Un'atroce corrida per bambini, con vitelli, nani e scimpanzè

lettere AL DIRETTORE An imali torturati per le «feste» spagnole Desidero ringraziare i moltissimi italiani che hanno inviato lettere di felicitazioni al sindaco di Tossa de Mar (Costa Brava) che ha abolito, nel suo territorio, le corride e tutti gli spettacoli con sevizie di animali. Ciononostante, sono proprio gli italiani quelli che più vengono a vedere la corrida. Dal momento che gli spagnoli ci vanno sempre meno, se i turisti non portassero il loro danaro ai botteghini delle arene, l'infame spettacolo finirebbe. Ultimamente, la Spagna ha conosciuto una scalata impressionante di atti di crudeltà sugli animali, specialmente in occasione di feste religiose. Uno degli aspetti più preoccupanti è costituito dall'abbrutimento dei bambini. Esiste, non da molto, uno spettacolo, apposta per i piccoli, che si ripete tutta l'estate e che noi chiamiamo «Toronto», dal nome di uno degli impresari. E' una corrida con vitellini non più grandi di un cane di taglia abbastanza grossa. Al posto del torero, ci sono nani e scimpanzé. I nani, prima, tirano la coda del vitellino o gli montano sopra; poi gli conficcano le «banderillas»; lo trafiggono con le «picas» e lo uccidono. Lo uccidono in maniera atroce perché sono inesperti e inoltre perché, essendo di bassa statura, accoltellano gli animali dove possono arrivare. Tutto ciò davanti a bambini, anche piccolissimi, per educarli a ridere della sofferenza, per annullare in loro il sentimento della pietà e farne dei futuri clienti dell'affare corrida. Ci sono poi le «feste» in onore del santo patrono, specialmente della Madonna. Animali di ogni genere, soprattutto mucche, tori, vitellini sono bastonati a morte; sono cavati loro gli occhi; ferite interne sono provocate loro introducendo bastoni e petardi negli orifizi corporali. Le vittime sono costrette a ingerire grandi quantità di alcol e di so¬ stanze nocive; i loro aguzzini si divertono a scagliarli dall'alto onde provocare loro fratture. Queste «feste» hanno luogo tutto l'anno; in particolare d'estate. La serie estiva comincerà, fra breve, con la festa di Coria dove dodici tori saranno seviziati orrendamente e linciati dalla folla inferocita, due al giorno, uno alla volta, per sei giorni. Questo in onore di San Giovanni. Così la religione viene strumentalizzata per far guadagnare ulteriormente i miliardari latifondisti, allevatori di tori da corrida che vendono, per queste manifestazioni, gli animali difettosi che non figurerebbero bene nella corrida. Noi abbiamo inviato al Papa una supplica affinché egli esprima una chiara condanna di tutti gli abusi che si compiono sugli animali nel mondo, cominciando dalla Spagna. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Preghiamo gli italiani di inviare, anch'essi, lettere, in questo senso, al Santo Padre. Chi desideri collaborare, dall'Italia, alla nostra campagna europea, può telefonare al n. 0445/520.510 del «Comitato contro la corrida». Grazie in anticipo. M. Consuelo Polo Delgado Madrid Asociación Nacional para la Defensa de los Animales Elettori stanchi di referendum inutili Ho letto l'articolo su La Stampa dell'8 giugno «Ma contro la caccia c'è un vaccino sicuro», in cui Livio Zanetti propone la soluzione per risolvere il «problema» della caccia supertassando i cacciatori, così che o smetteranno di andare a caccia o produrranno un gettito superiore alle imposte su acqua, tabacchi e motorini. Il signor Zanetti dice che il quorum lo fa ridere. Mi sembra che non abbia capito il risultato del referendum, lui e i suoi amici non sono stati sconfitti, sono stati ignorati dalla maggioranza degli elettori. L'astensionismo al referendum ha dimostrato una ragionata indipendenza dell'elettorato italiano al martellamento della grande stampa e della televisione di Stato. Ha dimostrato che l'elettorato è stanco, con tutti i gravi problemi che esistono in Italia, di essere spinto a considerare primario un problema minore. Infine è stato un monito ai politici e alla stampa e televisione politicizzata che è l'ora di affrontare veri problemi con competenza e serietà e di farla finita di buttar via denaro e perdere tempo per niente. Alessandro Viti, Brescia Caccia, «impopolare» è meno nociva Ha ragione Livio Zanetti (La Stampa dell'8 giugno). Se i referendum non sono riusciti ad abolire la caccia, la caccia potrà essere ben più efficacemente regolamentata e utilmente sfruttata moltiplicando l'importo delle tasse sulle licenze, sui fucili e sulle cartucce. Sarà «impopolare», ma è proprio la «popolarità» che rende la caccia tanto nociva. E i maggiori proventi potrebbero essere destinati alla tutela ambientale. Angelo Grasso, Palermo La scuola ripara ai ritardi della legge Sostanzialmente d'accordo con quanto detto da Giovanni Trovati nel suo bell'articolo «Un 36 regalato» del 21 giugno, devo precisare - spero a consolazione dell'articolista - che non risponde a verità che al classico non si studi nessuna lingua straniera. Infatti, per legge, se ne dovrebbe studiare una limitatamente ai primi due anni (ginnasio), ma la realtà oggi è, per fortuna, diversa; perché sperimentalmente (il che non significa malamente) la maggioranza dei licei classici statali, in accordo con il ministero dell'Istruzione, ha prolungato lo studio della lingua straniera per tutto il corso. Anche diversi licei scientifici hanno cominciato a proporre due lingue anziché una sola. Inoltre, numerosi sono gli istituti magistrali rinnovati che prevedono due lingue straniere quinquennali. Per non parlare degli oltre 160 istituti statali dell'ordine classico che hanno attivato indirizzi linguistici con tre lingue straniere ben strutturate e di congruo orario; diversi sono attivi anche in Piemonte. Questo non ci rende certo ancora alla pari, in questo campo, con gli altri Paesi della Cee, ma almeno sta a indicare (anche perché pure gli istituti tecnici si sono mossi in questo senso) che scuola e ministero sono più avanti di un Parlamento che da due generazioni continua a rinviare la riforma. Paola Ambri, Roma dirigente superiore Pubblica Istruzione Direzione Classica