Regalo di Natale ai tedeschi : l'unità di Emanuele Novazio

Regalo di Natale ai tedeschi: l'unità DUE GERMANIE Il processo di fusione continua secondo il calendario del Cancelliere Kohl Regalo di Natale ai tedeschi: l'unità Sì di Berlino a elezioni congiunte il 2 dicembre BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Grande Germania Unita potrebbe nascere a Natale, con la riunione del nuovo Parlamento due settimane dopo le prime elezioni pantedesche, e il 1990 potrebbe diventare davvero l'anno della riunificazione, come Helmut Kohl ha profetizzato e sta imponendo. L'appello del Oncelliere per un voto comune entro i prossimi sei mesi è stato infatti accolto anche dal governo di Berlino, che in una riunione straordinaria nella notte fra lunedì e martedì ha proposto il 2 dicembre, lo stesso giorno in cui avrebbero dovuto svolgersi le elezioni per il Parlamento occidentale, confermando all'Est quel che era già chiaro all'Ovest: il cammino dei tedeschi verso la riconquista della sovranità e della piena unità politica procede secondo il calendario e i ritmi voluti da Bonn. L'annuncio della «Grande Coalizione» di Lothar de Maiziòre non è ancora la garanzia ufficiale di un voto comune entro dicembre, o comunque entro la prima metà del prossimo gennaio, quando scadranno i ter¬ mini imposti dalla Costituzione per il rinnovo del Bundestag. Ma è certo una «data realistica», come si commentava ieri alla Cancelleria federale, anche se restano due ostacoli: la conclusione delle trattative «2 + 4», fra tedeschi e potenze vincitrici, per la collocazione strategica della nuova Germania, la sua consistenza militare e la sua adesione a un'Alleanza; e il secondo «Trattato di Stato» fra Bonn e Berlino per fissare i termini dell'ingresso della Ddr nella Repubblica Federale. Le trattative cominceranno a questo scopo venerdì, per concludersi di certo a settembre nonostante alcuni punti controversi - il destino delle ex proprietà occidentali nella Ddr, per esempio - e l'indispensabile armonizzazione legislativa fra Est e Ovest. Ma c'è già un accordo sulla procedura: la Ddr aderirà alla Repubblica Federale sulla base dell'articolo 23 della Costituzione occidentale. Anche la necessaria conformità amministrativa è assicurata da un'altra decisione del governo di Berlino Est: con le elezioni regionali del 14 ottobre rinasceranno i 5 Laender orientali, gli Stati regionali dissolti nel 1952 a vantaggio di uno Stato centralizzato, e le due Germanie avranno la stessa struttura federale. Ci vorrà un'intesa infine sulla data d'utilizzo dell'Articolo 23, che avrà un'influenza importante sul voto di dicembre: se l'ingresso della Ddr nella Repubblica Federale avverrà la notte precedente la consultazione, le elezioni potranno svolgersi con modalità differenti nelle due Germanie, e il principio del «5%», soglia indispensabile perché un partito possa entrare in Parlamento, potrebbe non essere adottato all'Est. I partner più deboli della Grande Coalizione, alleati di de Maizière e Kohl, potrebbero al contrario sparire se l'adesione della Ddr avvenisse il giorno prima. Di qui il contrasto fra socialdemocratici e liberali da una parte, e democristiani dall'altra: dalla scelta che sarà compiuta dipenderà, anche, il potenziale di voti del candidato Spd alla Cancelleria, Lafontaine. Nessuno di questi problemi rallenterà però la marcia verso l'unità, il vero impaccio sono le divergenze sull'adesione della Germania alla Nato. Ma quel che l'annuncio di Berlino indica, a poche ore dall'avvio dell'unione monetaria, è una manifestazione d'orgoglio, è una affermazione di vigore politico nei confronti dei sovietici e in generale dei Quattro Vincitori che, ancora, devono definire il quadro strategico e militare della futura Germania unita e la sorte dei 380 mila soldati dell'Armata Rossa presenti in territorio tedesco orientale. E' una conferma che la decisione di riacquistare l'unità politica va al di là dell'ultima, delicatissima barriera, che potrebbe persino azzardarsi ad ignorarla. Come altre volte nel recente passato, il mondo è di fronte allo straordinario impatto storico e politico dell'unità tedesca: per questo, più che una risposta d'obbligo all'ottimismo affiorato nel recente vertice dei «2 + 4», quando americani e sovietici avevano previsto la soluzione di «tutti i problemi ancora aperti» entro la fine di novembre, quella di Berlino e Bonn è la nuova esibizione di una volontà politica che, finora, ha mostrato di sapersi imporre e sapere trascinare. Emanuele Novazio

Persone citate: Helmut Kohl, Kohl, Lafontaine