Il clan si vendica massacrando 3 giovani

Il clan si vendica massacrando 3 giovani Il clan si vendica massacrando 3 giovani AGRIGENTO. Tre morti e tre feriti in una furibonda sparatoria in un'officina meccanica a Porto Empedocle. Gli assassini sono fuggiti subito dopo. La Lancia Thema amaranto rubata che il commando ha utilizzato è stata rinvenuta incendiata tra il lido di San Leone e Palma di Montechiaro. Polizia e carabinieri sono certi che è stata la feroce risposta del clan dei Grassonelli a quello dei Messina: due cosche in lotta da anni. Domenica 21 settembre del 1986 tra la folla nella centrale via Roma, davanti a un bar, furono assassinati il boss Giuseppe Grassonelli, suo figlio Luigi e altri quattro loro amici. Ieri sera la vendetta poco dopo le 20,30. Sono stati massacrati alcuni «picciotti» legati a doppio filo con i Messina: il pregiudicato Sergio Vecchia di 34 anni e i suoi cognati Stefano Volpe e Giuseppe Marnalo. Sono rima¬ sti feriti Francesco Vecchia, Calogero Albanese e Giuseppe Palumbo. Albanese è figlio del boss Alfonso, un autotrasportatore che, secondo gli investigatori, è implicato sino al collo nei crimini della mafia. Sergio Vecchia era stato accusato di essere uno dei killer della strage di quattro anni fa, ma al processo alle cosche di Porto Empedocle fu condannato sol® per associazione mafiosa," in primo grado a 10 anni e in appello a 5 anni e 6 mesi. Era a piede libero. Questa vicenda di morti e di mafia che in un solo anno, nel 1986, registrò 11 vittime, ha origini lontane e vi sono implicate anche alcune frange canadesi di Cosa Nostra. I fratelli Pasquale e Liborio Cuntrera e Giuseppe Caruana, emigrati a Toronto avrebbero più volte tentato di mettere la pace tra i due clan. Il loro emissario, Salvatore Renna, però, a quanto pare, ha fallito. [a. r.]