIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Daniela Bozzano è una turista torinese, in vacanza a Diano Marina: per lavare il figlioletto di 50 giorni è costretta ad usare l'acqua minerale. In via Calderina, accanto ad uno dei serbatoi posti sulle principali strade per il rifornimento pubblico, un'anziana donna, Maria Solazzi, si trascina con due pesanti secchi, colmi d'acqua. E allo svincolo di San Bartolomeo al Mare, ecco un autostoppista: è Alfredo Leone, in vacanza per qualche giorno. Spiega che sta recandosi ad Arma di Taggia, «per poter fare finalmente una doccia». Tre episodi, tre immagini della gravissima crisi idrica che ha colpito la Riviera di Ponente, in particolare la zona compresa fra Andora e Diano Marina, una striscia di costa dove si calcola che attualmente si trovino circa 40 mila persone, tra residenti e turisti. L'acqua manca da molti giorni, e l'approvvigionamento avviene con le autobotti dei Vigili del Fuoco. A Imperia, per ora, i rubinetti non sono all'asciutto: ma il liquido che ne sgorga spesso è salato, torbido e di gusto pessimo, anche per l'impiego di disinfettanti. Anche nei paesi dell'entroterra, popolati da stranieri (soprattutto tedeschi) è scattato il razionamento. «Sembra di trovarsi in un luogo dove è avvenuta una grossa calamità naturale, un terremoto o un'alluvione», brontola un gruppo di villeggianti piemontesi, in coda da parecchi minuti, sotto il sole che cuoce, per riempire le taniche a una cisterna. Sono venuti al mare per le ferie, ma anziché riposare sono costretti a faticare per avere un po' d'acqua. Molti sono partiti per la vicina Costa Azzurra. Chi è rimasto, si arrangia come può. I consumi di acqua minerale sono aumentati enormemente, e sono quasi raddoppiati: la gente la usa anche per lavarsi, e per cucinare. Prese d'assalto le nu¬ merose sorgenti e fontane dell'entroterra: a servirsene sono soprattutto i baristi, per fare il caffè. Nelle farmacie, forte è la richiesta di amuchina e di salviettine detergenti. Un'operazione normale, come quella di lavarsi, è diventata problematica. Dice ancora la signora Bozzano: «Ho puntato la sveglia ed ho provato, durante la notte, quando l'acquedotto di Imperia dirotta le sue riserve sul comprensorio dianese, a riempire la vasca da bagno. Ma dai rubinetti esce un liquido marrone, sul quale proprio non mi sento di fare affidamento». Della stessa opinione è Attilio Sandri, che abita negli alloggi popolari di via Roma. Mostra alcune pentole riempite nelle ore notturne, quando dalle 23,30 alle 6 l'aumento di pressione garantisce il servizio, e sbotta: «E' imbevibile, e non mi fido neppure di farla bollire». Grossi problemi anche per i gestori di locali pubblici: non possono utilizzare l'acqua per sciacquare bicchieri e tazzine, lavastoglie e lavatrici non funzionano, si inceppano o si rovinano. «Resta un alone sbiadito, che costringe a ripetere più vol¬ te l'operazione di pulizia», precisano al bar Marabotto. Alessandro Sacco, del ristorante Anna di Diano Marina, ha almeno in parte risolto il problema: «Proprio davanti al mio locale ho una conoscente, che con grande gentilezza mi lascia attingere al suo pozzo». E comincia a serpeggiare un fenomeno nuovo, del tutto inconsueto: la questua dell'acqua. «Non chiedono più un bicchier d'acqua, ma un bottiglione. Spesso sono persone anziane, impossibilitate ad andare a rifornirsene», racconta una barista. Docce chiuse, ovviamente, negli stabilimenti balneari del Golfo Dianese. L'unico sollievo alla calura resta un tuffo in mare, con la speranza che non sia inquinato: ieri mattina, a Borgo Prino, uno dei quartieri turistici più frequentati di Imperia, è scattato il divieto di balneazione perché la rottura di una tubazione della fognatura ha riversato i liquami sulla spiaggia. Un altro pericolo, che si aggiunge a quello temuto dell'insorgere di epidemie. E non è un rischio da sottovalutare, poiché pare diventato difficile persino utilizzare i servizi igienici. Un dramma, con risvolti tragicomici: a Cervo, gruppi di turisti si sono diretti con «shampoo» e asciugamani verso il Porteghetto. Hanno detto: «Andiamo a lavarci. In mare». Stefano Delfino E' il boom dell'acqua minerale, utilizzata anche per fare il bagno ai bambini [FOTO LAURA]