Matarrese: arbitri anti-Italia? Macché

Matarrese: arbitri anti-Italia? Macché Matarrese: arbitri anti-Italia? Macché «Al San Paolo non abbiamo acceso l'entusiasmo dei tifosi» MARINO DAL NOSTRO INVIATO Il presidente della Federcalcio, Antonio Matarrese, brinda ai suoi 50 anni con una bottiglia di champagne inviatagli da Joseph Blatter segretario generale della Fifa, designatore degli arbitri al Mondiale. E siccome il signor Blatter è stato così gentile, cominciamo subito dagli arbitri. Vicini ha detto che dagli arbitri la Nazionale non ha ricevuto alcun favore. Anzi, caso mai l'hanno danneggiata, vedi un gol annullato a Schillaci contro l'Irlanda, vedi la tardiva espulsione di Giusti contro l'Argentina, tanto per citare due episodi. Vicini ha anche detto che aver giocato in casa è stato uno svantaggio. Non ho mai conosciuto un allenatore che non si lamentasse della classe arbitrale. Non credo proprio che si possa addebitare agli arbitri il nostro stop. Arbitraggi negativi? Ma andiamo. Alla Cecoslovacchia è stato annullato un gol valido e che cosa dovrebbe dire allora la nazionale sovietica, non è stata forse co¬ stretta a tornarsene a casa per gli errori degli arbitri? Tutti i direttori di gara con i quali ha avuto a che fare l'Italia non sono mai stati contestati dalla Federazione né prima né durante il mondiale. Vautrot è un arbitro che non si può discutere, è di levatura internazionale. I rigori non li ha tirati Vautrot, e pensare che sia stato designato per danneggiarci è una fesseria. Vicini se l'è presa col pubblico di Napoli, reo di non aver aiutato la Nazionale a superare i momenti più difficili della partita. Il pubblico di Napoli ha risposto all'appello nel migliore dei modi. Non mi sento di dover addebitare nulla ai napoletani che erano al San Paolo. La verità è che la squadra non è stata in grado di accendere l'entusiasmo dei tifosi. Capisco l'imbarazzo d'una folla che si ritrova ad avere un idolo come Maradona nel ruolo di nemico, sebbene occasionale. Ma la gente ha sospinto gli azzurri pur non fischiando Maradona. Insomma, Vicini dice delle sciocchezze. Non intendo contraddire Vicini, ne capisco l'amarezza. Forse si è spinto troppo in là con gli arbitri e il tifo. Ma tecnicamente non lo discuto. Il suo contratto è stato rinnovato. Lontana da me l'idea di mettere sotto processo Vicini. E non intendo neppure fare un terremoto in casa nostra. Non smantelliamo nulla. E' logico comunque che si possano avanzare alla conclusione dei Mondiali delle proposte migliorative. Ma processi, no. Non dimentichiamo che la partita con l'Argentina è stata persa ai calci di rigore. Vicini, tanto per non abbandonare l'argomento, afferma che molto ha nociuto alla Nazionale il dover sempre vincere per forza. E soprattutto le ha nociuto l'aver dovuto per forza battere la Cecoslovacchia con la squadra già qualificata. Chi glielo ha imposto, la Federazione? La Federazione non ha mai fatto calcoli del genere, non si è mai chiesta se conveniva vincere o pareggiare. Dopo un avvio pieno di scetticismo e non privo di ostacoli, rammentate le vicende di Coverciano, la Nazionale ha attirato enormi simpatie, ci hanno applauditi, festeggiati. Avevamo il dovere di vincere perché sentivamo intorno a noi un grande entusiasmo, un dovere non calcolato ma naturale. Guardarsi indietro a che cosa serve? Ci mettiamo proprio adesso a cercare il pelo nell'uovo? Dunque Vicini ha esagerato in certe interpretazioni, chiamiamole così, ornamentali, ma per il resto è a posto. Io non posso cancellare tutto ciò che Vicini ha fatto di buono per la Nazionale. Anche quando è stato lasciato solo. Io stesso, molto tempo prima di questo campionato del mondo, ho avuto delle incertezze su di lui. In passato, è stato lasciato solo anche da me. Poi ho capito quanto valeva. Ha trascorso all'inizio del suo lavoro giorni infelici. Ora l'accordo è perfetto. E' anche merito suo se dopo Verona e Firenze la Nazionale ha ritrovato amore. Confermo che quando ci siamo incamminati in questa avventura il traguardo era quello di entrare tra le quattro migliori squadre del mondo. Ci sia¬ mo riusciti. Per la verità, in seguito mi sono illuso di poter andare oltre i confini del nostro programma. Ma la squadra non c'entra con le mie illusioni, la squadra ha sempre dato prova di profonda serietà e di attaccamento ai colori. Siamo ancora in corsa per il terzo posto. Io chiedo, pretendo il terzo posto, non deve assolutamente sfuggirci. Sarebbe una insopportabile tristezza se dovessimo fallire. E un'altra cosa devo dire su Vicini allenatore: non si è mai nascosto. Ha tutta la fiducia del presidente della Federazione. Se oggi, per quanto è accaduto a Napoli, dovessimo rompere le scatole a quelli che hanno ancora il pallino, saremmo imperdonabilmente banali. C'è qualche azzurro che l'ha delusa? Il Mondiale è una tappa non un capolinea e se qualcuno ha avuto dei cali o non è stato all'altezza della sua fama, dobbiamo sostenerlo, incoraggiarlo. Noi non abbandoniamo un giocatore della Nazionale perché non ha reso secondo le nostre speranze. Gianni Ranieri

Persone citate: Antonio Matarrese, Blatter, Gianni Ranieri, Joseph Blatter, Maradona, Matarrese, Schillaci, Vautrot