Longo: così me ne vado

L'ex presidente Ina spiega le sue dimissioni dall'Uniorias L'ex presidente Ina spiega le sue dimissioni dall'Uniorias Longo: così me ne vado «Tirrena è solo un aspetto, ilproblema è che non c'è posto per i manager» «E' sbagliato buttare alle ortiche una partecipazione da 25 miliardi» MILANO. «Alla base delle mie dimissioni irrevocabili non c'è nessun disaccordo con le Generali. C'è invece disaccordo sulla gestione dell'Uniorias che non svolge più le funzioni di una società per azioni, ma è diventata una società consortile». Questo ha chiarito ieri Antonio Longo, ex presidente dell'Ina e ormai anche ex presidente dell'Uniorias, intervenendo a Milano ad un convegno. Ed ha aggiunto: «La vicenda Tirrena è solo un piccolo aspetto dell'intera vicenda. Il fatto è che finché ho gestito l'Uniorias da amministratore delegato e dunque con il 40% del capitale, ho usato sistemi manageriali. Oggi questo non è più possibile e quindi lascio. Per quanto riguarda la Tirrena, ho io stesso insistito perché Uniorias acquistasse eventualmente una partecipazione inferiore al 10 per cento, allo scopo di tutelare il suo portafoglio riassicurativo. Il portafoglio riassicurativo di Tirrena vale per Uniorias venticinque miliardi, e non ritenevo giusto do¬ Contatti per evitare il ve verlo perdere». Indirettamente, le dimissioni di Longo hanno riportato in evidenza la faccenda Tirrena, una compagnia con premi per 450 miliardi che sfiora i 1000 miliardi con le controllate. Una compagnia che le famiglie proprietarie, Amabile a Apuzzo, hanno messo in vendita. In realtà, la Tirrenia ha già un socio importante di minoranza, la svizzera Baloise, che ne possiede il 33%, e che nel passato si era detta interessata a trattare la maggioranza. Ma la Tirrenia ha anche bisogno di una urgente ricapitalizzazione per non meno di 300 miliardi, essendo in rosso per 230 miliardi nelle riserve tecniche e per 150 miliardi nella finanza d'azienda. Vista la situazione Baloise, lungi dal voler esecitare l'opzione su tutto il capitale, ha deciso di uscire a sua volta dalla compagnia. In un primo tempo, Tirrena è stata quindi offerta a Crediop (San Paolo di Torino) e Fondiaria, ma entrambe hanno poi detto di no. Nel frat- rtice di maggioranza tempo, il presidente dell'Ina, Lorenzo Pallesi, aveva portato la questione al consiglio dell'istituto che, il 23 giugno scorso, aveva dato parere favorevole a che l'Ina rilevasse l'opzione sulla compagnia, con l'intento di mettere il pacchetto di controllo a disposizione di gruppi assicurativi e creditizi nazionali, al fine di evitare l'arrivo di stranieri. Qualche giorno più tardi, il direttore generale dell'Ina, Mario Fornari, dava ulteriori dettagli, precisando che da parte Ina si trattava di un'opzione non ad acquistare, ma solo a fare da mediatori nei confronti di eventuali acquirenti. Nella stessa occasione il direttore generale dell'Ina aggiungeva che «chi entrerà nella compagnia, di sicuro dovrà immettere risorse». In appoggio di Pallesi e della sua opera di mediazione, è intervenuto anche il ministro dell'Industria, Adolfo Battaglia: l'Ina, ha detto il ministro, è un'azienda autonoma, che può decidere in piena automa, [v. s.] Arrivano Cct, Bto, Btp