E adesso il Kaiser sogna la grande vendetta
E adesso il Kaiser sogna la grande vendetta Il et della Germania elogia la sua squadra e spera nella rivincita con l'Argentina: «Noi mai così grandi» E adesso il Kaiser sogna la grande vendetta / rigori? Inevitabili TORINO. Non è ancora imperatore questo Kaiser ma ci manca poco. Questione di ore, all'Olimpico la probabile incoronazione col suo addio al grande calcio. Ammesso che si decida subito ad abdicare. Ora resta l'ostacolo argentino «e noi - dice Beckenbauer - non sottovalutiamo gli avversari anche se riteniamo che per loro sarà difficile sostituire i quattro squalificati». Il et viene sommerso dagli elogi e ringrazia con molto garbo. Esalta la semifinale con l'Inghilterra, la definisce eccezionale perché «raramente negli ultimi anni ho visto un confronto condotto a gran ritmo per 120' con risvolti molto drammatici. Al limite della prestazione fisica da parte dei protagonisti che, non dimentichiamo, hanno avuto solo due giorni per recuperare». E a questo punto Beckenbauer apre una parentesi, in risposta al polemico intervento di Robson secondo cui non si può affidare ai calci di rigori il destino di una Nazionale, dopo tante battaglie: «E' il regolamento - replica il Kaiser -. Non si può continuare a giocare ad oltranza, e non lo dico perchè la mia squadra ha superato il turno. Trovare una soluzione diversa non è possibile, anzi lasciatemi dire che era molto più ingiusto quando si ricorreva al sorteggio. Allora sì che ci si affidava alla sorte, almeno coi rigori decidono i giocatori e poi è un altro contributo spettacolare alla partita. Stavolta penso che l'effetto pubblicitario sia stato ancora maggiore che nelle precedenti partite: e vi assicuro che non era facile giocare per 120' e poi essere lucidi per calciare i rigori. Non si può giocare ad oltranza, ripeto, fin quando una squadra segna una rete». Beckenbauer stavolta ha mescolato le carte: per diversi giorni ha lasciato intendere che Haessler non avrebbe giocato, sembrava spianata la strada per Littbarski, immaginarsi se avrebbe cambiato Bein che è uno dei suoi pupilli. Invece non li ha portati neppure in panchina e ha tirato fuori dal suo taccuino il nome di Haessler e quello quasi inedito di Thon, schierato appena per 2' nelle precedenti partite. Una mossa indovinata, perchè i due hanno potenziato il centrocampo e piccoli com'erano sembravano sfuggire alla guardia dei giganti inglesi. Beckenbauer ha confermato la sua soddisfazione per la doppia mossa, giustificando le esclusioni con gli acciacchi rimediati da Littbarski e Bein. «Nonostante le due gare che aveva saltato, Haessler è entrato bene in partita, la sua prestazione è stata eccellente. Ho dovuto sostituirlo perchè ha preso un colpo al tendine d'Achille. Littbarski e Bein erano infortunati sebbene in modo leggero, teoricamente potevano giocare ma non potevo rischiarli in una gara importante come questa, contro un avversario che richiede in campo giocatori a posto fisicamente al 100%. Thon ha fornito una bella prestazione, si è inserito validamente in squadra e Haessler, ripeto, è stato eccezionale». Tocchiamo un capitolo delicato, quello dell'infortunato Voeller. Cosa gli è successo, ce la farà a giocare domenica? «Rudi - risponde - ha ricevuto un duro colpo al polpaccio, probabilmente c'è stata una lesione a un nervo tanto è vero che aveva perso sensibilità a una gamba, non stava in piedi. Il peggio è passato e siamo convinti che sarà ristabilito per la finale. No, non si è inferto la botta da solo, è stato l'intervento duro di un inglese». Dunque, ancora ArgentinaGermania, una grande rivincita, una sfida che i tedeschi attendono da 4 anni. Come finirà stavolta? «Speriamo di lasciare il campo da vincitori. E' una finale apertissima, rispettiamo l'Argentina ma siamo fiduciosi. Quando è in palio il titolo mondiale può capitare di tutto. Vedremo come saprà reagire la Germania ma oramai siamo a 90' dalla conclusione, non possiamo sbagliare partita. L'abbiamo dimostrato contro una grande Inghilterra, offrendo la concentrazione giusta, uno sforzo eccezionale perchè questa partita è stata dura come quella con l'Olanda, ha richiesto un grosso sacrificio generale. Anche se mi chiedo con quale criterio gli organizzatori abbiano concesso una settimana di riposo fra gli ottavi e i quarti e poi appena due giorni fra i quarti e le semifinali». Giorgio Gandoifi Duello fra Walker e Voeller (a sin.), che ha giocato solo mezz'ora Nel disegno il gol di Lineker
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