La Torre di Pisa proibita ai turisti per altri 3 mesi di Vincenzo Tessandori

La Torre di Pisa proibita ai turisti per altri 3 mesi Lavori di restauro mai cominciati La Torre di Pisa proibita ai turisti per altri 3 mesi PISA DAL NOSTRO INVIATO Sbarrata. Per altri tre mesi, forse di più. Il cartello è appeso al chiodo arrugginito, si legge appena, ma nessuno si preoccupa di cambiarlo. Avverte che la Torre è inavvicinabile e così la gente deve accontentarsi di guardarla dal basso. Si può solo immaginare l'emozione dell'arrampicata lungo la scala ripida e consunta. Scadeva oggi l'ordinanza di chiusura, già prorogata: ma è stato deciso di non decidere e così il campanile, off limits dal 7 gennaio, rimane sprangato. Negli ultimi mesi soltanto Romeo Anconetani, presidente dei Pica caicio, ha avuto il permesso di omvtirG livetta, stendardo nerazzurro ir. pugno. Ma lo strappo era state deciso pei il ritorno dello squadra in «A», un fatto ohe, per qualcuno, giustifica ogni eccezione. O quasi, considerato che siamo nell'anno del Mondiale. Le polemiche infuriano in piazza. La nuova proroga è stata stabilita da Achille Lenge, commissario prefettizio. Sindaco e giunta verranno nominati soltanto giovedì 12 e, fino a quel momento, del problema in Comune preferiscono parlar poco o niente. Ormai paiono remoti i tempi della battaglia della Torre, combattuta a colpi di polemiche e lacrime calde da Giacomino Granchi, il sindaco socialista uscente. Anzi, c'è chi assicura che Granchi sia la prima vittima della Torre, travolto dalle sue rigide dichiarazioni contro ministri e destino infame. Una reclamizzata nomina al consiglio regionale lo ha messo fuori dai giochi dalla politica cittadina. Per la nuova giunta, che entrerà in carica giovedì 12, l'emergenza Torre sarà il primo nodo da affrontare. I turisti, a Pisa, accorrono meno numerosi, in piazza, soprattutto, non sembra ripetersi il miracolo della continua affluenza di visitatori. L'effetto Torre è profondo, cifre ufficiali non se ne fanno, per prudenza, ma c'è chi assicura che la flessione sfiora il 30 per cento. All'Opera della Primaziale appaiono sinceramente preoccu¬ pati: i soldi dei biglietti d'ingresso al campanile finanziavano i musei e cento altri lavori nella piazza dei Miracoli. Ora si paga 2 mila lire l'accesso al battistero e, in un futuro prossimo, si progetta la visita ai matronei, che si trovano a 40 metri dal suolo. «Ma sono palliativi», mormora sconsolato Antonio Lazzerini, segretario dell'Opera. E anche il presidente, il professor Ranieri Favilli, ha sottolineato come la folla in piazza sia scemata «ma non essendoci più la Torre aperta, che faceva un po' da termometro, non siamo in grado di far valutazioni precise e non contano neppure i dati 'ibe arrivano dagli altri musei perone si tratta di un diversa '.ine di turismo». Mo se io stizza per la nuova proroga è grande, per l'andamento dei lavori c'è addirittura ^oliera. E neppure tanto sorda. All'improvviso si era scoperto che la Torre, quell'oscuro oggetto di desiderio, era diventata pericolosa: andava chiusa, restaurata, fortificata. Il lifting non poteva esser rinviato di un solo giorno, si garantì. E per superare le resistenze di Giacomino Granchi era sceso in campo anche Vincenzo Prandini, ministro democristiano dei lavori pubblici. Ma da gennaio nessuno ha toccato un capitello, una colonna. Anche se i soldi ci sarebbero: 40 miliardi quest'anno e 60 nei prossimi tre. «Abbiamo tolto noi le erbacce che nascono fra le pietre, anche su in alto», commentano alla Primaziale. E' all'opera una commissione di undici espertissimi, italiani e stranieri, presieduta dall'ingegner Michele Jamiolkowski, ordinario di geotecnica del Dipartimento strutturale del Politecnico di Torino. Si è riunita lunedì e ieri, ma i commissari non paiono avere poteri effettivi. Anzi, dicono qui, c'è guerra fra Prandini e il socialdemocratico Ferdinando Facchiano, ministro dei Beni Culturali, e il pomo della discordia sarebbero proprio le competenze dei commissari. Nel frattempo i restauri, così urgenti da costringere alla chiusura, sono allegramente rimandati. Vincenzo Tessandori Il ministro Facchiano e l'ex sindaco Granchi sotto la Torre il giorno della chiusura

Luoghi citati: Pisa, Torino