Troppe danze sopra i libri di Croce di F. Gr.

Troppe danze sopra i libri di Croce Roma, dal salone delle feste cade acqua sporca su 500 testi rari: ricorso al giudice Troppe danze sopra i libri di Croce Guerra tra intellettuali e vip a Palazzo Taverna ROMA. Mondani e intellettuali non vanno d'accordo, Si sa. Ma possono arrivare ai ferri corti quando i festaioli eccedono nel turbare la quiete delle biblioteche. Contro i ricevimenti di Palazzo Taverna, tanto apprezzati da vip e aristocratici romani, adesso è insorta l'associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia (in sigla Animi), che condivide il tetto sempre più malvolentieri con la società «Ricevimenti di Palazzo Taverna». Quelli dell'Animi hanno perso la pazienza qualche giorno fa, quando l'esplosione della tubatura di un water ha inondato la loro biblioteca e rovinato, forse irrimediabilmente, circa cinquecento volumi dei 32 mila raccolti. Si è arrivati alle carte bollate e oggi il pretore di Roma dovrà decidere su un esposto anti-feste dei meridionalisti. «Si fanno feste quasi ogni giorno con troppi invitati spiega il senatore Michele Gifarelli, che è il presidente dell'associazione - proprio sulle nostre teste. Finché si trattava di polvere o di qualche calcinaccio, poco male. Ma quando esplode la tubatura di un bagno e si allaga la nostra biblioteca di acque nere, allora non ci stiamo più». Palazzo Taverna, nel cuore di Roma antica, di fronte a Castel Sant'Angelo, ha una storia illustre di residenza patrizia. Pri- ma gli Oisini, poi i marchesi Taverna, infine la famiglia milanese dei Gallarati Scotti. Naturalmente il palazzo è un concentrato di storia e di arte: nel cortile una fontana di Bernini, le sale con affreschi in epoca seicentesca, arredi e quadri di pregio. Come accade da tempo in In¬ ghilterra, e ora anche in Italia e Francia, i nobili proprietari hanno inventato un redditizio «riuso» delle loro residenze: affittare a privati e società i saloni (a prezzo salato) per ricevimenti, balli e conferenze stampa. A Palazzo Taverna è una principessa che cura il tutto. Stefanina Aldobrandino figlia dell'ultima dei Taverna e di un Gallarati Scotti. Qualche anno fa, la principessa ha riaperto l'appartamento del piano nobile, riorganizzato la cucina e messo su una società apposita per gestire feste a pagamento. Un attivismo che non ha certo entusiasmato i danarosi inquilini del palazzo. Le feste si- gnificano centinaia di persone — se ne ricorda una gigantesca in onore del cantante Michael Jackson, dopo un suo concerto romano — che vanno su e giù fino a notte fonda. «Ma Palazzo Taverna è anche un monumento che va preservato», sostiene Cifarelli. Un problema di qualche tempo fa erano i fumi: sigarette e cibi caldi potevano rovinare i preziosi quadri alle pareti; gli odori della cucina disturbavano gli inquilini. Adesso il problema sono le tubature del Settecento, che non riescono a sopportare l'assalto di centinaia di persone ogni sera. Così un venerdì notte della settimana scorsa s'è verificato il fattaccio. La biblioteca, che nel passato ha avuto le cure di Leopoldo Franchetti, Benedetto Croce, Umberto Zanotti Bianco e Manlio Rossi Doria, e che raccoglie anche il lascito di Giustino Fortunato, è stata inondata di acque nere. «Sono stati rovinati almeno cinquecento libri, di grandissimo valore» si lamenta Cifarelli con affetto da bibliofilo. Questa mini-inondazione ora passerà all'esame del magistrato. Il pretore dirigente della prima sezione civile di Roma, Bonaccorsi, nei giorni scorsi ha già vietato alla principessa Aldobrandini l'uso di un bagno. Ne restano due per i festaioli. Basteranno per emergenti e debuttanti? [f. gr.]

Luoghi citati: Castel Sant'angelo, Francia, Italia, Roma