Si riapre il caso-Titanic, 80 anni dopo di Mario Ciriello
Si riapre il caso-Titanic, 80 anni dopo GRAN BRETAGNA Chiesta la riabilitazione di un capitano accusato di non aver salvato i naufraghi Si riapre il caso-Titanic, 80 anni dopo 77 ministero dei Trasporti indaga sulla tragedia LONDRA NOSTRO SERVIZIO Settantotto anni fa, un'accusa tremenda distrusse per sempre un uomo, il capitano Stanley Lord, comandante della nave «Californian». Un'inchiesta sul naufragio del «Titanio» lo bollò d'infamia, affermò che, vicino com'era al transatlantico ferito a morte, avrebbe potuto salvare centinaia di passeggeri, ma che non si mosse. Benché più distante, accorse un altro vascello, il «Carpathia», il primo ad arrivare sul luogo. Ma meritava Lord l'obbrobio del mondo? O fu vittima innocente? Il governo britannico ha deciso di scoprire la verità. Il ministro dei Trasporti Cedi Parkinson ha dato le istruzioni in questi giorni, istruzioni che affidano al capitano Thomas Barnett, un perito nautico, l'arduo compito di riaprire quel tragico capitolo di storia. Barnett dovrà stabilire, con esattezza, due posizioni, quella del «Titanio», quando cozzò contro un iceberg ?. si inabissò, nonché quella del «Californian». Dovrà altresì «valutare la condotta» di questa seconda nave, in altre parole appurare la fondatezza delle ragioni addotte dal capitano Stanley Lord per giustificare la sua inattività. Nessuno si attendeva questo gesto del governo, è grande lo stupore. Ma c'è una spiegazione e risiede nella tenace campagna combattuta dai difensori di Stanley Lord. Il capitano morì nel 1962, a 84 anni, un uomo spezzato, e da allora le file dei suoi paladini si sono ispessite. «Stanley Lord aveva ragione, era innocente», gridano questi suoi campioni e additano tutta una serie di prove, vecchie e nuove, a suo favore. Vi sono le conclusioni dell'oceanografo americano Roger Ballard che, grazie a un satellite, ha stabilito la posizione del relitto del Titanio. Vi è la conferma della presenza di un altro vascello in quelle acque, il «Samson», durante la sua agonia. Non è dunque una seconda inchiesta sulla fine del «Titanio», è la prima sul comporta¬ mento del capitano Lord, un viaggio nel passato che potrebbe concludersi con la sua riabilitazione. Il «Titaric», 46 milatonnellate, affondò il 14 aprile 1912, durante il viaggio inaugurale da Southampton a New York. Lacerato da un iceberg, s'immerse al largo di Terranova, al margine meridionale dell'immensa banchisa. Portava 2224 persone, ne perirono 1513. Lord Mersey, che presiedè l'inchiesta sul disastro, sostenne che il «Californian», vicinissimo, avrebbe potuto «avanzare senza rischio attraverso i ghiacci». Avesse così agito, la nave di 6233 tonnellate «avrebbe potuto salvare molte vite, forse tutte». Ma era il «Californian» a sole 8-10 miglia dal «Titanio»? All'inchiesta, il capitano Lord sostenne che il suo bastimento navigava ad almeno 17-18 miglia di distanza, affermò di non aver visto i razzi del «Titanio» e ricordò che il suo marconista aveva chiuso la radio alle 23,30 - dieci minuti prima della collisione - e ricevette i primi se¬ gnali soltanto quando la riaprì, alle 5,40 del mattino. La documentazione raccolta dai difensori di Lord sembra confermare tale narrazione. Sembra che il «Californian» fosse veramente a 18 miglia dal «Titanio», forse anche a 20, e da tale posizione non poteva scorgere i segnali di soccorso del transatlantico. E il vascello avvistato dai marinai del «Titanio» non era forse il «Californian», bensì il «Samson», una baleniera. Sarà un'indagine appassionante. Anche perché il suo esito riaprirà un'altra rovente controversia. Ammettiamo che Lord fosse innocente. Hanno allora ragione coloro secondo i quali fu il «capro espiatorio» dell'inchiesta? Un'inchiesta che mirava a salvare gli armatori del «Titanio» e le autorità inglesi, colpevoli tutti di non aver dotato il transatlantico con un numero sufficiente di battelli di salvataggio? 78 anni dopo, il silenzio non è ancora sceso sulla tragedia. Mario Ciriello
Persone citate: Parkinson, Roger Ballard, Stanley Lord, Thomas Barnett
Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, New York
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