Torneremo subito grandi

Negli spogliatoi inglesi orgoglio misto a rassegnazione Negli spogliatoi inglesi orgoglio misto a rassegnazione Torneremo subito grandi Robson: «I rigori, un rito crudele» TORINO. Bobby Robson diceva belle parole ma aveva un'ombra nera sul cuore. Negli spogliatoi solo delusione e lacrime. I giocatori piangevano in silenzio guardando per terra, stroncati dalla fatica e dall'amarezza. «Anch'io mi sono fatto forza per trattenere le lacrime. Mi sono stampato un sorriso sulle labbra e ho detto ai ragazzi che devono essere orgogliosi per quello che hanno fatto, che possono andare a testa alta. Il calcio insegna che bisogna resistere e riprendersi, altrimenti è meglio cambiare mestiere. In ogni caso non abbiamo perso, nessuno ci ha battuti, abbiamo solo avuto sfortuna in questa orrìbile storia dei rigori». Orgoglio, consapevolezza, anche un pizzico di polemica, ma nemmeno troppa, contro quei cronisti inglesi che all'inizio dell'avventura avevano suggerito di far rientrare la squadra in Inghilterra, prima di far ridere il mondo. Robson scrolla le spalle, assicura che i suoi ragazzi sono maturi abbastanza per non tenere in considerazione questa spazzatura: anzi, giura che le critiche hanno rafforzato il gruppo, il che ci sembra vero dopo aver visto la stupenda partita dei leoni bianchi contro la Germania. «La squadra non poteva dare niente di più. Una grande prova di temperamento. E non pensate che a Bari, sabato, i miei uomini, o quelli di Vicini, scenderanno in campo senza motiva- SHBLTON già detto prima della partita». Prima dei rigori Robson e Beckenbauer si sono stretti la mano. «Ci siamo ringraziati a vicenda per il gioco molto corretto. E ci siamo dichiarati dispiaciuti di dover decidere con i rigori». Robson ha gli occhi lucidi. Il ricordo degli errori di Pearce e Waddle gli punge forte il cuore: «Pearce è uno specialista. Per questo l'ho fatto calciare per quarto: ero sicuro che avrebbe fatto gol. Waddle invece era sottoposto ad una pressione terribile. Peccato. Se avessimo raggiunto la finale, avremmo potuto vincere il mondiale. Ecco perchè ritengo favorita la Germania, che con l'Italia è la squadra migliore: in ogni caso non ci scommetterei». L'amarezza, il rimpianto, il dolore: ma anche la sensazione di aver compiuto il proprio dovere. L'Inghilterra, come ha ripetuto Robson, ha dato una grande dimostrazione di carattere, oltre che di calcio. «Siamo fuori dall'Europa da cinque anni, manchiamo di esperienza. Malgrado ciò, però, siamo arrivati in semifinale dimostrando che il nostro calcio non si è fermato. E' la risposta a chi ci accusava di giocare un calcio medioevale. Se torniamo nelle coppe, sono certo che il calcio inglese tornerà ad essere il migliore d'Europa. Anzi, del mondo».