In ventimila al sindaco «Roma deve dedicare una via a Claudio Villa» di Maria Grazia Bruzzone
In ventimila al sindaco «Roma deve dedicare una via a Claudio Villa» Ma la de dice no alla petizione In ventimila al sindaco «Roma deve dedicare una via a Claudio Villa» ROMA. Una strada della capitale intitolata a Claudio Villa? Forse i ventenni che del «reuccio della canzone» scomparso tre anni fa ignorano suoni e glorie, passerebbero dritti indifferenti. Ma tutti gli altri, i ventimila firmatari della petizione mandata al Comune, il popolo romano «verace» che commosso era accorso in massa ai suoi funerali, gli emigrati che dalle Americhe continuano a scrivere all'associazione degli «amici di Villa», gli italiani che ascoltano i molti canali radio dedicati alla canzone italiana (uno è riseivato interamente a Villa): tutti questi, quel pezzo di marmo attaccato su una via di Trastevere lo sentirebbero probabilmente come una testimonianza dovuta. Persino i quarantenni, i ragazzi degli Anni Sessanta che contestavano la morbida melodia di «Arrivederci Roma» e di «Granada» e Villa lo fermavano per strada per sfotterlo quando nella sua Trastevere tornava dai Castelli vestito tutto di cuoio, da motociclista (e il reuccio, che aveva una carattere schietto, si fermava ogni volta a controbattere): persino loro che allora sceglievano il twist, l'hully-gully o i Beatles, oggi forse non troverebero da ridire su quel gesto simbolico. «Eppure, la proposta che il Consiglio comunale ha appena votato quasi all'unanimità, non trova un appoggio unanime», confessa Piero Salvagni, il consigliere pei che si è fatto promotore dell'iniziativa. Il sindaco Carraro tace. Ma l'ostacolo maggiore è la de capitolina, in testa l'assessore Marco Ravaglioli, genero di Giulio Andreotti. Per mettere i bastoni tra le ruote all'iniziativa si appella a una legge del 1927, alla quale Ravaglioli si appella, che stabilisce che «nessun monumento o lapide possa essere dedicato in luogo pubblico a persona che non sia deceduta prima di dieci anni». Solo il ministro dell'Interno può decidere una deroga «quando si tratta di persone benemerite». E le eccezioni concesse, spiega Salvagni, non si contano. «Certo - aggiunge - ci vorrebbe una lettera del sindaco». Per smuovere le acque intanto gli «amici di Claudio Villa» hanno promosso una manifestazione a piazza Gioacchino Belli, nel cuore di Trastevere. Mentre un altoparlante rimandava le note di «Granada», al microfono si sono alternati vari sostenitori, da Patrizia Villa, la seconda moglie che il cantante aveva sposato diciassettenne, a Domenico Modugno, col quale Claudio Villa aveva condiviso la vittoria al festival di San Remo nel '62 con «Addio, addio», a Angelo Pietrella, per quarant'anni barbiere del cantante e suo amico intimo. Maria Grazia Bruzzone
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