«L'Aids? Tutta colpa degli uomini» di Liliana Madeo

«L'Aids? Tutta colpa degli uomini» A Roma gli esperti mettono sotto accusa il maschio: rifiuta di usare il profilattico «L'Aids? Tutta colpa degli uomini» Nei prossimi anni il virus colpirà soprattutto le donne ROMA. Altro 'die CGipsvoiizz'a'- ■ re le donne, indicandole come le principali responsabili della diffusione dell'Aids. Sono gli uomini, i loro partners, a infettarle. Gli uomini negano e minimizzano i rapporti sessuali con prostitute, travestiti, tossicodipendenti, omosessuali; sono reticenti e non usano precauzioni neppure con le compagne della loro vita; anche dopo che hanno contratto la malattia, «vanno a ruota libera» e continuano a non voler usare il profilattico: è la loro mancanza di consapevolezza e di rispetto per la donna, nel rapporto occasionale come in quello di coppia - denunciano gli operatori del settore - che fa crescere le dimensioni del problema Aids e getta le premesse di quello che si annuncia come «il grande problema a venire: la diffusione dell'Aids fra le donne». L'allarme investe tutti i Paesi. A questo tema sarà dedicata, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, il primo dicembre prossimo, la giornata mondiale per la lotta contro l'Aids. Secondo le stime dell'Oms, nei prossimi anni la malattia si diffonderà soprattutto fra le donne: nel '91-'92 saranno 350 mila. Anche in Italia la preoccupazione è profonda. Un gruppo operativo ad hoc è previsto dal nostro ministero della Sanità. Le conseguenze che il comportamento sessuale del maschio italiano provoca sulle donne e i bambini sono state denunciate ieri da ricercatori, politici, medici, in un incontro al «Circolo della Rosa» dove l'Associazione Nazionale per la Lotta contro l'Aids e l'Associazione Nazionale per la Salute della Donna hanno presentato un decalogo, diretto a sanitari e donne, per prevenire i rischi del rapporto sessuale e raccoman¬ dare che le- donne imponganol'uso del preservativo in caso di dubbio sul partner e facciano sempre i test di sieropositività in caso di gravidanza. Neanche dalla famiglia e dalla coppia consolidata il rischio dell'Aids è lontano. E per colpa dell'uomo. La senatrice comunista Giglia Tedesco ha detto: «Per rispondere a un male nuovo si vuole riesumare un rimedio vecchio: la riapertura della case chiuse. Occorre invece ribaltare una mentalità, tenendo presente la subalternità ses¬ suale della- donna che è -soggetto altamente a rischio». La senatrice Elena Marinucci, socialista e sottosegretario alla Sanità, ha parlato del preservativo femminile annunciato negli Stati Uniti, da diffondere in Italia appena in commercio. L'immunologo Ferdinando Aiuti ha aggiunto: «In Italia i malati di Aids sono 6700. Al 31 marzo erano 6068. Ogni giorno ci sono 5-6 casi in più. Le donne rappresentano il 21 per cento. Questa percentuale è più alta che nei Paesi del Nord Europa e degli sto-ssi-Usav'fie-r-qualrè'at-" testata intorno al 10 per cento. Il 17 per cento ha contratto la malattia da rapporto eterosessuale, la metà da partner tossicodipendente, un quarto da rapporti occasionali, per il 4 per cento sono tossicodipendenti. Nell'85 abbiamo avuto i primi 12 casi di donne contagiate: tutte per via eterosessuale. Oggi sappiamo che gli uomini sieropositivi sono di più, che le donne si ammalano e muoiono di più, che più subiscono violenza sessuale, meno im- [■pungcmo l'm-ode^pTes-ervstnror meno tutelano sé, il proprio corpo e persino i propri figli». Fatalismo delle donne? Mancanza di volontà e di prevenzione? Generosità che sconfina nell'autolesionismo? Una giovane dottoressa, sposata con un ex tossicodipendente, incinta, non ha mai fatto test durante la gravidanza ed ha avuto un figlio sieropositivo. Secondo una ricerca del Policlinico di Roma: se l'uomo si ammala, nell'82 per cento dei casi la donna resta al suo fianco e la coppia resiste; nella situazione opposta, solo il 26 per cento degli uomini non abbandona la compagna. Per il virologo Gian Battista Rossi «la donna non esige la conoscenza dello stato di sieropositività del partner e diventa un bersaglio passivo e incosciente. Si spiegano così gli elevati indici di sieropositività dei neonati nel nostro Paese». In Italia: 2,5 bambini sieropositivi per mille, contro lo 0,1 per mille nel Nord Europa (ma sono il 4 per mille a Roma e Milano, contro il 4,5 di New York). E che cosa si sa dei rapporti sessuali promiscui degli uomini? «Quasi niente - ha detto Aiuti -. Delle 2200 persone che nell'89 sono venute nella nostra clinica a Roma per sottoporsi a test, il 90 per cento erano uomini, il 9 per cento donne. La maggioranza degli uomini dopo molte ritrosie, ammissioni e ritrattazioni, riconosceva di avere avuto rapporti occasionali con prostitute, tossicodipendenti che si prostituivano, travestiti. Il 5 per cento ammetteva rapporti bisessuali». Secondo una ricerca universitaria, un travestito ha in media 260 rapporti sessuali al mese. Liliana Madeo

Persone citate: Elena Marinucci, Ferdinando Aiuti, Gian Battista, Giglia Tedesco